POLVERE

In questi giorni di malinconia data dal tempo uggioso mi sono dedicato alla vita da garage, da tempo dovevo sistemare alcune cose sulla mia fida Yeti Arc, a malincuore ho tolto la polvere da qualche zona perché quella polvere porta con se ricordi di momenti indimenticabili.

Quella polvere mi riporta in primavera e in estate, mi riporta alle ultime notturne fatte nel fresco della notte dopo una giornata soleggiata. Quella polvere mi riporta ai sentieri di campagna delle nostre colline, quando le carrate di terra battuta iniziano a dispensare polvere per il passaggio dei mezzi agricoli.

Adoro quei sentieri, più l’azione del contadino ha effetto più la polvere è importante. Quella polvere è sinonimo di estate, è frutto del sudore dell’uomo che coltiva i campi e del ciclopedalatore che la solca.

Nella notte quando la lama di luce fende il buio, si nota maggiormente quel pulviscolo che sale dal terreno, sollevato dal moto della ruote grasse.

La polvere è quasi come la neve, copre tutto, si deposita sul telaio, mimetizza il mezzo e si attacca alle gambe sudate, alle braccia poi.

Un paio di gambe impolverate sono sinonimo di un lavoro ben fatto, di una pedalata riuscita. E poi c’è polvere e polvere, varietà di colori e di tonalità, chi non ama la polvere di Finale, quel rosso che tutto ricopre.

E’ sempre un dispiacere spolverare, si spolverano via ricordi bei ricordi.

Dannata polvere, mi fai male al cuore.