31 gennaio 2009
30 gennaio 2009
Spunti di riflessione
Vorrei approfondire alcuni concetti con l'aiuto
del nostro ema, che sicuramente è un osservatore
molto più acuto di quanto possa esserlo io.
Tema: il rapporto con la bicicletta.
Per me la bicicletta è sostanzialmente divertimento,
soprattutto la mtb è un gioco che mi riporta bambino,
con tutti gli elementi che possono intrigare
un bambino cresciuto. C'è l'aspetto del fascino del mezzo
meccanico, che ha una componente estetica molto forte,
ma vuole anche dire smontare, pulire, ingrassare, far funzionare
nel migliore modo possibile.
Poi il terreno, che è esplorazione ma anche sfida nel guidare,
e si traduce in un'evoluzione della tecnica di guida.
L'elemento della forma fisica, collegata all'allenamento:
in mtb se non sei allenato non ti diverti molto e
fai una fatica bestiale.
Pur essendo uno sport estremamente individuale, è però
divertentissimo stare in gruppo e le dinamiche di gruppo
scatenano anche il confronto e quindi la competititvità,
anche se non si è in gara.
La competitività a volte si scatena anche nei confronti
di chi non si conosce, a me è capitato di uscire da solo nei
boschi e di incontrare altri ciclisti. Primo dubbio, chi sono?
Dalla bici e da come sono vestiti già si può capire molto,
e poi che fare, i gentili aspettandoli oppure un salutino
veloce e via ognuno per la sua strada?
Altre volte mi è capitato di ingaggiare dei duelli ciclistici
con emeriti sconosciuti, rei di aver posto la loro ruota
davanti alla mia.
Per questo per me la bici ha una forte componente di
competitività, che non necesariamente si deve esprimere
in una gara ufficiale.
MUD SAYS
Chi l'ha vista?
29 gennaio 2009
Come eravamo, puntata seconda
Visto che nessuno si è fatto avanti continuo io a proporre l'argomento, l'occhio attento troverà almeno un componente Orme e un componente Tribool, a voi la ricerca....
Classico e Anarchico
Un telaio tradizionale di pregio, supponiamo un Fat Chance "Yo Eddy" ,
è come un pezzo Jazz di Coltrane.
Un "V10" come questo è come Black Dog dei Led Zeppelin.
Quindi groviglio di tubi un bel niente. Elegante, sinuosa e maledettamente provocante.
Classico e Anarchico. Siamo di fronte a due magici mondi della bicicletta.
Rispetto.
E sopratutto un vero amatore cavalca entrambi i brani.
Italians vs. Europeans
Stavo ripensando ad un'abitudine - tutta italiana - che già in passato mi ha fatto riflettere di come, nel nostro paese, alcuni comportamenti ci "bollino" costantemente come dei maleducati & incivili cronici. L'abitudine di cui sto parlando è quella di non dare MAI la precedenza ai pedoni che vogliono attraversare sulle strisce. Spesso in città, puoi avere 2 alternative: aspettare ore che qualche anima pia mossa a compassione dalla tua espressione si fermi oppure puoi comodamente rischiare la vita attraversando a cuor leggero (sempre che, oltre alla vita, gli insulti gratuiti ti facciano un baffo). L'automobilista medio italiano ha nel suo DNA altri 2 dogmi che ci possono coinvolegere direttamente:
1) il ciclista non è degno di essere considerato come facente parte dell'universo stradale
2) per il motociclista rifarsi al punto 1 (con qualche leggero fastidio in più, da tenere in conto rispetto alla mole/incazzosità dell'elemento in sella solitamente superiore rispetto al ciclista)
A supporto di queste argomentazioni ho ripescato questo video di Bruno Bozzetto che fa certo sorridere, ma in fondo in fondo.. (e a me in prima persona) in maniera molto amara. So che mi potete capire.
TRALICCI
Tubi, tubetti, tralicci, canotti, taglie: piccole, medie, grandi, esagerate.
