Quale sarà il futuro prossimo venturo del ciclismo?
Dove investiranno le aziende in cerca di visibilità?
I market manager, dato il ciclismo un'ottimo strumento di branding , si orienteranno verso le manifestazioni amatoriali , di gran lunga più a buon mercato ma assai frequentate o riteranno il circuito professionisitico ancora e nonostante tutto ( O.P., grande confusione a livello dirigenziale , beghe fra UCI ed organizatori ) quello che fra le due ipotesi garantisce feedback migliori?
4 commenti:
Fossi il direttore marketing di un grande brand non legherei mai il mio nome al ciclismo professionistico: si associa troppo immediatamente al doping (corretto o meno che sia). Le manifestazioni amatoriali non mi sembrano assolutamente un'alternativa dal momento che non arrivano al pubblico generalista ma rimangono circoscritte ad una cerchia di appassionati (per larga che sia sempre una cerchia).
eppure all'estero i grossi gruppi bancari , le società di credito , i telefonici continuano ad investire.
ti dò per certo che Milram, nell'anno solare 2006 , ha incrementato del 25% i fatturati . I responsabili dell'azienda ritengono fondamentale a qs performance l'apporto assicurato dalla sponsorship con la squadra di Petacchi e Zabel
E' evidente che comunque a livello di cominicazione il ciclismo continui a funzionare dal momento che ci sono diversi gruppi che ci investono. Gli strateghi del marketing sicuramente (?) ne sanno più di noi. Continuo però ad essere convinto che livello di immagine alcune cose possano non far piacere (ma evidentemente quello che conta, più che altro, è il grano e se il ciclismo fa vendere W il ciclismo)
ma se i primi a negare l'esistenza del doping sono i ciclisti stessi... non sono così convinto che sia effettivamente vero il binomio ciclismo=doping.
guarda liquigas che dopo aver sfatto una squadra perchè "lontana dal ciclismo moderno e schifata del doping" dopo 3 anni è rientrata nel giro con un investimento ancora maggiore...
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