“Pronto, sono Alfonso, la disturbo?”.
“Ah, Alfono, ma che fine ha fatto? Ero un po’ in pensiero per la sua situazione…”
“Le cose sono precipitate…sono un Affinatore distrutto…”
“Capisco, ma lo Zio?...”
“Ecco lo Zio, sta sempre sullo zerbino, non vuole più parlare con nessuno…ieri mi ha costretto a riscaldare dell’acqua e poi si è andato a fare la doccia in cortile proprio vicino all’orticello di Pittaluga, quello del terzo piano…mi ha fatto fare una figura, io che, ho una mia dignità….”
“Su Alfonso ancora con ‘sta storia della dignità…”
“Facile parlare, ma lei non sa, un uomo semi nudo, nel giardino condominiale, la moglie di Pittaluga ha subito telefonato a casa, allarmata, l’orto sommerso da un metro di schiuma Vidal…”
“Alfonso…Vidal…saranno decenni che non esiste più?!”
“Lei non sa nulla, nulla, lo Zio mi ha costretto a comprare la schiuma Vidal, ho dovuto fare una ricerca su internet…consultare gruppi di acquisto oldage, sono entrato in contatto con mondi…che vergogna, la schiuma sui peperoni di Pittaluga, e io dalla finestra che guardavo senza poter far nulla, lo Zio cantava arie d’opera, mentre la schiuma invadeva l’orto di Pittaluga…”
“…e che sarà mai, per un po’ di schiuma, almeno ora lo Zio profuma e non le ammorba più lo zerbino…”
La giornata è molto calda, a volte a settembre, il sole regala ancora momenti di vera estate, la conversazione telefonica sembra non essere più sufficiente a sostenere il peso di una vita quasi distrutta.
“Alfonso che dice se ci vediamo al Fontanile?”
“…oh mi farebbe molto piacere…ieri l’altro ho provato a contattare il gruppo di sostengo Affinatori Affranti, e non è andata benissimo…quando gli ho spiegato il problema mi hanno fatto capire che non c’è nulla da fare, poi la segretaria, gentilissima, mi ha fatto capire che per il mio caso, forse potrebbe esserci una soluzione…mi ha dato il numero dell’Associazione Zombie del Brunello…ho chiamato, ma quando ho fatto il nome dello Zio, nulla, mi hanno chiuso il telefono in faccia…”
“Ah, capisco, è molto grave allora…”.
“Vediamoci fra un paio d’ore al Fontanile”
“Bene, speriamo che lo Zio non si svegli nel frattempo…mi urla sempre ‘sta storia della Mozzarella di Santa Lucia…non ce la faccio più…”
Il Fontanile è un ameno luogo nella campagna orvietana. Una volta era il punto di incontro dei pastori transumanti, ma ora era diventato un relais a cinque stelle con piscina, SPA, e centro di meditazione trascendentale di ultima generazione.
“Alfonso buongiorno…”
“Buon giorno a lei…non sono solo, mi sono portato anche Petti, la mia capra preferita, ed è di lei che vorrei parlarle…sono molto preoccupato…”
“Oh, Petti, che bella capretta…”
“Capretta sarà tua sorella, io sono una Poitevine di Tarbes e vedi di andare a cagare”
“Ma che modi bel quadrupede peloso, e poi una capra Poitevine cosa ci fa a Tarbes?”
“Saranno cazzi miei cosa ci faccio a Tarbes…”
(Nicchio il giorno del suo quarto compleanno)
“Dai Petti, non essere maleducata con il signore, che ci può tanto aituare, lo vede, non è più la capra che conoscevo, docile, disponibile, sempre pronta a farsi mungere…non la riconosco più, mica come suo fratello Nicchio, ah, Nicchio il mio caprone preferito…sa sono gemelli li ho salvati da piccoli dalle parti di Tarbes, stavo cercando fattrici per il mio nuovo allevamento in Umbria, e loro erano lì, davanti a me, è stato un colpo di fulmine…mai un problema, uno screzio, chessò un colpo di testa, mai, poi…è arrivato lo Zio…”
L’Affinatore non riesce a trattenersi, si copre il viso con le mani, ed inizia a piangere sommessamente. Vicino a lui Petti, si gratta la pancia contro una sedia damascata, in lontananza lo sguardo giudicante del cameriere.
L’occhiuto maître sollecita il suo cameriere.
“Cosa posso portarvi?”
