02 ottobre 2008

TRAMBUSTI

Vista la deriva del blog riesumo dai meandri del mio vecchio Apple un racconto scritto più di 10 anni fa.
Buona lettura.


Sto seduto comodamente sulla vecchia poltrona di vellutino color vomito di infante incazzato. La pelle ha ormai assunto le zigrinature smunte e sfilacciate del tessuto, un principio di anchilosi mi sta avvolgendo: caviglia prima, tendine poi, gamba destra completamente assente, come se si stesse staccando; una sensazione di tranquillo malessere mi scuote dolcemente.
Vorrei, forse dovrei, massaggiare la parte indolenzita, ma non ne ho la forza.
Tutta la settimana in ufficio a menarsi i coglioni con pratiche polverose e soprattutto con colleghi bestiali.
Nella quiete domestica, ho spento quasi tutti i motoneuroni.
Ora solo nel mio monolocale ampio (32 mq) in zona semi periferica mi godo il meritato riposo: televisore a palla sintonizzato su MTV, ventilatore vinto alla lotteria del Pigneto che elicottereggia senza sosta, birra baffodoro sigaretta e inculo al capo ufficio e alle sue fottutissime pratiche superimportantissime.
Lo schermo vomita senza soluzione di continuità decine di video clip, impietoso del cervello di milioni di persone, che tentano disperatamente di seguire, per pochi minuti il senso delle immagini, ma che immediatamente si abbandonano al fluire della musica disegnata senza chiedersi più nulla.
Le cellule cerebrali lentamente collassano in uno stato di ipotonia mortifero, chiedono disperatamente di essere disattivate, ma nulla il torrente di suoni ed immagini, ancorché in inglese, continua senza sosta.
Giaccio ormai da molte ore in questa situazione di estremo relax, ormai le orecchie sono diventate due grandi imbuti che convogliano tutto quello che metodicamente il mivardiciassettepollici mi sputa in faccia, nella testa ormai ricettacolo di frullati postmoderni. La bocca in estatica sinergia con il fegato fanno il loro dovere con la birra; dovrei essere prossimo al passaggio dallo stato di veglia incosciente a quello di coma profondo, che verrà regolarmente interrotto il giorno successivo dalla solerzia spudorata della sveglia sette e zero cinque tutto incluso.
Perso in queste elucubrazioni, vengo violentemente abbandonato dal TVCOLOR, per pochi minuti, forse solo secondi si sente il ronzio monotono del ventilatore, a cui si aggiunge un brusio di fondo che mi inquieta.
Lentamente mia alzo, meglio allungo il braccio verso terra e frugo sul tappeto alla ricerca del telecomando e con eroico gesto premo il bottoncino rosso, blup il video diviene nero e il puntino dello stand-by, inizia ad osservarmi indiscreto.
Mi concentro sul brusio ma non riesco a capire da dove venga; alzo gli occhi verso il soffitto, ma poi mi ricordo che l’allegra famiglia Pittoni e partita per il fine settimana al mare (Ostia, Castel Porziano, forse Torre San Lorenzo, bah meglio non pensarci) torneranno sfatti con i polmoni ingolfati da tonnellate di benzina consumata in code terrificanti. Lessi e contenti, un clip del fanta-horror.
Con l’occhio vispo dardeggio nella direzione dell’angolo cottura, ma il frigorifero tace, anche lui si prende una pausa di riflessione, ed io sono sempre più inquieto, il brusio, prima sommesso diviene sempre più forte, quasi un clangore di fucina.
Con tutti i sensi scruto il mondo (non molto vasto nei suoi 32mq) che mi circonda sonnacchioso e familiare.
Mi alzo per dirigermi al bagno, la birra sta ormai premendo come l’acqua sulla diga di Assuan contro le pareti della mia povera vescica.
Piscio con godimento perverso, lentamente sento il liquido caldo uscire dalla povera sacca, prima con forza, poi con estrema lentezza, non compio nessuno sforzo, mi faccio solamente svuotare, delicata sgrullata ed il clangore riprende.
Esco dal bagno il TVCOLOR muto mi osserva contraccambio lo sguardo bovino ed ho un’illuminazione.
Mi metto di fronte allo specchio, mi spoglio nudo ed inizio a guardarmi con interesse imbarazzante.
Il corpo bicolore, frutto dell’ultima scampagnata, segno della canotta di cotone e delle brache corte, la pancia incipiente, maschera un’assenza pressoché completa di tonicità degli addominali. Mi guardo le gambe corte e pelosissime, ne ho quasi orrore, salgo con lo sguardo ed incontro i genitali, più li guardo e più il rumore cresce.
Sembra quasi che il contato visivo potenzi l’udito allucinato; ma allora il rumore viene da lì, cazzo sono i miei testicoli che fanno tutto sto casino.
Sono contento come un bambino che scopre che l’immagine riflessa dallo specchio è lui stesso, proprio lui.
Ma come non averci pensato prima, milioni di spermatozoi che si riproducono ad una velocità inverosimile: dovranno pur fare un qualche brusio, non fosse che per il naturale sfregamento degli uni contro gli altri. Un brullicare di movimenti browniani, una fucina in miniatura, che non avevo mai sentito di avere.
Certo con Clara, si fanno sentire, ma tutto è più teso, l’eccitazione del momento, la concentrazione della scopata serale, sbattuta sul letto di mala grazia, certo, che si fanno sentire nel loro caldo fluido, ma tutto sembra sgorgare dal nulla. Qualche minuto fricativo e via.
Ma ora nella quiete silenziosa del nido domestico, sento milioni di flagelli inviperiti, che sferzano senza tregua le pareti dello scroto.
Mi scorrono negli occhi le immagini di Chernobyl, stagni gremiti di girini, trasmissioni di educazione sessuale del DSE, che orrore; vedo Piero Angela che parla della mia incauta scoperta, Costanzo che mi chiede con la solita faccia di cazzo che cosa si prova ad avere una centrale nucleare nei coglioni.
Mestamente mi rivesto, con cautela, timoroso di creare una catastrofe nucleare: da qualche parte mi pare di aver letto che il battito d’ali di una farfalla a San Francisco può generare un terremoto a Tokyo.
Chissà se anche l’anonimo filosofo olistico poveretto aveva sentito il brusio clangante all’altezza del basso ventre, ma lui dotto ci ha subito fatto sopra una teoria ma io, cazzo, che madonna mi teorizzo. Sono impaurito, come potrò mai uscire di casa tranquillo, guardare le facce ustionate dei Pittoni, o quelle ebeti dei miei colleghi o peggio rivedere Clara, quella stupenda porcona, che ignara del pericolo, armeggia con la sua avida boccuccia.
No ora non posso più fare finta di non sapere.
Devo anch’io chiudermi in un sarcofago di calcestruzzo, sono troppo pericoloso, non c’è più ritorno, ho la strada segnata da questa scoperta.
Torno verso la poltrona, con lentezza esasperante, consapevole del pericolo incombente, mi adagio con dolcezza prendo una coperta di lana sintetica, la avvolgo intorno a me come un sacro sudario, afferro il telecomando ed inizio un forsennato zapping.