Oggi la giornata, è iniziata con una visita dal commercialista.
Poteva iniziare peggio, la visita dal dentista, ad esempio.
Tubi, tubetti, tralicci, canotti, taglie: piccole, medie, grandi, esagerate.
Molle, molloni, mollette...mollacchioni
Saldi, Salti, Soldi...
Leve, Levine, Levone, ma llevateeee...
Tubi, tubini, tubetti, tubucci...
28 gennaio 2009
Allenamento
Non ve la racconto io ma Wikipedia: La Crescenta o crescentina (nella forma plurale crescenti o crescentine) è un tipo di pane caratteristico dell'appennino modenese. E' un prodotto agroalimentare tradizionale elencato con i nomi di tigella modenese, tigèla modenese, crescentina modenese, chescènta modenese ed è molto consumato durante le feste e le sagre; è preparato pressochè in tutte le trattorie del modenese e del bolognese.
WTF!
PSICOLOGIE
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un post sul blog dei Sassi Bikers che mi ha incuriosito.
Ho detto la mia, Francesco mi ha risposto e allora mi si sono aperti dei quesiti che provo a delineare.
Il post mostrava un decalogo nel quale il grupo torinese disciplinava un aspetto della loro pratica ciclopedalatoria.
La parola cha ha catalizzato la mia curiosità è: lealtà.
Nel decalogo dei Sassi Bikers si invita a raccogliere i dati degli allenamenti comuni in modo leale.
Chiedo lumi e Francesco mi risponde: “Si sà che poi ognuno si allena in segreto da solo, ma nessuno lo ammette mai, il ciclista è un po' come il pescatore...
Hai mai provato a chiedere a un altro ciclista, anche incontrato casualmente se è allenato?
La risposta è invariabilmente: no, quest'anno è la prima volta (o la seconda..) che uso la bici... poi alla prima salita ti stacca con una progressione da professionista!”
Va bene il ciclista sconosciuto è sostanzialmente un fingitore. Non lo credo ma la mia esperienza è piccola, troppo piccola.
Ma possibile che il fingitore sia uno del gruppo con il quale mi alleno più assiduamente? Questo fatico a crederlo.
E poi quale tipo di finzione “sleale” si rappresenta in uno scambio come quello tratteggiato da Francesco.
Perchè fingere? In genere la menzogna è al servizio di qualche fine. E se diamo per vera l’affermazione di Francesco (e non c’è motivo per non farlo) cos’è che spinge il nostro ciclista a mentire.
La menzogna non è sempre un segnale di slealtà.
Se in una gran fondo a 10km dall’arrivo mi gioco le mie carte, e resto coperto, dando l’impressione al gruppo di “non averne più” a mio modo di vedere non sto mentendo, sto applicando una strategia, che probabilmente darà anche i suoi frutti, in termini di classifica. Non c’è nessuna slealtà. (Su questo consiglio The race di Tim Krabbé)
La lealtà è data all’interno di una relazione di conoscenza.
Se si pone allora si aprono vari interrogativi.
Mi sono chiesto per quale motivo dovrei mentire circa il mio livello di preparazione.
Nel ciclismo è quasi assoluta la corrispondenza fra preparazione e resa (sopratutto su strada): più pedali e più vai.
Se uno mi dice che è alla seconda uscita e va come un treno, basta un reciproco cenno degli occhi per capire che si tratta di una recitazione. Siamo a livello del bambino che ruba la caramella sul tavolo sotto gli occhi del genitore e nega di averlo fatto.
A maggior ragione questo vale in un gruppo di persone che si conoscono. I valori sono piuttosto noti e moderatamente modificabili in tempi non brevissimi.
La metafora del pescatore forse aiuta a capire.
Il pescatore come il cercatore di funghi o di tartufi, è “geloso” del suo luogo magico, sia esso fiume o bosco. Non ama pubblicizzarlo, e questo è comprensibile, almeno a me.
