06 giugno 2013

TELEFONATA

Il suono ritmato e acidulo interrompe il sonno di un onesto cittadino.
Il cordeless dista alcuni metri dal letto.
Movimenti lenti, appena accennati, quasi a non voler disperdere la quiete immota del sonno.

“Pronto….li mortacci tua..”
“Mi scusi sono disperato, devo parlare con qualcuno….”
“Chiami il 118 sono le tre del mattino, buona notte, a lei a tutti li mortacci sua”.
La mano sta per staccare il telefono dall’orecchio, ma i movimenti, appannati dall’ora e dal non completo controllo del quasi dormiente, tardano a completare l’operazione.
“…no la prego non riattacchi, sono l’Affinatore dello Zio!...devo parlare con qualcunooooooo…”

La voce rotta dal pianto trattenuto, non è cosa buona e giusta che un Affinatore alle tre del mattino pianga al telefono.
“L’Affinatore dello Zio…, il formaggivendolo?”.
“No, la prego, non dica così, è un lavoro tanto duro, faticoso, sempre a pascolar bestie pelose, solitudine, freddo d’inverno, e poi il caglio che a volte con caglia, le muffe che pascolano libere in tutte le stanze di casa, e poi l’odore di formaggella….sempre attaccato alla pelle…sono solo!”

“Scusi singor Affinatore perché mi dice tutte queste cose, alle tre del mattino: a me dei suoi tiramenti lattei non me ne frega un beato cazzo, e insisto, sul beato, ma anche sul cazzo!”.

“…e poi lo Zio son due giorni che mi dorme sullo zerbino…non vuole andarsene, gli ho datto tutti i miei formaggi migliori, ma nulla, sta lì, semi nudo in posizione fetale, che mi fa una paura, un quintale di feto sull’uscio, ma lo sa che ogni volta che esco di casa ho gli incubi, penso di annegare ….ma lui lo Zio sta sempre lì….”.
“Capisco, lo Zio a volte lo fa di stare semi nudo sullo zerbino del suo Affinatore…pensa sempre che ci sia un formaggio che a lui è negato, soffre di questa condizione di privazione…pensa che ci sia una congiura delle multinazionali del latticino…”.

“Non è solo questo, è che poi mi fa richieste imbarazzanti, io non so cosa dire, sono un professionista serio Affino Formaggi da molti anni, ma certe richieste…imbarazzano, tanto…”.

“Senta sono le tre del mattino dobbiamo stare ancora molto al telefono, sa esistono dei centri specializzati in recupero di operatori del latticino entrati in contatto con lo Zio, ce ne sono di molto buoni, Lombardia, Piemonte, alcuni anche in Francia, anzi se vuole le posso dare qualche indirizzo, così poi domani con calma chiama e prende appuntamento…garantisco una buona riuscita, tre-semi mesi e torna l’Affinatore di prima…vada a letto, ci pensi e poi domani ci risentiamo…”.

Dall’altra parte del cavo un silenzio lungo, pericolosamente lungo, sembra condurre la conversazione verso la fine, ma ad un tratto scoppia un urlo bestiale, dolente, un urlo che contiene tutto il male della terra, un urlo disumano, che va poi rompendosi in un singhiozzo quasi infantile.

“…lei non capisce, lei è cattivo, lo sa che lo Zio per il tredici dicembre mi ha ordinato 200 kg di mozzarella, mi ha detto che lui esige che io gli preprari duecento kg di mozzarella per Santa Lucia!. A me, una vita ad Affinare formaggi, e lo Zio mi chiede 200 kg di mozzarella…e rideva pure quando me lo ha detto ieri mattina, semi nudo, sullo zerbino abbracciato ad un pezzo di metallo, rideva, cosa ti ridi gli ho detto, cosa cazzo ti ridi, che io la parola cazzo non la dico mai, sono un Affinatore di vecchia generazione, la parola cazzo non la dico…però allo Zio gliel’ho detto”.
“E lo Zio cosa ha detto?” chiede interessato l’interlocuotre, ormai quasi completamente sveglio.

“Mi ha detto, ma ti rendi conto Alfonso, si io mi chiamo Alfonso, io chiedo a te il giorno di Santa Lucia, due quintali di mozzarella, la mozzarella di Santa Lucia…e rideva, lo Zio, e io lì non c’è lo fatta più, ho chiesto perdono a Dio e a tutte le mie bestie e gli ho urlato, ma Zio che cazzo ti ridi…?!?!”.

Il Povero Alfonso in una foto di repertorio (Spiedo)

Attimo di silenzio imbarazzato. Venire a conoscenza alle tre della notte che l’Affinatore dello Zio ha detto la parola cazzo, turba la mente dell’assonnato interlocutore.

“Niente lo Zio rideva, e rideva semi nudo, sul mio zerbino di casa, che poi mia moglie insinua, e io mi sento in imbarazzo, ma in effetti avere un uomo semi nudo sullo zerbino dà da pensare…ma lo Zio continuava a ridere, rideva e con il tubo si grattava la schiena e rideva…urlando 200kg di Mozzarella a Santa Lucia, e giù a ridere, sempre più forte, che mia moglie ha telefonato alla sorella per chiederle ospitalità…e lui a ridere, rideva e urlava LA MOZZARELLA DI SANTA LUCIA, la VOGLIOOOOOOOOOOOOOOOOO…che poi le bestie con tali urla mi smettono di produrre il latte...sono bestie ma hanno una loro sensibilità...”.

“E lei gliela dia sta cazzo di Mozzarella di Santa Lucia, che fa pure rima, mi scusi, alle tre del mattino…son rime un po’ intorpidite, gliela dia, la Mozzarella di Santa Lucia!”.
“La posso richiamare domani, così ne parliamo con più calma?”.
“Sì mi richiami domani, lo faccia…mi scusi ma ora cosa sta facendo lo Zio…”.
“Ah, nulla dorme beato come un bambino sullo zerbino, gli ho anche messo una copertina…che siamo a fine settembre, e la notte rinfresca!”.
“Ah!....buona notte”.
“Buona notte anche a lei”.

4 commenti:

Borz ha detto...

Ema... lo zio ha il suo Affinatore.. io VOGLIO IL TUO PUSHER!!!!!!

Anonimo ha detto...

Tutta roba endogena...quella esogena costa troppo e come tu ben sai: sono ligure!

ema

ghido ha detto...

e la vallelata? nella prossima puntata... che fa anche rima LA VALLELATA NELLA PROSSIMA PUNTATA

Sebastiano biciconducimi ha detto...

Ema beato subito!!!