30 novembre 2010
29 novembre 2010
26 novembre 2010
25 novembre 2010
24 novembre 2010
FALSO MOVIMENTO 2.0
La mia proto riflessione intorno alla pratica sociale dello spinning ha stimolato un commento che mi spinge ad approfondire seguendo gli stimoli del generoso internauta.
Ho volutamente lasciato in ombra luogo e nome dell’istruttore, per non urtare la sensibilità di professionisti che dedicano molto tempo a tale pratica e che potrebbero sentirsi vilipesi dalle mie parole. Posso solo dire che nell’ambiente cremonese è considerato un professionista molto preparato, appassionato e molto formato. Qualità che, in un’unica lezione, ho solo intravisto. E poi, mi pare un ragazzo “naturalmente” simpatico, qualità caratteriale preziosa e non scontata.
Riporto il commento al mio post per comodità di lettura.
Il tuo articolo è interessante ma è basato su un tuo preconcetto sbagliato: il falso movimento è falso solamente se non ti conduce ad una tecnica difficile e complicata da imparare che è quella della pedalata. Per ottenere un movimento fluido rotondo potente che disperda il minimo di energia dal corpo ma applichi la maggior potenza sui pedali ci vogliono anni sui pedali, ed il miglior modo per impararlo è proprio su di una bici a scatto fisso, come ad esempio una bici da indoor cycling di ultima generazione. Non so dove tu abbia pedalato in sala e non conosco l'istruttore, non l'hai menzionato, ma ti posso assicurare che se cerchi un'istruttore che pratichi ciclismo cambierai sicuramente idea.
Buon tutto.
Il titolo del post l'ho rubato a Wim Wenders, che nel lontano 1974 girò il film “Falso movimento” ispirato ad un racconto di Peter Handke che del film fu anche sceneggiatore. Vado con una citazione del regista: "Tutto il film si basa sul sottile discrimine che passa tra giusto e falso. Abbiamo cercato in ogni modo di evitare che Wilhelm e in generale gli altri personaggi non agissero mai in modo del tutto giusto. Anche i rapporti tra i personaggi non sono né giusti né falsi, ma sempre in bilico tra giusto e falso. Una volta sembra che Wilhelm abbia agito in modo retto, il momento dopo si vede che non se n'è accorto e distrugge di nuovo tutto. Perciò il film s'intitola 'Falso movimento".
Giustamente la controreplica si focalizza su di un aspetto molto specifico della pratica dell’indoor cycling: la pedalata.
Si tratta di un’idea sofisticata, che presuppone un praticante molto esperto ed esigente, quale io non sono, che va alla ricerca di un allenamento specifico di un movimento semplice, in quanto meccanicamente guidato, ma non facile da eseguire.
Wenders accosta falso e giusto, in genere le coppie antitetiche sono vero-falso, giusto-sbagliato.
L’indoor-cycling mi pare a mio modo di vedere, o per dirlo meglio, a mio modo di esperire, una pratica che si muove fra il giusto e il falso.
Molti ciclisti, e mi pare che, tale pratica, appartenga anche al mondo dei pro, usano lo scatto fisso per affinare la pedalata cercando di renderla massimamente rotonda, penso per aumentare al massimo l’efficienza e l’efficacia del movimento.
Non mi addentro in questioni bio-meccaniche di una certa rilevanza, preferisco dire qualche cosa sul falso movimento.
Falso pur se giusto: l’uso dello scatto fisso dell’indoor cycling permette lo sviluppo di alcune qualità, bene.
Giusto, probabilmente dal punto di vista meccanico, ma allargando la visuale, risalendo la caviglia, il polpaccio, il possente quadricipite per arrivare a cogliere tutto l’insieme del corpo in movimento il senso di straniamento inizia a farsi sentire. Siamo ancora nel giusto, ma già si manifesta qualche segnale dissonante.
Se poi si allarga ancora la visuale, l’azione dei corpi intenti ad eseguire lo stesso gesto, in modo più meno consapevole, mi spinge, questa nuovo punto di vista a perdere di vista il microcosmo pedale-metatarso-caviglia; vengo assorbito in un gioco più ampio che definisce nuovi significati.
