La lavatrice è una macchina utilizzata per il lavaggio dei tessuti. Per effettuare il ciclo di lavaggio utilizza come mezzo primario l'acqua in abbinamento a detergenti ma esistono altri dispositivi di lavaggio che eseguono il lavaggio "a secco" facendo uso di solventi organici, di solito utilizzati in esercizi specializzati.
Si distingue fra lavatrici finalizzate all'utilizzo domestico e quelle per l'uso industriale.
Nell'uso industriale lo scopo delle lavatrici non è solo quello di lavare vestiti ma di operare anche su fibre tessili non lavorate, filati e pezze di stoffe.Il lavaggio può essere finalizzato alla rimozione di sporcizia, di residui di tintura o di filati d'appoggio utilizzati durante la lavorazione.La lana appena tosata viene lavata per eliminare lo strato di grasso presente sulla fibra.
Il primo esemplare di macchina per lavare fu sviluppato nel 1767 da un teologo di Ratisbona, Jacob Christian Schäffern. I primi modelli di macchine meccaniche risalgono alla fine del XIX secolo; come è accaduto per moltissime invenzioni, ci si è inizialmente ispirati a meccanizzare il processo manuale: le prime lavatrici, infatti, furono concepite come macchine atte a "sfregare" i panni, simulando così l'effetto manuale del modo più diffuso di lavare la biancheria. Le macchine così realizzate, il cui movimento fu inizialmente manuale, poi elettrico, presentavano però l'evidente svantaggio di provocare un'usura eccessiva dei panni, nonché risultati di lavaggio decisamente deludenti. La prima soluzione efficace fu l'adozione dell'agitatore: il principio era quello di forzare la soluzione detergente attraverso le fibre dei tessuti e non di agire meccanicamente su questi. Sviluppata in America, questa tecnologia è sostanzialmente ancora oggi praticamente la più diffusa nel mondo. Negli anni '20 ci fu qualche tentativo di adottare nuove tecnologie di lavaggio, con la comparsa delle lavatrici a cestello (ad asse orizzontale) specialmente per le applicazioni industriali, ma i modelli ad agitatore si imposero più rapidamente sul mercato, e furono via via dotati di ulteriori funzionalità: resistenze per il riscaldamento dell'acqua, mangani a rulli per la strizzatura della biancheria. Lo sviluppo di questo modello vide la realizzazione delle cosiddette "twin tub", cioè delle lavatrici a due vasche: una, con agitatore, nella quale si effettuava il lavaggio dei panni, l'altra, con cestello ad asse verticale, dove i panni venivano risciacquati e strizzati per centrifugazione; questo modello è tuttora piuttosto diffuso, soprattutto nei paesi asiatici e africani. Il modello con vasca unica e cestello ad asse orizzontale, tipicamente europeo, non ha invece riscontrato grande successo negli USA, anche se ci sono aziende (Bendix, Westinghouse, Whirlpool) che hanno realizzato numerosi modelli di questo tipo.
