31 maggio 2008
28 maggio 2008
SPINGITORI DI SPALATORI II
Non è che voglio insinuare alcunché, ma potevate lavorare con più cura: primo giro sghuischhhhhh
Non sono cose belle, ma vanno onorevolmente accettate!
IL MUCCHIO SELVAGGIO
Queste foto sono evocative, manca solo la musica e la polvere
Approfitto per riepilogare dove si possono trovare i contributi post-gara: http://www.flickr.com/photos/sheldona/sets/72157605281503447/
http://www.orme.tv/portfolio/ssec/index2.html
http://www.flickr.com/photos/13689476@N04/sets/72157605257228336/with/2524162088/ http://www.flickr.com/photos/wunnspeed/sets/72157605259320612/
http://www.pro-m.com/forum/viewtopic.php?=1316&sid=b42b0f843949f4cd87fd1ed9fc51dfb4 http://www.24hpassion.it/content/view/283/41/lang,it/
http://picasaweb.google.com/pontarancigroup/FotoScelteSS08
http://angelo24h.blogspot.com/
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=87435&page=2
http://terrengsykkel.no/ubb/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=558882
FINALE
Me ne stavo tranquilla e serena a pensare ai fatti miei quando empie mani mi sottrassero ai miei affari per espormi al vento levantino della Liguria.
Dovrò raccontarvi questa storia perché in 24 ore sono successe molte cose e non vanno dimenticate, ma non potrò farlo da sola, mi servirò di un umile cronista consciuto casualmente all’ombra di un leccio secolare.
Ciclicamente gruppi di umani maschi e in minor misura femmine si danno appuntamento in luoghi aperti e si sfidano ad un semplice gioco: chi, nell’arco di una giornata, fa più giri vince. Pare una barzelletta ma è così: gli umani adulti faticano ad abbandonare il fanciullino che vive in loro.
A me è capitato di essere rapita e trasportata notte tempo in un luogo bello ma polveroso, e di assistere a tragedie inenarrabili. Vorrei dimenticare ma devo farlo, non posso dimenticare, perché la storia merita di essere narrata.
Sono stata rapita dai lupi, si cari miei, la banda che mi ha sottratto alle mie riflessioni si fa chiamare Los Lobos: alcuni di loro li ho visti aggirarsi con una maglietta con su stampato un lupo ululante. Capite lo spavento di una tremula ragazza nelle mani, anzi nelle fauci feroci, di un gruppo di lobos.
Mi prendono e mi piazzano in bella vista al bordo di quello che capirò essere il campo di gara. Per 24 ore ho dovuto assistere ai reiterati passaggi di uomini e donne in bicicletta e soprattutto ho assistito, ma per lo più ascoltato parole e frasi che le mie muliebri orecchie arrossiscono ancora oggi al solo pensiero.
Occhi lubrichi mi hanno scrutata giorno e notte, mani corsare hanno stretto i miei lombi e palpato le mie mammelle, senza poter far nulla…che vergogna…quale disonore e che imbarazzo.
Questi Lobos sono un gruppo di maschi non più giovanissimi ma ancora prestanti che probabilmente hanno avuto infanzie perigliose e adolescenze onanistiche e che quindi nell’età della maturità hanno bisogno di divertirsi e lo fanno pedalando. Si, cari lettori, scorrazzano per monti e valli allegri come cuccioli di cinghiale, felici di faticare come bestie per onorare lei la vera Dea: di cosa si tratta? Mah per quanto mi è dato di capire si tratta di un oggetto sul quale si siedono e muovendo ritmicamente le gambe lo fanno muovere, stando in equilibrio. Tutto qui! Ma questi Lobos paiono totalmente dediti a tale culto bambino: a vederli mi paiono felici e questo mi ha molto commossa, nonostante il ratto malvagio.
Ho visto un Lobos, uno spilungone con una barba che anche mio nonno, Re Tritone, avrebbe giudicato inguardabile, con un grembiulino nero, si cari lettori, un grembiulino nero tipo…tanto per farvi capire la situazione, cameriera del drive-in, prendere le biciclette, ah dimenticavo, più sopra vi accennavo alla Dea, ecco loro la chiamano bicicletta, alcuni usano un parola a me sconosciuta: singlespeed, ma insomma si tratta di quello che vi ho detto un giocattolo per muoversi.
Prende, questo Lobos, una ad una le biciclette, e le appende per la pancia e le pulisce e le lucida e le smonta e le rimonta penso che lo faccia per preparare le dee alla tenzone ma non ne sono sicura.
La cura che mette nel fare queste operazioni mentre altri del branco bevono birra, ruttano ed iniziano a dileggiare amabilmente ogni oggetto che si muove nei dintorni, sembra quella che uso io nel lavare e pettinare la mia bionda chioma. C’è amore e libidine e molta vanità.