Come tutte le pratiche, dall’indoor cycling allo yoga passando per il kyudo o l’ikebana, l’esperienza della pratica acquisisce significato in relazione alle aspettative (ma non solo ovviamente) del praticante.
La mia esperienza, sostenuta scopro ora da un pre-concetto, mi porta a praticare l’indoor cycling come se partecipassi ad una cerimonia laica che in certi frangenti sembra sfumare in un sabba contenuto.
Un esercizio di affinamento di un gesto si inscrive allora in una pratica sociale di una qualche rilevanza.
Ci si chiude in una stanza, si crea uno spazio separato.
L’istruttore ministro-del-culto ascende, nel mio caso, sale in cattedra (dal greco kata, sopra, édrà, sedia), ascende ad un livello superiore, marcato anche dalla posizione, si dota di microfono ed inizia a parlare, racconta, introduce le coordinate di una storia. Stiamo entrando in un altro mondo.
Continuerà a parlare per tutta la lezione, intervallando parole a pause, con molte reiterazioni. Addirittura utilizzerà dei semplici cambiamenti di setting, attraverso la variazione delle luci: colore freddo su tonalità bluastre per le fasi di pianura e di riscaldamento, colore rosso per le fasi di lavoro più intenso associato alla collina o alla montagna.
Siamo ormai dentro una narrazione artificiale, come lo può essere un qualsiasi racconto, tutti partecipano alla cerimonia.
Ognuno con le proprie aspettative e i propri obiettivi.
Certamente, come Daniele mi invita a riflettere, se il ministro-del-culto è anche un ciclista le narrazioni possono acquisire nuove sfumature nel mio caso mi par di capire che si tratterebbe di concentrare l’attenzione su alcuni particolari che il neofita, quale io sono, tende a perdere.
Devo forse iniziare a guardare la pratica dell’indoor cycling con mente più analitica, cercando di sfuggire alle malìe societarie e sperare che il mio esausto miocardio resista alle violente sollecitazioni? E’ giunta l’ora di acquistare un cardiofrequenzimetro? Una pedivella ergometrica? Un manuale di bio-meccanica? Una buona traduzione delle Upanisad?
Sono tante le domande, e già immagino quali potrebbero essere le risposte che mi cadranno addosso come sassi, dai miei amati compagni di pedalate.
A risentirci…devo riguardare Wenders, forse…
All'inizio faceva solo Spining poi è diventato un maniaco sessuale (ndSpiedo) |
23 novembre 2010
ROCKVILLE 4
Incredibile! Una moto BMW bella è esistita!
http://thevintagent.blogspot.com/2010/11/off-hook-parisian-bmw-display.html Grazie a France per avermi fatto scoprire questo link |
ThermaJock: Cold Weather Protection For Men
n materiale tecnico (POLARTEC termal pro), assssolutamente indispensabile / irrinunciabile in tutte le situazioni in cui occorre protezione e calore
Si adatta a tutte le misure dell'atleta, ma non stringere troppo con il cordino
Come testimonial ha un certo "Kurt R. Casanova, Chicago, IL", con un cognome simile gli occorre una protezione affidabile
Scuderia Ferrari
Molto bello questo blog di moto vintage, pieno di foto e storie interessanti,
come questa:
Scuderia Ferrari Motorcycle
22 novembre 2010
ULTIMA ORA: MARCELLO PASSA A TREK
Domenica si inizia!
20 novembre 2010
FALSO MOVIMENTO
“Non essere gregario, sii capitano di te stesso!”, le parole scorrono liquide dentro il nervo acustico, perplesse; quale direzione prendere? Questa volta no! Si impuntano, le onde sciamano, e deviano irrimediabilmente verso il cervelletto. Lo penetrano, lo conquistano. Fanno strage di membrane, scempio mitocondriale, devastazione ribosomica…
Per partecipare proficuamente ad una lezione di spinning bisogna avere cultura.