Dopo la seconda Guerra Mondiale, lo slancio industriale che caratterizzò soprattutto l'Europa occidentale vide nascere nuove esigenze e desiderio di benessere: a livello domestico (anche per il ruolo della donna che stava considerevolmente cambiando, soprattutto in Italia) le industrie elettromeccaniche iniziarono una fervida attività di ricerca e produzione di lavatrici. La Germania, che già prima della guerra aveva iniziato la produzione di lavatrici, riprese continuando sulla scia della tecnologia inizialmente adottata, che vedeva una decisa scelta per i modelli a cestello ad asse orizzontale. le lavatrici tedesche, anche prodotte dopo la guerra, erano però caratterizzate da notevoli problemi statici, poiché prive di sospensioni (la vasca era solidale con la scocca della macchina) che ne rendevano piuttosto complicata l'installazione: dovevano infatti essere fissate al pavimento. Erano però le macchine più evolute esistenti, dotate già di automatismi (timer, pressostato) che ne consentivano il funzionamento in maniera pressoché autonoma. In Italia, invece, si adottò inizialmente il modello americano, con agitatore ad una vasca e mangano per la strizzatura (Candy modello 50, prodotta nel 1947), poi il modello classico a due vasche, semi-automatico (Candy bi-matic, prodotta nel 1957, Rex-Zanussi mod. 250, prodotta alla fine degli anni '50) e, con l'adozione anche in Italia dei timer, finalmente i modelli automatici (Candy Automatic, 1959, Rex-Zanussi modello 260 etc.) ulteriormente evoluti nelle superautomatiche a seguito dell'adozione delle vaschette per il detersivo separate (per pre-lavaggio, lavaggio, additivi di risciacquo). Le lavatrici hanno raggiunto la maturità di prodotto e la ricerca, negli anni successivi, si è concentrata sull'efficienza energetica (riduzione consumo di acqua ed energia elettrica) e sul rispetto dell'ambiente (riduzione dell'utilizzo di detersivo). Si deve osservare come l'evoluzione della lavatrice sia segnata, negli ultimi anni, da due fattori importanti:
1. - l'orientamento prevalente verso l'utilizzo di tessuti misti o interamente sintetici, colorati, che "si sporcano meno" e "si lavano più facilmente" ha comportato la necessità di sviluppare programmi di lavaggio sempre più a medie-basse temperature e la pressoché totale abolizione del "prelavaggio";
2. - i detersivi, sempre più efficaci, contribuiscono decisamente alla riduzione dei tempi e dell'azione di lavaggio.
Le lavatrici moderne
Tra tutti gli elettrodomestici moderni, la lavatrice è quello che ha maggiormente cambiato il modo di vita di tutti i giorni, dal momento che prima della sua diffusione il lavaggio degli indumenti assorbiva una grande quantità di tempo e di energia, soprattutto da parte delle donne. Per questo la lavatrice viene considerata un elemento importante nella storia dell'emancipazione femminile. (Sul ruolo sociale della lavatrice, v. Asquer 2007)
Abitare in una lavatrice - La caratteristica struttura ad oblò, tipica del diffuso elettrodomestico, che contraddistingue in maniera inconfondibile i balconi di un complesso edilizio situato sulla collina sovrastante l'autostrada dei Fiori in corrispondenza del quartiere di Pegli, alla periferia occidentale di Genova, ha fatto guadagnare ad esso il nome di complesso delle Lavatrici; un nucleo residenziale popolare molto discusso fino dalla sua edificazione a causa di alcuni difetti strutturali che ne hanno reso da subito precaria l'abitabilità.
La prima lavatrice elettrica fu lanciata negli Stati Uniti nel 1907 da Alva Fisher. Attualmente esistono due tipologie di lavatrici:
A carica dall'alto, nelle quali lo sportello di carico è posto sulla parte superiore della macchina. Solitamente sono di dimensioni minori rispetto alle lavatrici a carica anteriore e vengono semplificate le operazioni di carico e scarico della macchina.
A carica anteriore, che invece hanno uno sportello rotondo sulla parte frontale della macchina, il cosiddetto oblò (sono le più diffuse). Il vantaggio di questo modello è che permettono la sovrapposizione di un'asciugatrice.
l'introduzione del microprocessore in questo elettrodomestico, ha permesso di facilitarne l'uso, migliorare il lavaggio, e nel contempo ridurne l'usura. Il timer permette di posticipare con precisione l'ora di partenza del lavaggio, i sensori di posizione del cestello collegati al processore, permettono l'avvio della centrifugazione solo quando la biancheria è stata distribuita uniformemente, in modo da non sollecitare eccessivamente i cuscinetti di supporto del cestello, a fine lavaggio con partenza autonoma, il cestello può ruotare di mezzo giro a intervalli regolari per non far impaccare la biancheria già semiasciutta.
Uno dei limiti delle lavatrici elettroniche rispetto alle vecchie lavatrici meccaniche è la mancanza di una funzione di resume: il programma di lavaggio non si può interrompere e riavviare a partire dal punto al quale era rimasto.
Si distingue fra lavatrici finalizzate all'utilizzo domestico e quelle per l'uso industriale.