Ma qual’è il luogo segreto del ciclopedalatore? Non certo il territorio. Penso che qualunque gruppo che si allena in un dato territorio abbia esplorato piuttosto bene le varie opportunità. Non è in quella direzione che bisogna cercare.
Quale “luogo” il ciclopedalatore sta proteggendo quando è “obbligato” a mentire?
Scrivo "obbligato" perchè penso che la slealtà non nasca, se nasce, da un animo malevolo, ma sempre sia data all'interno di una relazione specifica.
Qual'è la "cultura" che sostiene un comportamento sleale, principalmente verso se stessi aggiungerei, prima che verso l'altro.
La “menzogna” è al servizio della protezione di sè?
Ma cosa si sta proteggendo di sè?
A voi ciclopedalatori di lungo corso lo spazio per le ipotesi.
(Non sò perchè ma la foto mi sembrava appropriata.... Spiedo)
27 gennaio 2009
Datazione
Ho trovato delle foto del passato che non riesco a datare: dai dettagli di design si potrebbe risalire all'epoca? Faccio appello soprattutto agli esperti del settore come Tarantola od Ilaria, oppure a quelli che all'epoca erano già adulti come lo Zio...
Esagerata?
Come tutti in questo periodo sogno di molle,
e quando ho visto questa mi sono agitato,
certo che forse per quello che faccio io potrebbe
essere troppo (molleggiata, pesante..) però mi piace!
PERDONALA
Cosa sta accadendo in una tranquilla e ridente comunità agro-pastorale della bassa cremonese?
Strazianti miagolii annichiliscono la quiete gerontologica del borgo padano.
Cosa sta accedendo?
Donne seminude nel centro storico...
Icone con baffi posticci al loro seguito...
Fotografi dalle dubbie moralità...
Biciclette sospette...
Furgoni in soste vietatissime...
...e ora le urla strazianti di un povero animale, vittima, sicuramente, di un qualche episodio di violento mobbing domestico!
Cos'è che turba la quiete del borgo ridente?
26 gennaio 2009
25 gennaio 2009
Una Domenica un pò così
Finalmente Domenica, devo fare tutto, devo recuperare....
24 gennaio 2009
NEVICA, che tempo da ...
AUGURI!!!
...quasi me ne dimenticavo, il Valpolicella ha una certa gradazione...
AUGURI SARA
PS: ma una Gallina in Fuga come la mette con il felino spietato cacciatore?
Ferremi Squirrel
Una Ferremi Squirrel, acquistata da mio padre nel 1991 circa dall'artigiano stesso.
Galeotta fu una prova su TuttoMtb dell'epoca che ne celebrava in maniera sperticata le lodi: bici leggerissima (1600g il telaio) e di grandi prestazioni.
Il merito di tutto ciò: le esoteriche tubazioni Excell.
Ricordo ancora, nonostante la tenera età e la piena pubertà, i viaggi per parlare con Ferremi stesso, prendere le misure antropometriche, la scelta del montaggio, un sorpasso a 190km/h sulla statale per Brescia...
XTR prima serie con i suoi cantilever, forcella rigida poi sostituita con la 3G ad elastomeri in foto, reggisella e pipa dello stesso acciaio del telaio.
Oggi come oggi sarebbe da rimontare con la sua forcella in acciao che fortunatamente alberga ancora in garage.
Excell, tubazioni francesi di derivazioni aeronautica, triple butted e dai diametri inusualmente elevati.
Ho cercato informazioni in rete ma senza particolare fortuna.
La produzione ad uso ciclistico sembra essere rimasta circoscritta a quel periodo storico e chi le aveva utilizzate se ne è innamorato.