Anni ed anni di esercizio metodico alla mortificazione, al controllo, alla posticipazione del piacere, devono essere il bagaglio indispensabile del ciclopedalatore da camera.
L’esercizio della mortificazione rinforza il bisogno di contatto, la negazione aumenta il desiderio, ma al tempo stesso lo censura.
L'unica cosa interessante dello Spinnig (ndSpiedo) |
Dovrebbero indagare la capacità di sopportare la frustrazione.
Dovrebbero indagare la capacità di fare gruppo, dovrebbero auscultare le capacità contattogene dell’allievo.
L’umano che si avvicina a certe esperienze dovrebbe essere preparato, deve sapere che ci saranno, nel corso dell’esperienza, momenti molto difficili; il disorientamento sarà in agguato ad ogni pedalata.
La prima esperienza straniante è data da un contrasto di esperienza: bicicletta si associa a movimento, e subito questa arcaica esperienza non viene validata. La bike, si la bike, perché così viene chiamato l’attrezzo che simula maldestramente il movimento che si compie andando in bici, che non hanno, i guru del marketing mentale, il coraggio di chiamarlo bici da camera, fa troppo piccolo borghese, troppo impiegato di banca moderatamente sovrappeso, e allora si ricorre al termine inglese che spoglia la parola del suo significato per offrire un suono alieno da riempire di nuovi significati.
Questa è la prima esperienza straniate che fa tabula rasa di tutto quello che l’umano aveva appreso con la propria esperienza.
Sembra di pedalare ma si sta fermi.
La seconda esperienza straniante è data dalla musica gabbia sonora che imprigiona e contiene i significati. Mezzo e strumento per “battere il tempo”, il metronomo del gruppo. Non più una fruizione estetica, ludica, estatica, conoscitiva, no nulla di tutto ciò; la musica diventa uno strumento di dominio.
Si tratta di recuperare alcune esperienze pionieristiche di Bryan Eno e Robert Fripp per espanderle. La musica come elemento amniotico, che riempie spazi pubblici, musica che satura il silenzio e neutralizza il rumore del quotidiano.
Nello spinning la musica riempie il silenzio, copre i rantoli, annulla i rimbombi cardiaci, ma fa dipiù, schiavizza la mente. Come la buprenorfina: satura specifici recettori, interrompe alcuni pericolosi circuiti, così la musica, neo-sostanza, nuova ambrosia digiatle, si deposita dentro la mente del ciclopedalatore da camera e crea lo spazio mentale per contenere l’esperienza. Se non ci fosse la musica, la mente discriminante, il pensiero logico, e infine la dignità umana, spingerebbero l’individuo ad azioni auto, o addirittura etero aggressive che trasformerebbero le palestre in mattatoi, e questo non può essere accettato. Sangue e altro materiale organico, che imbratta preziosi pavimenti in legni esotici non può essere assolutamente accettato dalla comune morale contemporanea.
La musica permette al ciclopedalatore da camera di isolare la neocortex: in pochi minuti si ha una temporanea regressione al sub umano.
Le lezioni migliori sono quelle che riescono a costruire una storia plausibile e coerente: un gruppo di persone dotate di una forza di volontà incrollabile si incontra e decide di eleggere uno di loro capo branco. Questo capo branco condurrà il gruppo attraverso valli di lacrime, salite di sangue, discese adrenaliniche, pianure velocissime.
Basta un attimo, se perdi la storia sei fuori, morto, rientri nel mondo: hai perso.
Penso che lo sforzo maggiore che l’umano ciclopedalatore da camera deve compiere sia dato dal cercare di rimanere assolutamente dentro la storia. Tutto quello che accade è assolutamente vero. Ogni parola del capo branco è Parola di Verità: chi non crede è perduto.