Purtroppo ogni volta che un ciclopedalatore passa devo prepararmi: parole e pensieri indecenti, nuvole di polvere e odori ormonali mi schiaffeggiano maleducatamente.
Ma dimmi narratore com’è questo percorso, dimmi qualche cosa, perché io sono imprigionata in questo altopiano ventoso raccontamelo…
Cara Muse of Finale il percorso è…bello in molti momenti si vede il mare, ma sembra che pochi pedalatori si lascino distogliere da tale bellezza: sarebbe loro fatale.
E poi ci sono le salite e ovviamente le discese; le prime sono molto faticose, le seconde…pure, ma ci si diverte dipiù. E poi sai cara Muse in cima alla salita più dura ci sono dei neri divani, si pare un miraggio ma se lo desideri può riposarti, scendere dalla bicicletta, toglierti guanti e casco sederti e farti accarezzare dalla brezza: non lo farò ma desidererò molto farlo, perché cara Muse of Finale l’incauto narratore al quale chiedi lumi anch’esso pedala con vigore e sprezzo del pericolo.
E poi ci sono i boschi, quelli liguri, scoscesi e pietrosi e poi la macchia mediterranea, bellissima, siamo a maggio ed inizia a fiorire i profumi e presto i colori sono da mozzare il fiato. E’ un dono della natura rivolto a chi lo sa cogliere, poi a luglio ed agosto quando mandrie ottuse e selvagge invaderanno queste contrade, non ci sarà più nulla di tutto questo, ma a maggio si può sentire l’aroma del lentisco o vedere le gemme del corbezzolo, ma che dico i frutti verdi e teneri che il sole feroce di luglio arroventerà di rossi ed arancioni, ah cara Muse, se non fosse che la tenzone invoca velocità e concentrazione sarebbe il momento di perdersi in questa meraviglia.
Ho capito ho capito caro narratore, lasciami sognare, ma devi comunque proseguire nel raccontarmi quello che hai visto.
Nel gruppo dei lupi come ti dicevo ci sono solo uomini, no anzi ad essere precisi ho visto un giovinetto fra loro, magro e allampanato con la faccia imberbe ed il sorriso sfrontato che solo gli adolescenti hanno. Tutti lo incitavano pare che fosse la prima volta che partecipava ad una simile gara: è stato bravissimo. Insieme a lui il suo angelo custode, un omone grande e grosso con i capelli da vichingo e la pelle disegnata. Non lo ha abbandonato un minuto, sembrava di vedere mamma papera con il suo paperotto.
Si caro narratore li ho visti anch’io ed ero molto in pena per il giovane ciclopedalatore e preoccupata, sai lo vedevo sfrecciare veloce, e poi certe volte fermarsi arraffare acqua e cibo e poi ripartire.
Ecco volevo chiederti ma come fanno a resistere senza mangiare per così tanto tempo.
Non lo so cara Muse, sono anch’io piuttosto perplesso ma ho visto cose che forse devono essere raccontate e te le voglio dire.
Ho capito una cosa, le differenze culturali ci sono e sono profonde. Il giovinetto che ti ha tanto colpita viene dalle lontane americhe insieme al suo accompagnatore. Forse ti sarai accorta che nella tana dei lupi si era creata una piccola enclave di questi posti lontani e mitici. Poco vicino alla tana che ti teneva prigioniera c’era il rifugio di Ausilia Biancaneve, una donna ciclopedalatrice dal cuore molto grande e forte e dai garretti d’acciaio.
Bene questa Ausilia ogni tanto si fermava per mangiare e si era preparata delle pappe quasi appetitose: fragole, patate lesse condite con olio di avocado, acqua e poco altro.
Gli umani delle americhe invece hanno mostrato interessi alimentari più vari e inquietanti.
Ma il giovane americano birre a parte ha mantenuto un suo equilibrio. La sua compagna, una fortissima pedalatrice (soprannominata Wiki-Wiki) ha messo duramente alla prova lo stomaco e non solo quello dei Lobos.
Ma dimmi dimmi mio narratore, non celarmi alcun particolare…
Si forse non te ne sei accorta, cara Muse, così presa a pavoneggiarti di fronte a tutti questi testosteronici maschietti, ma dietro le tue spalle si sono consumate tragedie e orrori.
La giovane pulzella americana ha impunemente violato tutte le raccomandazioni che le italiche mamme rivolgono petulanti ai loro cuccioli.
Cara Muse of Finale, ho visto cose che temo ripetere.
