Non so se quello che scrivo servirà a qualcosa, non so se lo leggerete con interesse, non so se questo è il luogo giusto per farlo. Lo scrivo lo stesso, perché ne sento il bisogno, perché per me è importante farlo.
Questa mattina ho lavorato molto, non ho nemmeno guardato internet.
Quando ho aperto il blog la prima sensazione che ho avuto è stata quella di essere aggredita, che mi venissero sparate addosso tutte queste immagini per il solo desiderio di farmi innervosire, per deridermi e istigarmi.
Forse è un argomento per cui io non ho più senso dell’umorismo, e già quello che ho è poco. E’ un difetto, una mia difficoltà, lo riconosco.
Non ho provato irritazione, non ho provato rabbia e nemmeno voglia di rispondere. Mi sono solo sentita ferita. Perché non c'è stato nessun tentativo di capire, solo una caparbia e ceca difesa delle proprie posizioni, delle proprie azioni, dei propri comportamenti, un sostenere che in fondo è solo e sempre uno scherzo.
Ho chiesto che venisse tolta quella foto perché mi infastidiva più di altre, che comunque ugualmente mi disturbano ma non commento. E non hanno alcun senso le interpretazioni su immaginarie invidie, davvero solo fuori luogo. Nemmeno per un attimo provo fastidio per chi in quelle foto compare, mai.
L'ho chiesto e sono contenta che Spiedo l'abbia fatto. Ho pensato che questo, in fondo, fosse un atto di cortesia nei miei confronti, piccola, ma significativa, anche se non è per fare una cortesia a me che vorrei che voi utilizzaste con meno “spavalderia” le immagini di corpi femminili in pose più o meno provocanti.
Voi sapete benissimo che non sono una reazionaria, non sono una benpensante e non sono una repressa. Probabilmente nel mio privato sono assai più disinibita di molti di voi. Questo non è il punto.
Vorrei che voi provaste, una volta tanto, a immaginare il mondo visto con gli occhi di una donna, magari la vostra donna, quella che ogni giorno avete accanto, che probabilmente saprà aiutarvi a distinguere ciò che è appropriato da ciò che a volte (spesso) non lo è.
Provateci con serietà, per un giorno intero immaginate di essere loro.
Forse vi chiederete perché me la prendo tanto, perché continuo a rompervi i coglioni con questa storia, che in fondo ci si trova per divertirsi e per andare in bici e questo basta. Forse preferite non entrare nel dettaglio, fermarvi alla superficie delle cose, perché la vita è già troppo piena di rogne.
Lo faccio perché di voi mi interessa un po’ di più della stragrande maggioranza degli uomini, perché con voi divido il mio tempo, perché spero che voi possiate capire e capirmi, perché penso che amicizia significhi anche desiderio di capirsi a vicenda.
Alberto Leiss (giornalista e autore di libri) scrive un commento a proposito della querelle sul manifesto del Pd romano con la ragazza con la gonna al vento, che mi trova molto d’accordo:
“Perché non mi ha dato fastidio quell’immagine di una gonna leggermente alzata dal vento? Molte immagini volgari mi infastidiscono, come mi infastidisce la esibizione di certi nudi o quasi-nudi femminili in molte, troppe trasmissioni televisive. Il documentario di Lorella Zanardo ha interpretato un giustissimo “ora basta” rispetto a quest’uso del corpo femminile. Penso però che il discorso non debba essere troppo semplificato. Il corpo di una donna e la sua bellezza esercitano una forza enorme su noi uomini, e immagino anche su altre donne. Credo che i maschi che esercitano un potere sulle immagini oscillino continuamente tra la spinta a celebrare con desiderio ma senza violenza questa bellezza, anzi con una sorta di devozione, e la volontà di dominare una forza molto potente, anche e soprattutto ricorrendo allo strumento della volgarità che umilia, mortifica, sottomette. La presenza pubblica veramente pervasiva – giornali, riviste, tv, cinema, arte, pubblicità, centri commerciali, e le folle che incrociamo ogni giorno – di corpi femminili che si offrono allo sguardo la vivo da molto tempo come la manifestazione di un duplice significato: la nuova forza simbolica e sociale delle donne, e il tentativo – sempre più debole – degli uomini di imbrigliarla, immiserendo e squalificando così anche il proprio desiderio. Il confine tra questi due significati è assai mobile, ambiguo, a volte sottile. E’ un confine estetico e quindi etico. E antico.”
Ciao, a stasera.
29 giugno 2011
Un discorso serio e noioso
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4 commenti:
Ve lo dico io stasera scatto al primo chilometro e vado in fuga!
a stasera!
Tigre, visto che ci vuoi bene sopportaci così, è impossibile cambiare il pensiero di un uomo. Noi abbiamo due neuroni, uno lo impegnamo a governare la bici e l'altro vede solo culi. Abbi pazienza.
Ah, dimenticavo, belle parole
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