“Siete un bel gruppo, questa sera vi state comportando come un gruppo meraviglioso”. Terminata la lezione, la musica ormai spenta, l’istruttore passa fra le biciclette da camera a complimentarsi: lo fa con tutti, una parola, un piccolo gesto, una battuta più diretta con le persone più conosciute, un semplice sorriso. Tutti sono “tenuti dentro” pericolosamente in equilibrio
Basta un attimo per uscire fuori e cadere nell’abisso della solitudine: siete un bel gruppo, il miracolo si è ripetuto. Tu fai parte di un bel gruppo, hai esperito una grande avventura, tu vali molto, tu sei ok.
Una bella pulita delle biciclette da camera sancisce il rientro nel mondo, si chiude la porta della stanza e ci prepara al prossimo falso movimento.
AIUTIAMO PERSE
Un altra vittima del miglior tester a sforzo che conosca |
Troviamo un Brand che lo supporti e che utilizzi le sue indubbie qualità in modo costruttivo.
19 novembre 2010
Zio io ci farei un pensierino..!
Titanio, un po' di carbonio, questa è una bici moderna,
hi-performance e per nulla banale. Finiture impeccabili.
IF Tiflw-v2-Wicked
16 novembre 2010
I "Diari della Bicicletta"
Momento di pausa pedalatoria.
Passo davanti ad una libreria e cosa faccio? Non lo prendo?? .. David Byrne è già passato diverse volte nei nostri discorsi e nel nostro Blog. Ha giusto pubblicato questo libro e Bompiani ce ne presenta un'ottima traduzione.
Curioso di sapere cosa scrive più del come scrive.
E le mie aspettative sono soddisfatte appieno!
Berlino, Istambul, Buenos Aires, Manila, Sydney, Londra, San Francisco e, non ultima, la sua New York. Raccontate con gli occhi di chi le vive utilizzando, come mezzo di trasporto, una bici.
Non vi faccio una recensione e non vi racconto nemmeno qual'è il filo conduttore che lega i vari diari.
Se già non l'avete, chiedetemelo che ve lo presto!
12 novembre 2010
Ara che roba!
A qualcuno interessa l'oggetto?
11 novembre 2010
Che bella banda di matti!
Spettacolare ragazzi...
Cross Crusade #6 Astoria - Chapter 2 from Burk Webb on Vimeo.
STASERA IN TANA
Ci si vede dalle 21!
09 novembre 2010
basta, questi scarponi mi fanno male!
07 novembre 2010
FILOSOFIE
La tattica contro il tic tac è semplice.
I vecchi corridori sostengono che le cronometro si dividono in tre parti: nella prima si va forte, nella seconda fortissimo, nella terza a tutta. Invece il mio direttore sportivo mi ha detto: "Michele, nella prima parte vai a tutta nella seconda e nella terza pure". Così ho fatto. Cioè: ho cercato di fare. Sono partito a tutta per rompere il fiato: c'era una bella salita. Poi in discesa dopo aver rotto il fiato ho avuto paura di rompermi qualcos'altro. Nella terza ho dato l'anima.
Con il direttore sportivo c'era stata anche una simpatica discussione sul cambio da montare: lui preferiva un rapporto lungo, io una botta e via. Dai, sto scherzando.
Poche righe tratte da "Il diario del gregario" di Marco Pastonesi. Il Michele che ci parla per voce di Pastonesi è il Michele Scarponi che nel 2002 esordì come professionista nella quadra di Mario Cipollini, Il Re Leone.
Pastonesi, Il diario del gregario, edicicloeditore, 11,50€.
Io penso che l'ironia possa tenere a galla alcune persone, anche in ambienti poco adatti alla vita come il ciclismo professionistico.
05 novembre 2010
COLLINE
04 novembre 2010
03 novembre 2010
x Chicco
Due immagini che danno l'dea del pilota (in entrambe ben al di fuori della traiettoria ottimale...)
sorry Chicco, ma rinuncerei a tutto per una una battuta.
Una faggeta da sogno...
Sabato abbiamo fatto una breve pedalata all'interno della porzione del Parco delle Foreste Casentinesi adibita a Riserva Integrale. Proibito l'accesso al di fuori del sentiero, silenzio, natura incontaminata, aria pulita e atmosfera da fiaba. Bellissimo!! Ci torneremo.