Minestre liofilizzate lasciate marcire per ore al sole di maggio e poi ingurgitate come fresche bibite, caramelle che anche un bambino avrebbe timore ad abusarne inghiottite come monete in fameliche slotmachine. Lattine di birra consumate come fossero preziosi integratori salini, si questo ho visto cara Muse.
Ma cosa mi racconti pavido narratore, lo sai che io mi cibo solo di sushi nipponico e formaggi macrobiotici, si lo so lo so che tieni molto alla tua linea, ma devo anche dirti che è successa una cosa che ha scosso l’intero branco.
Era ormai notte e la forte pedalatrice ha fatto una pausa più lunga per rifocillarsi e cambiarsi d’abito. Certo, anche nella tenzone le giovani pulzelle tengono alla loro livrea.
Ma nessuno nel branco dei lupacchiotti era pronto ad assistere ad un simile evento che ha definitivamente scosso la già fragile mente di molti di loro.
Si mi pare, caro narratore di aver percepito come un silenzio inquietante, la quiete prima del rombo del tuono, ma sai dalla mia posizione non potevo vedere molto bene e poi ormai il buio aveva avvolto i miei occhi.
Si Muse è successo l’irreparabile, la ciclopedaltrice si è denudata e rivestita come se fosse tranquillamente seduta sul divano di casa sua laggiù nel profondo nord.
Tu hai avuto modo di sentire sui tuoi lombi le ferine mani lobiche, ebbene, i lupi non erano preparati a questa eventualità.
Immagina cara Muse una ragazza giovane e bella, seduta su una sedia attorniata da uomini nerboruti che decide, nel cuore della notte di spogliarsi per cambiarsi d’abito. E lo fa come fosse una cosa normale quasi con noncuranza.
Questo forse accade nelle lontane americhe, chi lo può dire, ma nella fredda notte finalese si è consumata una privata tragedia. Ogni Lobos è stato avvinto da pensieri probabilmente indicibili, ma tu mi spingi a dire ed io non posso tacere. C’è chi ha reclinato gli occhi per imbarazzato pudore, chi ha stramaledetto mamma e papà per averlo fatto nascere in posti troppo morigerati, chi si è offerto di aiutarla, chi invece si è allontanato per fare le sue riflessioni al riparo di cisti e ginestre, altri hanno guardato negli occhi del vicino il proprio abisso lussurioso, tutti comunque convinti che quello che stava accadendo non era reale, ma frutto del desiderio delle loro menti malate e dei corpi schiantati dalla fatica dell’agone. Oh! ma cosa mi dici mai impenitente narratore, ora capisco quale pericolo ho corso, durante selvaggio e proditorio ratto.
Pare che nei giorni successivi, matrimoni solidi abbiano subito telluriche scosse, pare pure che alcuni abbiano chiesto asilo politico agli Stati Uniti, addirittura addetti alla pulizia del parco gara hanno riferito di aver trovato uomini ormai adulti abbracciati a lentischi rinsecchiti, piangere come bambini, urlando frasi sconnesse in lingue ignote, si cara Muse of Finale, tutto non potrà più essere come prima.
Ma ora mi devo riposare cara Muse of Finale, devo andare, ho appuntamento con il mio psichiatra di fiducia, devo raccontargli un sogno nel quale ho visto una ragazza che mangiava caramelle bevendo minestra rancida e poi si spogliava…e poi…vado che sono in ritardo, il Dr Steel non è molto flessibile, basta poco per innervosirlo…ciao alla prossima, so che altre avventure ti aspettano ma non voglio anticiparti il futuro, questo si che sarebbe un brutto segno e il Dr Steel disapproverebbe fortemente…ma posso consigliarti, cara Muse of Finale, di tenere a portata, di mano ombrello e impermeabile, verrò presto a chiedere il tuo aiuto e poi molte altre storie sono successe a Finale, ma questo…devo andare sono in ritardo il dottore mi aspetta…non posso altro favellar.
27 maggio 2008
26 maggio 2008
BRUGIANA
Per me l'immagine più bella è questa: in attesa di partire, raccolti in uno spazio circolare dal sapore antico.
La prima volta che sono stato in Brugiana non pensavo neanche lontanamente che uno spazio tale potesse fare da cornice ad una gara di biciclette. La parola gara poi, non rende neanche lontanamente l'idea dell'incontro che ha unito per due giorni uomini e donne di paesi e nazioni diverse.
La parola più giusta forse è comunità, se non fosse troppo intrisa di reminiscenze cattoliche.
La seconda immagine più bella non è un'immagine ma un insieme di suoni: gli applausi che hanno accompagnato l'arrivo di ognuno dei partecipanti.
Un grande e lunghissimo terzo tempo, come nel rugby: chi vince applaude chi non ha vinto (da vedere e ri-vedere la finale Australia-Inghilterra del 2003 a Sidney, dall'ottantesino in poi), ma dopo, tutti insieme si beve e si mangia. La gara diventa solo un pre-testo: l'interessante si scrive prima e dopo.
