Standing ovation per tutti e due! |
31 gennaio 2011
29 gennaio 2011
POSSIAMO FARCELA?
All'inizio c'è un pezzetto di carta che stropiccio tra le dita. Lo premo con i polpastrelli contro il palmo fino a quando decide di liberarmene; il tapis roulant è ancora fermo nel rimbombo dell'aereoporto e questa carta di imbarco bianca e verde con i numeri del volo, del gate e del posto non mi serve più, mentre disfarmene, come tutte le volte che arrivo a Palermo, mi serve ad accettare il ritorno.
Allora raggiungo il cestino, uno di quelli con la bocca circolare larga e luminosa, il bordo laccato in tre colori, talmente moderno ed internazionale -l'etica trasformata in tecnologia dello smaltimento consapevole- che per un momento esito, mi sembra troppo. In alto il cestino è ulteriormente tripartito: dal centro tre raggi suddividono lo spazio interno in altrettanti scomparti, CARTA PLASTICA ALLUMINIO, ogni parola moltiplicata in altre lingue.
A un passo da questo orologio della decenza organizzata, nel momento in cui mi sporgo sul cratere e libero la pallottolona di carta nel suo specifico varco, vedo che all'interno del cestino invece di tre diversi sacchetti ce n'è uno solo in fondo al quale i rifiuti si raccolgono senza distinzioni, così che adesso la pallottolina giace tra lattine incavate sacchetti di plastica una copia del "Giornale di Sicilia" gomme da masticare una buccia di banana un torsolo di mela, tutto mescolato a una specie di composto detritico ancestrale.
Giorgio Vasta, Spaesamento, Editori Laterza, 9,50e
28 gennaio 2011
La settimana prossima non me lo perdo!
Sto cercando di convincere Franco Priori a venire per il battesimo della mia Bici sul sacro legno del Velodromo |
25 gennaio 2011
24 gennaio 2011
Lobos (heart) Sideburn !
Brits are Crazy ..... so we are! |
23 gennaio 2011
22 gennaio 2011
Borz non la prende sottogamba
21 gennaio 2011
Mantra
Non c’è nulla di ipnotico o di magico, è solo una questione di pratica e soprattutto di non scoraggiarsi se non si ottengono subito i risultati sperati. Quando pratichiamo il Mantra stiamo richiamando il più grande potere che siamo in grado di concepire: qualunque nome gli attribuiamo, con il Mantra stiamo richiamando la parte migliore che c’è in noi. E’ fondamentale che una volta scelto il Mantra non si cambi, per non rischiare di fare come il contadino che per trovare l’acqua, scava innumerevoli buche in superficie senza risultato, mentre se avesse impiegato lo stesso tempo per scavarne una sola profonda l’avrebbe sicuramente trovata.
20 gennaio 2011
toc toc..mi presento
18 gennaio 2011
Lobos track experience
Per chi ci volesse essere ritrovo venerdì 21 ore 19 a Montichiari (BS). Info per la location qui. Portare abbigliamento bici + pedali + cattiveria (e la solita goliardica voglia di divertirsi assieme)
17 gennaio 2011
13 gennaio 2011
12 gennaio 2011
11 gennaio 2011
DECADI E COMPITI
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in Maurizio Maggiani, mio conterraneo classe 1951, levantino di Bocca di Magra; oggi mi sono scontrato con Paolo Nori, mio quasi coetaneo, lui del 1963 io a ruota due anni dopo, parmense.
Vi dono una simpatica riflessione del protagonista (alter ego dell'autore) del suo ultimo romanzo: I Malcontenti (Einaudi Editore).
Vado con la citazione: "Era una cosa che avevo già scritto da un'altra parte, anni prima, e la ripetevo così, un po' meccanicamente, tutte le volte che avevo l'occasione di ripeterla, e ogni tanto ci aggiungevo un pezzo.
Cominciava dicendo che quelli che erano nati negli anni venti, e che avevano vent'anni negli anni quaranta, avevan dovuto combattere perché c'era la guerra e servivano dei soldati. Quelli che eran nati negli anni trenta, e avevano vent'anni negli anni cinquanta, avevan dovuto lavorare perché c'era stata la guerra e c'era un paese da ricostruire. Quelli che eran nati negli anni quaranta, e che avevan vent'anni negli anni sessanta, avevan dovuto lavorare anche loro perché c'era il boom economico e una grande richiesta di lavoro. Quelli che eran nati negli anni cinquanta, e che avevan vent'anni negli anni settanta, avevan dovuto contestare perché il mondo così com'era stato fino ad allora non era più adatto alla modernità o non so bene cosa. Poi eravamo arrivati noi , nati negli anni sessanta e che avevamo vent'anni negli anni ottanta e l'unica cosa che dovevamo fare, era stare tranquilli e non rompere i maroni.