Alfonso chiede un bicchiere di Pastis, il cameriere trattiene un conato di vomito, si volta nella direzione del maître facendo gesti osceni con la bocca e le labbra come a mimare un amplesso orale.
“Per me un Domaine Priuré Roch…”
“Preferisce un Nuits-Saint George 1er Cru Clos de Corveé 2002?”
“Con il 2002 mi ci faccio il bidet, portami un 1997 e vedi di non dire più cazzate, che se mi fai girare le mammelle ti prendo a cornate da qui fino al mare…un 1997 e vedi di portare anche una cannuccia, verde, mi raccomando, verde pistacchio!”
“Dai Petti, non essere maleducata con il cameriere, il 2002 non è poi così male...lo vede, non la riconosco più…da quella sera…non ci posso credere, tutto è perso…”
“Per me una birra ghiacciata, ci metta anche un po’ di gazzosa…”
Il cameriere registra l’ordianzione sul palmare si porta la mano alla bocca ed inizia a tossire violentemente, cade il palmare, con la mano libera inzia a grattarsi con vigore il perineo, dopo qualche secondo il maître si avvicina e lo porta via a spalle. Una strana schiuma verdastra gli riga il viso orribilmente contratto in una smorfia di dolore.
L’odore di capra selvatica è sempre più forte e ammorba ormai l’intero resort.
“Lo vede, Petti non è più la stessa…tre giorni fa, subito dopo la nostra telefonata notturna ho avuto una violentissima discussione con Petti, voleva a tutti i costi accettare l’invito dello Zio ad uscire per locali.”
“Ah, lo Zio ha invitato Petti ad uscire per locali e Nicchio che cosa ha detto?”
“Si è opposto, secondo lui lo Zio è pericoloso…”
“Ma poi sono usciti?”
“Sì alla fine ho ceduto…il giorno dopo me ne sono pentito, amaramente…mia moglie me lo aveva detto, ma cosa fai uscire Petti con lo Zio, chissà dove la porta?!?”
“E dove l’ha portata?”
“Non lo so, da quella notte Petti ha smesso di fare latte e dice che vuole diventare un sommelier…”
“Ah, e lei cosa pensa di fare?”
“Abbiamo discusso molto in famiglia di questa cosa, Nicchio sarebbe per rimandare Petti a Tarbes per un periodo, dai nonni, materni, mia moglie non mi parla più, solo gesti, i figli stanno in vacanza a Cuba, non gliene frega niente…io sarei per assecondare il desiderio di Petti, se sente che questa è la sua strada…e poi non le nascondo che…forse…magari…se Petti…andasse…magari lo Zio si dimentica della mozzarella, della Santa, di Lucia…io sono un Affinatore vecchia maniera…”
“Ma ne ha parlato con lo Zio…?”
“No, pensa che dovrei?”
“Secondo me dovrebbe….”
“Certo che il 1997 è veramente un vino sublime, la mineralità profonda…i sentori tannici che si complessificano in bocca fino ad esplodere in un tripudio di suoni olfattivi…e poi il terroir, l’unicità del vitigno, l’esposizione sud-sud-est, portano una struttura pluristratificata…”
Petti prosegue a declamare le virtù del Domaine Saint-George, l’Affinatore vede in lontananza il cameriere che discute animatamente con il maître, i clienti scomparsi ormai da ore…
“Secondo me dovrebbe parlare con lo Zio…”
“Lo farò, ma lei mi può aiutare?”
“Dubito di poterlo fare, ci sono momenti nella vita di un Affinatore che devono essere affrontati con coraggio…”
Alfono intreccia le mani rugose sul ventre vuoto reclina la testa all’indietro e sprofonda nella poltrona damascata.
Si sente un forte risucchio, la bocca pelosa di Petti aspira voluttuosamente le ultime gocce del pregiato borgogna.
11 giugno 2013
INCONTRO
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
Povero Alfonso....
distillato secco, coraggio!!!
..e poi?
Zombie del brunello...
Ema, sono preoccupatissimo.....a volte ho la sensazione di capire quello che scrivi!
Pensi sia grave?
Bye
PS: lo Zio è tornato o è ancora in esilio?
EMA,
Sto organizzando un viaggio;
- Bici road la mattina
- Formaggio al pomeriggio
- Vino alla sera (o il contrario o insieme, non la bici ovvio)
Meta Francia impervia
Se vieni avrai ottimi spunti per tutto l'inverno
Formaggio e vino... la dieta del campione!
Posta un commento