Lunga vita ai singlespeeder!
22 maggio 2008
Il Dott.Fuentes salta gli ESSC!
Per dare un contributo e fare chiarezza pubblichiamo sotto l'immagine originale
Come vedete l'espressione dialettale è stata manipolata da diaboliche menti per screditare il Dott.Fuentes!
20 maggio 2008
PREMI
La dura reprimenda di Mud mi ha sollecitato la proposta dell'introduzione a Massa del Priapo's Award.
Che ne dite Lobos?
Riunione Giovedì Sera !
Ordine del Giorno:
- Spartizione del materiale da portare a Massa
- Calendario partenze e formazione equipaggi
- Montaggio 29'r del Chicco
- Limoncino (viene a prendere le bici che prestiamo a lui e a Mario)
In tana dalle 21...
Buon Giorno!
ù
Non so perchè ma questa immagine mi sembra ben augurale per la buona riuscita del Week-end in arrivi alla faccia del meteo...
19 maggio 2008
COSE SERIE
Oh Lobos ditemi uno ed un solo telaio (di bicicletta ovviamente) che turba i vostri sonni e che vorreste possedere, ma che per problemi vari non potete entrarne in possesso.
Sto iniziado a mappare i confini dell'iperurano e voi mi sembrate delle ottime sonde.
Se oltre al nome esprimete anche il perché della scelta il regalo è doppio.
CULTURAME
Vediamo di seguire le suggestioni ghidiane: quale libro/i hanno i Lobos sul comodino?
Parto io:
Cervantes: Don Chisciotte della Mancia
Pastonesi: La corsa più pazza del mondo
Brambilla: La coda del drago
Winnicott: Esplorazioni psicoanalitiche
quiz
Ignara bellezza
Rubata sensualità
Fiore reclinato
Peccato d’amoreRelativamente facile indovinare l'autore di questi versi (o versacci?) alla luce delle trascorse discussioni, meno facile intuirne il destinatario...
A voi!
16 maggio 2008
United State of America vs Lobos
Pensierini pomeridiani
I Niner's pedalano fortissimo
I Niner's hanno apparati gastrointestinali di altri pianeti
I Niner's hanno barbe da paura
I Niner's si giacciono con Rebecca
I Niner's hanno divise ordinarie
I Lobos pedalano forte e piano
I Lobos hanno sensibili stomaci italici
I Lobos hanno bulbi piliferi nella norma
I Lobos forse vorrebbero giacersi, ma...
I Lobos però sono BELLISSIMI ed ELEGANTISSIMI
Alcuni dei pensierini che mi distraggono durante l'opera faticosa di scrittura...
...e vista l'ecumenica fase storica nella quale ci stiamo immergendo concludo con il pensierone buonista: ma tutti amano la bicicletta monomarcia sopra ogni cosa.
14 maggio 2008
LATO B
The Muse of Finale possiede anche un lato B: notare lo sguardo perplesso e libidinoso dell'ignaro ciclopedalatore.
Pizza dei Subbaqqui
Stasera al Dordoni alle 2o si schiereranno:
Spiedo&Family
Ema&Family
Bob
Bruce
Mud e le Muse
Ghido
Limoncino (!!!)
+ special guest
Chi vuol venire si aggiunga
FENOMENO!!!
Visto che non lo ha ancora fatto nessuno vorrei spendere una parola per questo fenomeno che a 17 anni si è fatto 28 giri in 24 ore sempre allegro pronto a scherzare....e dovevate vedere come andava il primo giro!
13 maggio 2008
LA MUSA
La postazione a bordo campo é pronta. Come potete vedere Spiedo cerca di spiegare a Ed il senso della scultura e probabilmente Ed inizia a capire in quale situazione si è cacciato.
Per ora sto pensado che per narrare quello che è successo sarà necessario affidarsi ad una Musa che guidi con amore e sapienza la mia ispirazione: lei sarà The Muse of Finale!
ED E' SUBITO "TOUR DE FIDENZA"
E' già estate o almeno c'è una forte voglia di estate, cosa rappresenta meglio l'estate del Tour De Fidenza ?
12 maggio 2008
REBECCA RUSH
Da cosa si riconosce che la ciclista in foto è Rebecca ???
PREMESSA
...e per chi c'era...
la faccia di Marcello , quando alla 20ma ora, la giovane Rebecca si è ingollata a canna, dalla borraccia la minestra liofilizzata fatta 8 ore prima e lasciata marcire al sole per tutta la mattinata, per un attimo ed è la prima volta che mi è accaduto di registrarlo: Marcello ha taciuto.
