28 febbraio 2011
un po' d'Eroica in pianura Padana
27 febbraio 2011
26 febbraio 2011
25 febbraio 2011
24 febbraio 2011
lo ammetto..sono elettrone dipendente
23 febbraio 2011
Buona idea..... ma cavoli le finiture!!!
Le scritte Electric e gli strumenti di bordo non si possono vedere .... per non parlare dell'inviata Hipster!
22 febbraio 2011
VI VEDO BENE
Tutti allineati, con il cuore a mille, in attesa del via
Tutti e 8, tesi attenti allo sparo:
SPIEDO, GHIDO, BOB, ANTO, CARLETTO, MELINDA, CENE, MARIO
E pensare che è solo una batteria
20 febbraio 2011
mettiamo altra carne sul fuoco ?
New Company
Ecco l' allegra banda degli ex IF con un nuovo marchio di bici.
19 febbraio 2011
Grande festa al ristorante Scavezzon di Mirano (VE) per la conquista della stella Michelin
antipasti
baccalà in umido su fettine di polenta, formaggi della schola casearia di Pandino e salame cremonese, boulle di verdure in purezza con pinzimonio
primo
paella nurese
secondo
seppioline melaniche in umido con polentina fresca alla walter
dolce
torta di torrone vescovatino, pasticcini mignon di pregevole fattura
Il tutto da abbinare a piacere con selezione di birre belghe, prosecco di Valdobbiadene ed amarone della Valpolicella
PS peccato tutte quelle bici in giro per il ristorante... comunque un sentito ringraziamento ai tre simpatici fratelli gestori del ristorante Scavezzon per l'invito
menzione speciale della critica per le seppioline melaniche di Walter
Michele Boschetti "Nure" (guest chef della serata) alle prese con la paella (un grazie anche alla genitrice del guest chef per la ricetta...)
Le foto della serata qui
16 febbraio 2011
ISPIRAZIONE
DEMOCRACY - LEONARD COEN
It's coming through a hole in the air,
from those nights in Tiananmen Square.
It's coming from the feel
that this ain't exactly real,
or it's real, but it ain't exactly there.
From the wars against disorder,
from the sirens night and day,
from the fires of the homeless,
from the ashes of the gay:
Democracy is coming to the U.S.A.
It's coming through a crack in the wall;
on a visionary flood of alcohol;
from the staggering account
of the Sermon on the Mount
which I don't pretend to understand at all.
It's coming from the silence
on the dock of the bay,
from the brave, the bold, the battered
heart of Chevrolet:
Democracy is coming to the U.S.A.
It's coming from the sorrow in the street,
the holy places where the races meet;
from the homicidal bitchin'
that goes down in every kitchen
to determine who will serve and who will eat.
From the wells of disappointment
where the women kneel to pray
for the grace of God in the desert here
and the desert far away:
Democracy is coming to the U.S.A.
Sail on, sail on
O mighty Ship of State!
To the Shores of Need
Past the Reefs of Greed
Through the Squalls of Hate
Sail on, sail on, sail on, sail on.
It's coming to America first,
the cradle of the best and of the worst.
It's here they got the range
and the machinery for change
and it's here they got the spiritual thirst.
It's here the family's broken
and it's here the lonely say
that the heart has got to open
in a fundamental way:
Democracy is coming to the U.S.A.
It's coming from the women and the men.
O baby, we'll be making love again.
We'll be going down so deep
the river's going to weep,
and the mountain's going to shout Amen!
It's coming like the tidal flood
beneath the lunar sway,
imperial, mysterious,
in amorous array:
Democracy is coming to the U.S.A.
Sail on, sail on ...
I'm sentimental, if you know what I mean
I love the country but I can't stand the scene.
And I'm neither left or right
I'm just staying home tonight,
getting lost in that hopeless little screen.
But I'm stubborn as those garbage bags
that Time cannot decay,
I'm junk but I'm still holding up
this little wild bouquet:
Democracy is coming to the U.S.A.
Leonard Norman Cohen (Montreal, 21 settembre 1934)
14 febbraio 2011
Se qualcuno vi dice.....
.... ma vuoi mettere una domenica in casa passata a fare il costume da carnevale per tuo figlio al posto di essere in mezzo ad un branco di 15enni intrappolati in corpi da 40enni (più o meno... dai non vi offendete) che girano per 1 ora come dei criceti in gabbia??? beh..... NON CREDETECI!!!!! SONO TUTTE PALLE!!!!!!
13 febbraio 2011
11 febbraio 2011
Singol Cross... siamo agli sgoccioli
Quanti bei momenti abbiamo trascorso con le gare Singol Cross! E con quella di domenica, siamo giunti all'ultimo evento della serie. Ed io che incominciavo adesso a scaldarmi...