Nell'uso industriale lo scopo delle lavatrici non è solo quello di lavare vestiti ma di operare anche su fibre tessili non lavorate, filati e pezze di stoffe.Il lavaggio può essere finalizzato alla rimozione di sporcizia, di residui di tintura o di filati d'appoggio utilizzati durante la lavorazione.La lana appena tosata viene lavata per eliminare lo strato di grasso presente sulla fibra.
Il primo esemplare di macchina per lavare fu sviluppato nel 1767 da un teologo di Ratisbona, Jacob Christian Schäffern. I primi modelli di macchine meccaniche risalgono alla fine del XIX secolo; come è accaduto per moltissime invenzioni, ci si è inizialmente ispirati a meccanizzare il processo manuale: le prime lavatrici, infatti, furono concepite come macchine atte a "sfregare" i panni, simulando così l'effetto manuale del modo più diffuso di lavare la biancheria. Le macchine così realizzate, il cui movimento fu inizialmente manuale, poi elettrico, presentavano però l'evidente svantaggio di provocare un'usura eccessiva dei panni, nonché risultati di lavaggio decisamente deludenti. La prima soluzione efficace fu l'adozione dell'agitatore: il principio era quello di forzare la soluzione detergente attraverso le fibre dei tessuti e non di agire meccanicamente su questi. Sviluppata in America, questa tecnologia è sostanzialmente ancora oggi praticamente la più diffusa nel mondo. Negli anni '20 ci fu qualche tentativo di adottare nuove tecnologie di lavaggio, con la comparsa delle lavatrici a cestello (ad asse orizzontale) specialmente per le applicazioni industriali, ma i modelli ad agitatore si imposero più rapidamente sul mercato, e furono via via dotati di ulteriori funzionalità: resistenze per il riscaldamento dell'acqua, mangani a rulli per la strizzatura della biancheria. Lo sviluppo di questo modello vide la realizzazione delle cosiddette "twin tub", cioè delle lavatrici a due vasche: una, con agitatore, nella quale si effettuava il lavaggio dei panni, l'altra, con cestello ad asse verticale, dove i panni venivano risciacquati e strizzati per centrifugazione; questo modello è tuttora piuttosto diffuso, soprattutto nei paesi asiatici e africani. Il modello con vasca unica e cestello ad asse orizzontale, tipicamente europeo, non ha invece riscontrato grande successo negli USA, anche se ci sono aziende (Bendix, Westinghouse, Whirlpool) che hanno realizzato numerosi modelli di questo tipo.
Dopo la seconda Guerra Mondiale, lo slancio industriale che caratterizzò soprattutto l'Europa occidentale vide nascere nuove esigenze e desiderio di benessere: a livello domestico (anche per il ruolo della donna che stava considerevolmente cambiando, soprattutto in Italia) le industrie elettromeccaniche iniziarono una fervida attività di ricerca e produzione di lavatrici. La Germania, che già prima della guerra aveva iniziato la produzione di lavatrici, riprese continuando sulla scia della tecnologia inizialmente adottata, che vedeva una decisa scelta per i modelli a cestello ad asse orizzontale. le lavatrici tedesche, anche prodotte dopo la guerra, erano però caratterizzate da notevoli problemi statici, poiché prive di sospensioni (la vasca era solidale con la scocca della macchina) che ne rendevano piuttosto complicata l'installazione: dovevano infatti essere fissate al pavimento. Erano però le macchine più evolute esistenti, dotate già di automatismi (timer, pressostato) che ne consentivano il funzionamento in maniera pressoché autonoma. In Italia, invece, si adottò inizialmente il modello americano, con agitatore ad una vasca e mangano per la strizzatura (Candy modello 50, prodotta nel 1947), poi il modello classico a due vasche, semi-automatico (Candy bi-matic, prodotta nel 1957, Rex-Zanussi mod. 250, prodotta alla fine degli anni '50) e, con l'adozione anche in Italia dei timer, finalmente i modelli automatici (Candy Automatic, 1959, Rex-Zanussi modello 260 etc.) ulteriormente evoluti nelle superautomatiche a seguito dell'adozione delle vaschette per il detersivo separate (per pre-lavaggio, lavaggio, additivi di risciacquo). Le lavatrici hanno raggiunto la maturità di prodotto e la ricerca, negli anni successivi, si è concentrata sull'efficienza energetica (riduzione consumo di acqua ed energia elettrica) e sul rispetto dell'ambiente (riduzione dell'utilizzo di detersivo). Si deve osservare come l'evoluzione della lavatrice sia segnata, negli ultimi anni, da due fattori importanti:
1. - l'orientamento prevalente verso l'utilizzo di tessuti misti o interamente sintetici, colorati, che "si sporcano meno" e "si lavano più facilmente" ha comportato la necessità di sviluppare programmi di lavaggio sempre più a medie-basse temperature e la pressoché totale abolizione del "prelavaggio";
2. - i detersivi, sempre più efficaci, contribuiscono decisamente alla riduzione dei tempi e dell'azione di lavaggio.