Cosa avrà pensato, ma soprattutto chi è Rebecca e di quale marca di minestra stiamo parlando.
Non sarà facile, ma Finale ha spalancato l'abisso dell'orrore e della perdizione: fatica, tecnica, sesso estremo, alimentazione iperuranica, invasioni di palco ed altre storie su questo blog.
Ci sono gruppi che corrono per vincere quelli che lo fanno per divertirsi e poi ci sono i Lobos: hors categorie.
Un abbraccio a tutti i subbaqqui
11 maggio 2008
08 maggio 2008
THE RACE (6h Parte II)
THE RACE
Dopo varie ravanate il momento topico si appresta: la gara.
La partenza della 24h segue un tragico copione: vuoi andare in bici, bene inizia a correre.
Si alle 14 in punto una massa di uomini in prevalenza maschi, al fatidico start iniziano a correre come ossessi.
L’immagine che più si avvicina alla realtà me la dona il cinema: Brave Heart! Ricordate lui che urla insieme ai suoi mentre corrono come ossessi a dare e prendere sonore mazzate. L’unica differenza è data dal fatto che le urla, alla partenza erano emesse dai tifosi spettatori. E qui l’iconografia cineamtografica mi viene ancora in aiuto: Ben Hur e i gladiatori: daje de punta daje de tacco ma daje sotto a Ben, dajeeeeeeeeee.
Mentre mi appresto a salire sulla Singular probabilmente i primi hanno già quasi concluso un giro.
Poche pedalate e ci si intruppa sullo strappetto che valica l’argine. Tutti giù e via di spinta…
I primi due giri passano tranquilli in compagnia di Marcello già mi prepara a registrare una serie di salaci commenti, ma il Fato Bastardo ci mette del suo.
Al terzo lap per cercare di evitare una ciclopedalatrice di taglia oversize, forzo la pedalata, sempre in prossimità dell’argine. Strengghghg, rumoraccio, penso ai gemelli, alle coronarie, allo sterno ma non sento dolore, capisco che qualche cosa non va ma non capisco cosa. Pochi metri e frullata di gamba: catena spezzata. Mestamente ritorno al Lobos Village e trovo LukeGPS anche lui appiedato ha frantumato la corona: diciamo che la quota di sfiga cosmica ce la siamo giocata nei primi giri. Ma non è così perché altre sfighette si percuoteranno sui Lobos.
Riparata la catena riparto e riprendo a pedalare con il mio ritmo. Ho modo così di assaporare il piacere di girare e di osservare quello che accade.
La prima osservazione riguarda la posizione in sella. Lo dico perché sta diventando una mia piccola ossessione. Ognuno trova la sua, io non l’ho ancora trovata: Sto iniziando a coltivare il pensiero psicotico che il mio apparato scheletrico si modifichi ogni volta che salgo in bicli, non permettendomi di trovare la giusta posizione.
Ne ho in mente alcune. Quella di Spiedo. Sembra sempre che cavalchi una BMX, l’altezza fuori media rende qualsiasi mezzo fuori squadra, come se bicicletta e ciclista fossero di due scale differnenti. L’unico elemento di collegamento è il mostruoso fuori sella. Prima di vedere Spiedo, ancor prima di avvistare la bicicletta si nota un oggetto di prezioso metallo che cerca di connettere due mondi.
Penso che il canotto reggisella sia statro forgiato da Efesto in persona, che dopo l’opera abbia detto: “ora basta devo andare in pensione non parlatemi più di fucine e metalli”
Luca GPS fa invece pensare ad un Gaucho nella pampas, che domina nel modo più assoluto il suo cavallo selvaggio. Quello che impressiona del suo stare sulla bicicletta è la naturalezza, pur pedalando forte non da quasi mai l’impressione di scomporsi. E poi ha questa vezzosa particolarità: inizia con i pantaloncini a mezza coscia come tutti e dopo pochi km zut!, il pantoloncino si ritrae come intimorito, o forse conscio del compito impropo di contenre i garùn stantuffanti. Dopo qualche giro me lo ritrovo compostamente pedalante con i pantaloncini ridotti ad un quasi costume da bagno. Bizzarro fenomeno…
Con Mare invece entriamo in un mondo animalesco, fra il ciclista e la bicicletta si crea un rapporto di dominazione ferina. Il busto quasi scompare assorbito dalla posizione a cuneo, una linea di forza che parte dal movimento centrale, sale violenta attraverso il reggisella, si avvinghia alla colonna vertebrale, galoppa verso le vertebre cervicali, si biforca attraversando i bicipiti e va a divorare la strada appena oltre la ruota anteriore. Mezzo e pilota sono un tutt’uno in ciclopica lotta. Risultato: va molto forte mostradola tutta la sua forza vorace.