Questo si dice di Pegoretti, riportato su un forum:
If you look closely at the pictures of my custom Pegoretti Luigino you can see the Excell tubing decal on the seat tube. Dario told me that when he was having trouble sourcing tubing for Emma's Big Legs---a rather long story of what goes around, comes around---he went to France and there found about a dozen Excell tubesets. The same tubing, he said, was used on the bikes he made for a few great riders, though I shan't divulge lest I be caught in a rain storm of speculation. Suffice it to say that Excell reigns supreme, much like the Iron Chef. So there are a few Luiginos now made of Excell and perhaps if you ask nicely Dario has one with your name on it.
TANNINI BIRICHINI
Ieri sera ho stappato la bottiglia di Valpolicella Ripassato ed adeguatamente barricato: ho cercato di berne una inusuale quantità. Mi è parso buono, ma gli effetti si sono fatti sentire eccome.
Questa mattina mi sono svegliato ed ho "rivisto" la nipote ninfomane di Santa Lucia.
"Che ci fai ancora in giro?" le ho detto.
Lei non ha proferito verba, ma mi ha lasciato un pacchettino.
Apro e trovo una coppia di freni, anzi di pattini. Dentro al pacchetto un biglietto vergato in caratteri runici su carta intestata della NASA.
Si tratta di un modello ad elevato contenuto tecnico. Sono le nuove frontiere del freno.
Potentissimi, leggerissimi, di fulgida bellezza e soprattutto innovativi.
Basta montare i pattini per entrare nel mondo dell'iperurano.
Sono composti da materiale biotecnologico.
Pare che i ricercatori della NASA siano riusciti a prelevare delle preziosissime cellule dal corpo calloso di una certa Tarantola Sassuolensis e dall'ipotalamo di un certo Carlettus Magnus Pedalator.
Attraverso procedimenti segretissimi le cellule sono diventae pattini per i freni.
Basta montarli e il giuoco è fatto.
I freni diventano oggetti bio-tecnologici.
Sono collegati con tutti i database del globo e computano tutte le discese del mondo.
Appena riconoscono la discesa si assettano e fanno quello che devono fare: frenano, poco e quando serve.
Gioielli meravigliosi. Non serve frenare, loro, lo fanno in automatico, quando serve.
Ho provato ad inseguire la nipote della Santa Lucina, per ringraziarla, ma si è dileguata come una faina dopo l'incursione notturna nel pollaio. Ho, in un estremo singulto di piacere, urlato: "...a quando la forcella fine di mondo, a quando...l'anno gravitazionale incombe!". Ma nulla lei stava già lontana sulla sua scopa di titanio e saggina.
Certo che il Valpolicella Ripassato è un vino veramente potente!
23 gennaio 2009
Come Eravamo
Non abbiatemene amici LOBOS, non ho voglia di mettermi in mostra ma qualcuno doveva pur iniziare. Mi piacerebbe conoscervi meglio e mi piacerebbe che condividessimo i momenti dove la nostra passione per le amate due ruote ha preso vigore. E allora alla ricerca.....cassetti, cassettoni, bauli e solai, risvegliate il vostro passato e condividetelo. Io sono partito praticamente da qui.
LE DONNE NON CAPISCONO UN CAZZO DI BICICLETTE
La settimana scorsa sul blog si è animata una discussione intorno ad un problema che vorrei tentare di amplificare.
Lo faccio da una posizione privilegiata: sono maschio e non capisco un cazzo di biciclette.
Questo è un primo fatto.
La comunità di ciclopedalatori che gravita intorno al blog è una comunità a prevalenza maschile. Questo è un secondo fatto.
Il terzo fatto è che maschi e femmine si sono da sempre arroccati su posizioni difensive del loro ruolo.
La stessa società ha bisogno di definire assetti normativi, impliciti ed espliciti, che disciplinino la relazione fra i sessi.
Dagli anni sessanta in poi questo schema ha iniziato a scricchiolare, ma non certamente a rompersi definitivamente. I sociologi parlano, paralvano anzi, di doppia morale: in termini di principi generali siamo tutti uguali, ma poi nella realtà dei fatti esistono regole di comportamento che governano l’essere maschio e l’essere femmina. Si tratta di assetti valoriali differenti, anche se le varie carte costituzionali parlano per tutti indistintamente.