Le lavatrici moderne
Tra tutti gli elettrodomestici moderni, la lavatrice è quello che ha maggiormente cambiato il modo di vita di tutti i giorni, dal momento che prima della sua diffusione il lavaggio degli indumenti assorbiva una grande quantità di tempo e di energia, soprattutto da parte delle donne. Per questo la lavatrice viene considerata un elemento importante nella storia dell'emancipazione femminile. (Sul ruolo sociale della lavatrice, v. Asquer 2007)
Abitare in una lavatrice - La caratteristica struttura ad oblò, tipica del diffuso elettrodomestico, che contraddistingue in maniera inconfondibile i balconi di un complesso edilizio situato sulla collina sovrastante l'autostrada dei Fiori in corrispondenza del quartiere di Pegli, alla periferia occidentale di Genova, ha fatto guadagnare ad esso il nome di complesso delle Lavatrici; un nucleo residenziale popolare molto discusso fino dalla sua edificazione a causa di alcuni difetti strutturali che ne hanno reso da subito precaria l'abitabilità.
La prima lavatrice elettrica fu lanciata negli Stati Uniti nel 1907 da Alva Fisher. Attualmente esistono due tipologie di lavatrici:
A carica dall'alto, nelle quali lo sportello di carico è posto sulla parte superiore della macchina. Solitamente sono di dimensioni minori rispetto alle lavatrici a carica anteriore e vengono semplificate le operazioni di carico e scarico della macchina.
A carica anteriore, che invece hanno uno sportello rotondo sulla parte frontale della macchina, il cosiddetto oblò (sono le più diffuse). Il vantaggio di questo modello è che permettono la sovrapposizione di un'asciugatrice.
l'introduzione del microprocessore in questo elettrodomestico, ha permesso di facilitarne l'uso, migliorare il lavaggio, e nel contempo ridurne l'usura. Il timer permette di posticipare con precisione l'ora di partenza del lavaggio, i sensori di posizione del cestello collegati al processore, permettono l'avvio della centrifugazione solo quando la biancheria è stata distribuita uniformemente, in modo da non sollecitare eccessivamente i cuscinetti di supporto del cestello, a fine lavaggio con partenza autonoma, il cestello può ruotare di mezzo giro a intervalli regolari per non far impaccare la biancheria già semiasciutta.
Uno dei limiti delle lavatrici elettroniche rispetto alle vecchie lavatrici meccaniche è la mancanza di una funzione di resume: il programma di lavaggio non si può interrompere e riavviare a partire dal punto al quale era rimasto.
9 commenti:
Viva la lavatrice
Eccezionale!
Però Mud, devi metterci del tuo, non puoi fare tutto un copia-incolla!
Applicati, rielabora i concetti....
Centrifuga!
mi passi il numero del tuo pusher???
bravo mio caro MUD io ho un problema ,ho la pompa della mia lavatrice intasata ,come posso fare.SAVANA.
ecchecazzo!!!
a quando le altre sezioni ? stiratura...imbiancatura...spurgo...
Qui da noi sono quasi tutte con carico dall'alto e consumano un sacco di acqua (soprattutto in stagione cross) e poi abbiamo le asciugatrici, in compenso nessuno stira.
Dabbo
SAVANA, la pompa fattela mettere a posto dalla Badante Ucraina di 20 anni e poi vedrai come centrifuga la lavatrice!!
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