Poi c’è Antonio che durante la 24h metterà a dura prova la mia performance.
Lui sta in sella come un figlio dei fiori sta sotto un mango a contemplare l’infinita molteplicita dell’essere. Rilassato e spensierato pedalata tranquilla e cadenzata volto disteso e rasserenante: soriso aperto sguardo oltre.
Tutto questo alla quinta o sesta ora metterà in difficoltà la mia motivazione.
Appena uscito dalla parte in sabbia, mi rimetto sul piano in direzione delle colonie padane, sorso d’acqua e recupero. Sono stanco e mi sento chiamare: ciao emaaaa, mi volto a sinistra e vedo Antonio, no anzi prima la sua Kona spiaggiata, poi lui, seduto sulle scale della postazione di osservazione ornitologica. Il tempo si arresta, inizio a fare una serie corposa di considerazioni sul senso della vita e della morte. Ritorno adolescente vorace lettore e finalmente a 42 anni scopro la sofferenza immane nella quale si trovò a dibattersi Ulisse immerso nel suadente canto delle sirene. Rallento la già lenta andatura e mi dico, ma si cazzo porco sono 5 ore che pedalo avrò pure diritto a farmi una birretta con stuzzichino, quasi quasi mi fermo anch’io…la Capannina è a due passi, ci si va pure in bici no anzi le birre ce le faccaim portare direttamente qua…poi il senso di responsabilità e di dedizione riprende il sopravvento e lascio sfilare la terribile tentazione.
Ultima considerazione sulle posizioni: Ausilia. Un elfo. Pedala leggera con il suo ritmo, la sento parlare con un compagno d’avventura, non sembra che stia facendo una gara, ma che stia a casa sua in salotto a fare conversazione amabilmente. Carpisco un lacerto di discorso non ne comprendo l’intero senso ma la sostanza è che si è fatta 200 km con la Kona tanto per provarla e si lamentava del fatto che la singlespeed su strada è una palla pazzesca: orpo penso io ma 200km con il 32/18 c’è da varsi venire due, anzi che dico tre maroni come lo Zeppelin. Dall’ultima considerazione evinco che non sono fatto per le gare endurance.
E qui chiudo la breve carrellata sullo stare in bici.
La mia gara procede tranquilla fino a quando la seconda ondata di sfiga mi travolge: questa volta non si tratta del mezzo meccanico ma del mio intestino. Prima sosta al Lobos Village con relativa visita agli amabili cessi portatili. Non basterà, ripresa la pedalata mi dovrò fermare dopo 10/15 minuti, ma questa volta la location evacuativa sarà en plein air. Non mi sento benissimo ma riprendo più leggero e quasi sereno ma soprattutto immensamente grato all’organizzazione per il pacco gara. Conserverò con geloso affetto il prezioso rotolo che mi accompagnerà pure a Finale, dove già pregusto una meravigliosa cagata fronte mare con la brezzolina che lambisce birichina gli zebedei ormai lessi da ore di pedalate.
Una consiedrazine a parte va fatta in relazione al fair play durante la gara.
Sinceramente temevo di essere travolto dai ciclopedalatori bulimici, questo non è successo o almeno è accaduto in misura molto bassa rispetto alle mie previsioni.
Solo un fatto increscioso: sabbione, il primo, quello più “esteso”, sto per solcarlo (in genere con la singular passo quasi senza pedalare, leggero surfing e via) da dietro uno mi urla pista, io abbocco, perdo il ritmo e mi infilo male, l’anteriore, troppo lento prende una buca e mi cappotto. In una frazione di secondo sono riuscito a sganciare il piede destro, spingere leggermente il manubrio con la sinistra fare perno sull’altro piede per consentire alla bici di volare oltre il mio corpo e mandare a fare in culo il tipo che ovviamente è passato indenne. L’inesperienza si paga.
Ho però notato verso la quinta ora che alcune chiamate iniziavano a farsi indecedibili: passo a destra e va bene, passo a sinistra e va bene, ma quando la stessa voce in rapida successione ti urla passo a destra passo a sinistra si capisce che si sta entrando nel regno di Alice nel Paese delle Meraviglie. Alcuni al passo a destra hanno iniziato a superare a sinistra e viceversa. La spiegazione che mi sono dato è che la fatica tende a riportare a galla alcuni deficit evolutivi: la distinzione destra sinistra si costruisce in tenera età e per alcuni il periodo potrebbe essere stato difficile. Per altri invece, quelli che dichiarano di voler passare sia a destra che a sinistra, la stanchezza porta ad una regressione all’infanzia felice: periodo della vita sereno e non conflittuale nel quale il si e il no convivevano allegramente insieme violando sistematicamente il principio di non contraddizione. Ad alcuni la fatica fa questi effetti.