Mi sembrava che noi, avevo detto, fossimo stata la prima generazione che, se ci davano il lavoro, non era perché c'era bisogno, ci facevano un favore.
Cioè era come se il mondo, per i nostri genitori era stata una cosa da fare, da costruire, per noi fosse già fatto, preconfezionato, e l'unica cosa che potevamo fare era mettere delle crocette, come nei test.
E allora aveva anche senso, che proprio in quel periodo lì, negli anni ottanta, fossero comparsi in Italia, i giochi elettronici, perché uno di vent'anni che passava sei otto ore al giorno a giocare ai giochi elettronici, che negli anni cinquanta sarebbe stato un disadattato (Sei un delinquente, gli avrebbero detto i suoi genitori), a partire dagli anni ottanta andava benissimo, perché rispondeva al compito precipuo della sua generazione, di stare tranquillo e di non rompere troppo i maroni". Fine della citazione tratta da I Malcontenti, Einaudi Editore, 2010, pag 39-40
...e se si dovesse continuare con quelli nati negli anni settanta, alla loro generazione cosa gli abbiamo chiesto, e quelli nati negli ottanta, ventenni all'inizio del nuovo millennio che compito gli è stato assegnato, e quelli che ora hanno vent'anni e sono quindi nati negli anni novanta che compitino hanno da svolgere?
10 gennaio 2011
Simpatico spaccone..
Rinfrescando la pagina compaiono alcune massime del soggetto...
www.jensvoigtfacts.com
09 gennaio 2011
Presidente Complimenti!
Ora allenando il gesto tecnico specifico può diventare un Top Rider da Body attillato e primi posti..... Perse e Luke state attenti JD sta arrivando!
08 gennaio 2011
dove s'è fatta l'Italia
06 gennaio 2011
FANGO-LOBI-MARUBINI
Grazie FANGO ci hai fatto divertire
04 gennaio 2011
BUON ANNO
Esco di casa per andare a comprare il pane. Incontro un amico professore di educazione fisica, saluti e auguri di rito con relativo invito per il 20 gennaio a Cremona. Ci sarà un convegno dal titolo benaugurale: "La distruzione del nostro paesaggio". Prendo il depliant, saluto e torno a casa. Pochi passi e sono davanti al cancello del mio palazzetto di misurato decoro. Ripenso a certe immagini della bassa veneziana, sono un ciclocrossista in erba, poi mi pare di vedere il fumo, vapore acqueo ops! che errore, acqua cosa c'è più naturale dell'acqua, forse l'aria. Fumo che si eleva da alta ciminiera, bancali di piastrelle sparse per la campagna, e poi vedo case migliaia di case vuote, chiuse, prive di ogni vita, l'aria del mare a corroderne gli infissi. Entro in casa ed inizio a ravanare con il computer...pochi click e sono sul sito di Maggiani. Lo apro, tossico forte elimino grumi verdastri, e mi trovo sullo schermo un piccolo racconto dal titolo quasi banale: UN LUOGO COMUNE.
BUON ANNO LOBI!!!
UN LUOGO COMUNE
Gli italiani se la spassano, loro sì che sanno come godersi la vita. Noi sì, che ce la spassiamo, e come ce la godiamo noi la vita, non se la sa godere nessuno.
Chissà da dove è nata questa stupidaggine, chissà se sono stati gli italiani a mettere in giro per primi la voce, o qualche incauto osservatore alieno, obnubilato dal preconcetto illuminista che tutto ciò che è selvaggio e naturalità, è bellezza e piacere. Di certo, se mai c’è stata un’epoca in cui ne eravamo convinti, o siamo stati indotti a convincercene, quell’epoca è al suo crepuscolo. Io ho smesso di crederci la prima volta che ho costatato con i miei occhi l’esistenza del continente Europa. Vediamo di capirci.