16 commenti:

Ilaria ha detto...

Ema ci declassi. Provo un'ammirazione sconfinata!

Carletto ha detto...

Mi unisco all'ammirazione ma quando hai un attimo ci facciamo un girettino in bici?! Ti passo a prendere e porto la Crisp!

ZIO PIPPO ha detto...

Cosa stavi leggendo in quel periodo, lo stile di certi passi mi è noto
Bella la fine degli anni 90 a Roma vero ?

Buona notte

andrea ha detto...

non posso più viver esenza di voi!

Ilaria ha detto...

Andrea drogato!

Anonimo ha detto...

@carletto: sei entrato nel mio cuore...porta la Crisp e...lasciamela ;-))))))
@zio: diciamo che cercavo di situarmi fra Gadda e Beckett, non riuscendoci ovviamente.
Si a Roma dopo il periso sbardelliano c'è stato un nuovo rinascimento, io ero lì...ma troppo impegnanto a scrivere per godermela fino in fondo...qualche cosa si è fatto ma TROPPO POCO TROPPO POCO!!!!
@quanto prima devo venire in terra veneta

spiedo ha detto...

Ema sei un grande ora invece di cazzeggiare e guardare la legnano con fare distante pedala e scrivi abbiamo un tomo natalizio da preparare!

mr. friess ha detto...

Ema, nella mia speciale classifica degli idoli vieni subito dopo Ed, ma solo perchè lui ha l'audi...
Dovresti dedicarti alla scrittura definitivamente!

Carletto ha detto...

Ema, quel che è mio è tuo, per Regio Decreto.

Ilaria ha detto...

Ema, stiamo già organizzando il comitato di accoglienza.

Anonimo ha detto...

Il" verdone" ti attende per un giretto... Poi si và di apres bike a base di valpo!!! Vale anche per i Tribool! Mario

BOB ha detto...

Hei! Valpolicellesi.. conoscete "le streghe son tornate" a Ca'Verde di S.Ambrogio in Valpolicella ???
che voglia di fare due tiri....

Anonimo ha detto...

non ho parole!!! e sapete bene quanto sia difficile e strano per me...

Ilaria ha detto...

Bob, arrampichi? Corda e moschettoni ci sono e pure scarpette e magnesite, è la forma fisica che difetta. Mi sa che le streghe non riesco nemmeno a cominciarla. 6b, sai com'è...

mr. friess ha detto...

ma pensa un po', pure arrampicatrice, e non solo sociale..
questa donna ne farà di strada!

BOB ha detto...

Devo fare un tagliando.. ma poi ci torno... sisssi!