Quando mi capita di ritornare a guardare gli album fotografici delle varie gare, mi sembra di rivivere quei momenti: quasi mi viene il fiatone; con i racconti di Ema sul blog poi, il gioco è fatto, sono di nuovo su quei circuiti, a spingere come un "bufalo" nel fango.
Non c'è classe nei miei movimenti, la tecnica è scarsa, l'abilità che ho maggiormente affinato negli ultimi anni è quella di spaccare biciclette. Però con la nuova bici Pitz! si vola; non avrei mai pensato di poter duellare con Luke, Carletto... certo che il Lolli el va trop fort... ('fess' direbbero i miei amici bresciani).
È troppo bello partecipare a queste gare, quanta bella gente che si incontra. Persone cordiali, sorridenti, simpatiche; e poi c'è Spiedo che anima tutto, un grande organizzatore, una persona davvero generosa.
Domenica giriamo ancora insieme, non vedo l'ora...
E poi? Non ditemi che non si corre più con la cx...
08 febbraio 2011
CHI VIENE?
Il 24, 25 e 26 giugno anche quest'anno si replica il "passportes du soleil" nelle alpi franco/svizzere, 80 km, 7000 mt. di dislivello a scendere, 1000 mt. di dislivello a salire.
il 10 febbraio si aprono le iscrizioni, i posti sono ambiti, bisognerebbe essere veloci (nella prenotazione!). Costo di iscrizione 45,00 euro. Io e Ilaria ci andiamo, chi vuole unirsi si faccia avanti.
N.B. l'evento NON coincide con il Sella ronda bike day come qualcuno aveva suggerito, che sarà il weekend successivo (03/07/2011).
http://www.passportesdusoleil.com/
07 febbraio 2011
cose che capitano
nella vita capita di toccare il cielo con un dito...non perchè hai fatto 6 al lotto o perchè hai conosciuto una super gnocca...ma semplicemente perchè sei passato un giorno da uno dei tanti ciclisti che conosci nella penisola e ci hai trovato uno dei telai che sogni di avere in casa magari appeso alla parete del salotto anche a rischio della serenità coniugale...
uno di quei telai che stanno a testimoniare il passato glorioso che noi italiani ci siamo fumati allegramente in onore del motto "pochi...maledetti ...ma subito...e facili..." inteso a soldi.
ma capita anche che corri verso casa e prima ancora di salutare la sacra family...passi con gli occhi pieni di orgoglio e gioia dall'amico di sempre per mostrare felice il tuo piccolo trofeo....
il risultato di tutto ciò è che dopo 4 ore ..26 minuti e una manciata di secondi...la manina che si intravede nella foto che sorregge il telaio già testimonia il passaggio di appartenenza...complice il "fottuto" senso dell'amicizia che non può rimanere insensibile al pietoso pianto di un ciclista vittima dello scandium......e così mi ritrovo verso casa con le orecchie un pò basse e piene di strani rumori ...."sapessi come soffro di mal di schiena"...."ecco perchè esco molto meno con voi"..."pensa è propio la mia misura e per te è grande"..."grazie! sei un amico". ...E' andata così...
IDENTITA'
"Perché ce l'avete con gli stradisti?"
La domanda arriva forte, chiara e non eludibile. Merita tentare una risposta mi dico.
Ma quale?
Vien subito da dire, ma non dai sono per la massima libertà ognuno faccia quel che vuole come vuole quando vuole e con chi vuole, sono per la massima libertà. Non esserlo al giorno d'oggi non va bene, dopo il '68, il solo accenno a discriminare chichessia espone al ridicolo ma più spesso al controgiudizio.
Io poco so del mondo della bicicletta al quale mi sono affacciato da adulto.
Da ragazzetto la bici, l'unica bici per me era quella che pedalava Moser, e il mio preferito Saronni. E anche qui e siamo solo all'inizio si aprirebbero discussioni discriminanti che non voglio toccare.
La bici nella mia esperienza primaria è stata gioco, divertimento, avventura, prova di coraggio, poi solo dopo anche mezzo sportivo.
Ci giro in torno alla domanda di Carlo, che cos'è che spinge ciclisti amanti della bicicletta ad ironizzare, a volte in modo molto aggressivo, altri ciclisti amanti della bicicletta?
Non ho idee chiarissime in merito.