Cos’è che rende la vita godibile e spassosa? Dico la vita, non dico le vacanze. Le vacanze sono facili, la vita un po’ meno. Le mie vacanze in Italia sono in genere piacevoli, la mia vita in Italia, martoriata e sgradevole. So che vivrei molto meglio a Wolfburg -non dico a Berlino o a Monaco, ma nell’ombroso nord, a un passo da una fabbrica di automobili- che dove vivo oggi, a La Spezia, a un passo dalle Cinque Terre. Naturalmente, vivrei a Wolfburg e andrei in vacanza nelle Cinque Terre. Perché la qualità della vita, l’arte e la scienza di vivere bene, di spassarsela, non hanno nessuna relazione con la qualità delle vacanze. Secondo me, vivere significa lavorare il giusto e bene, mantenersi in salute, avere facile accesso alle conoscenze, muovermi velocemente ed economicamente nella mia città e nel mio paese ed avere facilitati i rapporti sociali, poter scegliere tra molte opzioni come disporre del mio tempo libero in modo proficuo e creativo. Ecc. ecc. Tutta questa roba, e in particolare tutta assieme, gli italiani non l’hanno mai vista e non la vedranno mai. Quanto tempo impiega un cittadino di Wolfburg per sapere se il suo dolore allo stomaco è un cancro o una gastrite, quanto impiega un italiano? Un italiano ha buone probabilità di morirne prima di saperlo. Forse conta qualcosa cirvìca la qualità della vita. un italiano, lo giuro, lavora quasi il doppio di un tedesco, e, come noto, produce la metà e generalmente nemmeno bene. Nel mentre che un operaio di Wolfburg se ne sta andando a fare un giro in bici ai laghi, l’operaio italiano sta facendo gli straordinari in fabbrica, e non è a prendere il sole in una spiaggia. Se entro in un ristorante di Wolfburg, ho buone probabilità di aver servito del cibo cucinato in modo dignitoso offerto a un prezzo accettabile, se lo faccio nelle Cinque Terre, o in qualsiasi altro posto del mio paese, mi devo ragionevolmente aspettare il contrario, almeno nei due terzi dei casi. Non lo dico a caso; per tre anni ho fatto il giornalista gastronomico, e ho smesso perché ne stavo morendo di intossicazioni. Quanti tedeschi litigano per il conto di un piatto di aringhe di primavera, quanti italiani per un branzino al forno? Nessun confronto possibile; e gli italiani che non litigano, lo fanno solo perché non ne hanno più voglia di dedicarci tutto il tempo e le energie che richiederebbe la costante pratica di difesa dalla frode. Ed è una bella vita questa? Se la sta spassando un disgraziato che per fare cinque chilometri su un mezzo pubblico di città impiega un’ora e mezza? È uno spasso impiegare un anno e decine di ore di telefonate, colloqui e compilazione pratiche, per farsi togliere una multa frutto di un errore burocratico? È dal dopoguerra che nella mia città non si costruisce un edificio, pubblico o privato, che possa definirsi bello, rispettoso del tessuto urbano preesistente, interessante, ma solo obbrobri generati dalla speculazione edilizia e dalla stupidità e connivenza di chi dovrebbe tutelare la città. È piacevole vivere vedendo la bellezza costantemente mortificata? Io so che sperpero metà della mia vita per cercare di cavarmela nel sistema in cui sono costretto a vivere. Metà della mia unica e irripetibile vita che potrei dedicare, appunto, alla ricerca di benessere e felicità.
Io non andrei in vacanza a Wolfburg, non più di una volta nella vita, e per questo gli preferisco le Cinque Terre. Per il tempo che ci trascorro, posso anche tollerare, malvolentieri, di essere rapinato dagli affittacamere e frodato dai ristoratori, ingannato dai controllori della salubrità di aria e acqua, e orripilato dal cattivo gusto degli abbellitori. In cambio di tutti questi affronti, ho ciò che a V non avrei mai: una natura meravigliosa e un clima stupendo. Finché non ci penserà l’effetto serra a rovinare il clima e gli speculatori distruggere la natura. Ma natura e clima non sono invenzioni degli italiani, bensì di Iddio o del naturale evolversi del pianetagli italiani non possono vantarsi di ciò che non gli appartiene e che, come produttori della più grande quantità di gas serra di tutto il mondo, a parità di PIL, si stanno ingegnando a distruggere nel più breve tempo possibile.
Infine. Come dilettante di cucina, nutro alcuni dubbi sulla superiorità del branzino alla Ligure rispetto alle Aringhe di primavera alla moda del Baltico. Non foss’altro perché il branzino allo stato brado è praticamente estinto, e quello che viene servito è nato e morto in un allevamento, nutrito con farine animali di incerta qualità.
Come siano incapaci di godersela gli italiani, voi, non riuscite nemmeno ad immaginarvelo.
(tratto dal blog di Maurizio Maggiani)
03 gennaio 2011
ROCKVILLE setup
Domattina io Bob e Fbi dalle 10 siamo a studiare come tracciare il percorso di quest'anno.
01 gennaio 2011
Via della Perdizione, 69
Rifacendomi al recente post della Tigre, io sarei un po' scettico circa la possibilità di rivedere il (sempre più Porno) Baffo on bike in tempi brevi.. pare abbia imboccato la via della perdizione (e ne abbia già percorsi diversi km...)