Ultimo giro, Spiedo mi affianca e mi dice “sei in mistica contemplazione” (ero ormai entrato nella fase zen dello sforzo: quieta contemplazione della vacuità dell'esistenza) quasi mi desta dal mio torpore: a me la fatica, almeno quella sperimentata alla 6h, mi scollega pericolosamente dal corpo e dallo spazio. Il passo successivo e la narcolessia o l'evaporazione del mio corpo mortale, mi pare che si chiami sublimazione il passaggio dallo stato solido a quello gassoso senza transitare per fasi intermedie, ecco stavo qusi sublimando.
Ma alcune fanta-riflessioni sul versante psico-somatico le lascio per un altro post.
Finalmente dopo sei ore di pedalata ci si può fermare per fare quello che ogni volta che esco con i Lobos si fa: mangiatona pantagruelica annaffita da delizosi prodotti fermentati…a proposito tocca assolutamente ripassare da Modena…il singletrack si certo bisogna provarlo ma l’Agriturismo San Polo…
07 maggio 2008
ENGIN CYCLES
Gli americani si stanno sbizzarendo con gli acessori, guardate questa meraviglia da abbinare al proprio telaio
Questo ed altro da http://www.engincycles.com/
Riassumendo...
Dopo la riunione di ieri sera ecco come è organizzata la logistica:
Venerdì verso le 15 partenza di due mezzi con a bordo : Spiedo, Ghido, Mudeater, Bob, Ema, Ed, l'amico di Ed e forse la ragazza di uno dei Veronesi. Una volta raggiunta Finale si occuperanno del montaggio delle tende nel campeggio e dell'allestimento del gazebo nel paddock.
Sabato mattina parte un altro mezzo con JD e Luke.
I ragazzi di Verona sono già giù il Giovedì, resta l'incognita di Alex di Milano che saltato il passaggio per problemi lavorativi dello Zio a questo punto dovrà raggiungere Finale in treno.
Lo Zio prima o poi arriverà ......
06 maggio 2008
Week 1 - Operation F H
This could take some time........
Could you change the SSEC race date? Maybe October would give me enough time :-).
So how are the hirsute Italians doing?
THE QUICK BROWN FOX JUMPS OVER A LAZY DOG
Da inserire sulle maglie --> THE QUICK BROWN FOX JUMPS OVER A LAZY DOG
un po' come dire --> WLFECLS
Progetto
05 maggio 2008
Lobos Pride
Allora cari Lobos sono di ritorno dalla vacanzina ligure e ho maturato due pensieri due in particolare che vi posto prontamente.
Il primo: lo stile.
Pedalando per le strade (piuttosto erte) ho notato che le divise dei ciclopedalatori sono esteticamente mediocri.
Nel senso che si vede che non c'è pensiero dietro ad accostamenti di colore e scritte varie. Si vede, anche un occhio neofita come il mio lo nota, che l'attenzione ai particolari latita, e che forse per essere attenti a certi particolari bisogna avere il cuore che palpita biciclicamente: un po a destra e un po a sinistra in modo alternato e singulare al tempo stesso.
Confrontado la mia maglietta Lobos 24h con altre incontrate strada facendo devo dire che siamo di un altro pianeta.
Magari fanno anche forte, ma lo stile fa parte della bicicletta: e le foto dello Zio Pippo ne sono una probante conferma.
Secondo: la guarnitura.
Nel mio precedente post "Quindicipercento" raccontavo di un'uscita interrotta dalla pedivella svirgola.
Bene mentre mi arrampicavo, era fine marzo, incontrai un ciclopedalatore indigeno, si fece un pezzo di strada insieme e parlando del più e del meno. Gli esposi il mio progetto di inerpicarmi fino a Bajardo (bellissimo borgo a quota 900 m slm) e lui perplesso mi rispose: "ma secondo me con il 39/20 non ce la fai". Ascolto ed essendo neofita pippone mi dissi, forse, l'indigeno ha ragione.
Passa un mese e ritorno sulla scena del delitto. Prima di partire passo da Spiedo e faccio ligurizzare la Legnano: non so come mai mi mette un 41x20. Orpo mi dico non sarà semplice, e in più il solito Marcello che gufa: "ma vai con questi freni...". Si in effetti non ne ho altri penso perplesso assai!!!
Passato il 1 maggio al mare il giorno successivo armo la singlespeed e parto. Il Poggio va liscio come l'oglio, un sole tiepido e un mare azzurro turchese mi spingono ad osare.
Prendo il mio passo e mi inerpico pensando alle parole dell'indigeno.