Penso, per quel che ho visto, e poco ho visto, che il rapporto con la bicicletta sia disiplinato da comunità di persone spesso piuttosto autoreferenti. L'autoreferenza è un semplice e rudimentale modo per sostenere la propria identità; l'autoreferenzialità è spesso un modo per semplificare l'incontro con l'Altro (e mi tocca scriverlo con la maiscola) con il Diverso da noi.
Con l'etichetta stradista mi pare che si designi un tipo di ciclista, che mima e riproduce in piccolo i vizi e le virtù del ciclismo professionistico. Ma non solo questo. Mi pare che l'etichetta rimandi ad un'idea di uso della bicicletta di tipo onnipotente e rozzo. Sì, stradista mi pare sia un sinonimo di rozzo. Come di chi non sa assaporare il bello della vita, e parlo della vita ciclopedalante ovviamente (anche se a volte l'etichettatura scende più in profondità, coinvolgendo aspetti non ciclopedalanti della persona), di chi segue le mode senza scegliere, di chi vede nel compagno di pedalate solo un avversario da battere, di chi solca strade senza accorgersi dell'ambiente che lo circonda (testa bassa e via pedalando...).
In altre forme ma con analoghi meccanismi si può giudicare una scelta sessuale, o una politica (ammesso che di questi tempi si possa ancora fare!), per tacere delle scelte religiose: c'è la sotterranea idea che esista il Giusto e il Vero e quindi lo Sbagliato e il Falso.
Mi pare, e non ho difficoltà a rintracciarli in me, si attivino dei meccanismi mentali molto ancestrali e basici che definiscono un campo: chi sta dentro e chi sta fuori. L'etichettatura diventa una modalità che orienta e disciplina questo meccanismo mentale e conseguentemente il discorso che da esso prende vita.
Alla domanda iniziale si possono trovare infinite risposte che confermano la bontà stessa (la Verità) delle risposte, e più si cerca di rispondere più ci si allontana dal Vero, che per sua definizione è ineffabile.
Il gruppo lobico non sfugge, secondo me, a questi meccanismi, per i motivi che ho detto alcuni pensieri e giudizi tendono a rafforzare l'identità del gruppo.
Ma penso anche che la curiosità e la voglia di incontro siano dei buoni antidoti. Il gusto del provare nuove esperienze, se ben condotto obbliga al confronto, alla conoscenza e quindi riduce molto la rigidità dell'etichettatura.
In tal senso la comunità lobica, pur essendo un gruppo molto elitario all'interno del più ampio gruppo dei ciclopedalatori, mostra forti chiusure etichettanti ma anche intensi amori che conducono alla contaminazione e al depotenziamento del giudizio.
Penso sempre che la linea che traccio a demarcare un campo per me passa sempre per la passione che uno ci mette nel fare le cose. E la passione se appassionata porta con se sempre delle gemme, la difficoltà maggiore è quella di riuscire a vederle, anzi forse, almeno per me la difficoltà maggiore è trovare le parole per descriverle, e spesso mi pare che anche ad altri accada.
Difficile è dire ma forse ancor dipiù ascoltare.
Un grande psicoanalista, diceva che per lui era fondamentale ascoltare i suoi pazienti senza memoria ne desiderio. Non è facile, e non è detto che lo si debba fare fuori dalla stanza dell'analisi, ma a me pare una sfida interessante al limite dell'umano.
Ci sono poi gruppi o persone che agiscono e sono poco interessati a rintracciare un senso in quello che fanno, e nuovamente sto ricreando delle gerarchie (chi pensa e riesce a ricostruire e comunicare un senso a quello che fa è Superiore a chi non lo fa!) discriminanti; non è facile sfuggire al giudizio. Tocca ascoltare, tocca dire, tocca fermarsi, e spesso andando a 45km all'ora non si ha tempo, forza, voglia e fiato per farsi capire...
Servirebbe tempo e voglia, gli strumenti ci sono, per ricostruire le culture prodotte da microgruppi ciclopedalatori: gli stradisti, i discesisti, gli amanti della fissa, i singlespeeders, gli agonisti, gli amanti delle gare endurance, i viaggiatori compulsivi: ogni gruppo ha una sua cultura di riferimento, spesso una persona appartiene a più comunità, e non è detto che a tutti sia chiara ed esplicita, la cultura di riferimento: spesso non lo è, ma agisce ed è costruita dal gruppo, dalle relazioni fra i singoli e da quelle dei singoli con il mondo esterno (e mi riferisco sempre al mondo della bicicletta).
Quali sono le linee di confine che orientano il discorso lobico?
Basta dire Chris King per riferirsi ad un mondo...ma di quale mondo stiamo parlando?
Che meraviglia!!!
FROM STEEL: The Making of a Soulcraft from michael evans on Vimeo.
Ne voglio iose!