Soprattutto se di sabato diventa irrascibile. Si trascina dal divano alla finestra sperando in uno squarcio di sole che lo sottragga al suo destino ormai segnato: spingere il carrello all'iper locale , dove il dovere (? ) coniugale lo obbliga a scendere in trincea tra petulanti signore e bambini con l'argentovivo addosso.La pioggia è la frustazione del gesto atletico e la disperazione degli amministratori di condomini subissati da chiamate di inquilini idrofobi per i fastidiosi fruscii dei rulli d'allenamento che salgono dalla zona cantine .Per sentirsi a posto con la coscienza , il ciclista nei giorni di pioggia elimina il pane, poi la pasta, il caffè fa male , la coca(cola) mette acidità : riduce l'apporto calorico ai minimi termini, convinto che anche le bollicine dell'acqua frizzante ingrassino.Ci sarà mai qualche politico , che nel nome della quite pubblica e familiare , fra le mille promesse elettorali non dichiari di dotare qualsiasi città con più di 20mila abitanti ,di un velodromo coperto?
21 ottobre 2006
Il ciclista nei giorni di pioggia
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2 commenti:
Sei un grande! Uno dei migliori pezzi letti ultimamente...
Dal mio punto di vista di ciclista Fetish la pioggia permette di dedicarsi alla manutenzione/elaborazione/creazione delle bici....
Grande Zancus, vivacissima e felicissima vena narrativa! Riguardo alla speranza di velodromi coperti ricordo solo che la copertura del Palazzetto di S.Siro ha ceduto nel 1985 e da allora la Lombardia non ha un impianto serio... Altro che venti mila abitanti, si parla di venti milioni di bacino utenza!
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