Pedala che ti pedala arrivo piuttosto fresco all'agognato Bajardo. Uno spettacolo sublime. Il paese è posto su una costa con vista spettacolare su due vallate: all'orizzonte il Toraggio (severissima montagna di circa 2000m meta di sgambate giovanili) e la Valle delle Meraviglie (siamo ormai in Francia) con le cime tutte innevate.
Mi faccio assorbire dal panorama e poi mi getto a "rotta di collo" a valle: 22 km di discesa.
Dopo qualche km riconsidero le parole di Marcello: tocca upgradare gli universal super 68, si caro Marcello hai MOLTISSIMA RAGIONE. E mentre riconsidero, rallento la corsa.
Una bella soddisfazione andare su con il proprio passo sentendo ogni più piccola e fottuta variazione della pendenza senza poter e dover far altro che regolare respiro e frequenza delle pedalate: sembra di riscoprire un modo diverso di andare in bicicletta.
In genere sono piuttosto avaro di rinforzi positivi, ma questa volta devo dire che il mio corpo ha risposto piuttosto bene allo sforzo, anche se il 39x20 forse sarebbe stato più idoneo agli strappi ed ai tornati al 15%. E questo risultato va anche ascritto alla Lobos's Wisdom.
Si parte per Finale con good vibration...
Finale Ligure - 5
Ci si trova domani sera in Tana al solito orario per definire la logistica.
02 maggio 2008
BIKE-FEST MON AMOUR (4)
Altre cosine viste, una Hot-Chili d’annata sogno indimenticato di Bob e Martin
La bellissima verniciatura della Vicious Metal Guru di Mario Sillack il distributore di Seven, di Vicious ed altro in Germania, Austria e Svizzera
Lo stand della Linskey con alcuni modelli road, cross ed il triciclo (http://www.ellsworth-bikes.de/) nello stesso stand Florian ci ha fatto vedere le ruote Industry Nine (http://www.industrynine.de/) con raggi a doppio colore sfumato (fade)
Una Turner Sultan anodizzata bronzo (bel vedere) allo stand della Fox, e tanto altro ancora, quest’anno non mi andava di fotografare tutto, ma vi assicuro che c’era parecchio da vedere.
Una stranezza che non ti aspetti dal mercato tedesco, c’erano poche bici da discesa e da free-ride spinto, la maggior parte delle bici full era compresa tra i 130mm ed i 160mm di escursione
Altra caratteristica pochissime 29er anche tra il pubblico, ricordo la Turner Sultan, una Zion di un visitatore (bianca, bella, con tubi sottili è piaciuta molto anche a Bob) e pochissimo altro.
Si è visto poco titanio, si sa che la germania è la patria dei cancelli in alluminio ed l’acciaio era
abbastanza presente nell’altissima gamma.
Delusione, le IBIS, c’era uno stand pieno di mountain e road in carbonio, ma l’effetto era monimo, c’èra anche una Avion restaurata
Carina una Lapierre da 130-140, ben finita e con uno strano paracatena in carbonio.
Componentistica, oltre alla alta gioielleria marcata Chris King chiusa in preziose teche di cristallo
l’oggetto più vistoso montato su diverse biciclette, ancora non importato in Italia, sono le ruote Industry Nine (http://www.industrynine.de/) con mozzo e raggi in tinta; i colori che ho visto sono i seguenti: Oro, Oro/rosso (fade), violetto, blu elettrico, verde, rosso
BIKE-FEST MON AMOUR (3)
Le splendide decorazioni hand-made leopardate di Tobias (http://www.tobias-grassler.de/)
La splendida Ritchey Break-Away singlespeed con ruote CaneCreek flip-flop, esposta nel llo stand di http://www.cosmicsports.de/ che conta alcuni adepti singlespeed
Il Sig. JOHANNES PETER e la Sig.na HELGA
Non so come, non so perchè, mi sia trovato a conoscere il sig. Johannes Peter che lavora per una azienda dal nome molto suggestivo: CYL -- Change Your Life.
Il motivo che mi ha spinto ad incontrare il sig. Johannes Peter è la sig.na Helga.
La sig.na Helga è la testimonial di CYL e passeggiava tra la folla del bike-fest sottobraccio al sig. Johannes Peter devo dire suscitando molta curiosità in me e nelle persone li attorno.
Quando con un gentile “could you introduce me” ho chiesto di essere presentato alla sig.na Helga, il sig. Johannes Peter è stato molto gentile, lo ha fatto ed abbiamo scambiato alcune cortesi parole sul tempo che stava peggiorando.
Mi ha colpito l'espressione trasognante del sig. Johannes Peter, forse la stretta vicinanza con la sig.na Helga lo turbava.
Il bike-fest è ritornato alle radici, UN LUOGO DI INCONTRI.
Il trompe-l’oeil che passione !!!