Dopo anni di femminismo militante, è stupefacente, almeno per me, parlare con ragazzi e ragazzi, nati dopo il 1990 e vedere che continuano a ragionare con categorie dei loro genitori e forse pure dei loro nonni.
Ma veniamo all’affermazione incriminata: le donne non capiscono un cazzo di biciclette. E si potrebbe aggiungere di calcio, di motori e di molte altre cose.
Si ripropone una differenza che pare quasi ontologia: se sei donna non puoi interessanti di certi argomenti. Discorso analogo può essere fatto al contrario: se sei uomo di certi argomenti non puoi capirci nulla.
Cosa serve per capirci qualche cosa di uno specifico argomento? E perché le donne non capiscono un cazzo di biciclette?
Azzardo qualche ipotesi.
La bicicletta è un oggetto meccanico, e pare, secondo un certo modo di pensare che di meccanica le donne non si interessino, ma c’è dipiù non se ne devono interessare. Non interessandosene consegue che non ci capiscono nulla.
Alcuni ambiti hanno per la loro storia una valenza identitaria: se osseravate come utilizzano il proprio corpo maschi e femmine in tenera età già potete vedere modalità differenti. E questo non è dato da variabili genetiche o fisiche, ma principalmente da una cornice culturale differente. Maschi e fammine fanno o non fanno cose diverse, sono educati precocemente ad essere diversi.
Una donna che si interessa di certi argomenti, anzi che ci capisce, mette in crisi un sistema compartimentato di relazioni. Molti di noi danno per scontato che una donna possa lavorare e prodursi il proprio reddito, ma fino a 40/50 anni fa non era per nulla scontato. O pensate alla rivoluzione che gli anticoncezionali hanno portato nella relazione frai sessi: le donne hanno potuto controllare in modo piuttosto preciso e relativamete autonomo la loro disponibilità a procrere. Questo ha radicalmente modificato la relazione fra i sessi.
Bene una donna che si interessa o addirittura “ci capisce” di biciclette non è situabile. E’ donna, ma non ha difficoltà a muoversi fra telai, forcelle, materiali, ect., etc. E anzi la mostra e la vuole riconosciuta, qui a mio modo di vedere sta il punto. Non basta che una donna sappia di biciclette, il salto è quando pubblicamente vuole che questo sia riconosciuto. Questo riconoscimento, da parte del mondo maschile non è dato senza un certo lavoro oppositivo. Si tratta di un cambiamento di confine: prima era tracciata una linea chiara, dopo no. E questo è un problema per tutti. Bisogna ridisegnare il confine e questo avviene sempre attraverso una negoziazione più o meno laboriosa e conflittuale. In genere le donne, hanno dovuto conquistare molti confini che per “statuto ontologico” erano tracciati in modo “definitivo” dagli uomini. La nostra società è maschio centrica, e quella italica ancora più di altre. Se una donna afferma di volersi occupare di biciclette, se lo deve conquistare. In genere questo tipo di azione comporta un doppio sforzo: dal versante femminile, guadagnarsi una conoscenza e un riconoscimento di questa conoscenza, dal versante maschile accettare che questo possa accadere senza sentirsi troppo minacciati.
Se ci pensate un modo comune di appellare una donna che sa fare alcune cose, che in genere sono di quasi esclusivo appannaggio dei maschi è quello di ricondurla all’universo maschile: “è una con le palle!”. L’operazione ovviamente riconosce lo spostamento di confine, ma tenta immediatamente di includerla nel proprio campo. Rimane il problema di relazionarsi con una donna con le palle. Si tratta di un soggetto complesso, donna, ma con le palle. In genere alle donne essere considerate con le palle pone il problema di rivendicare il loro essere femmine senza però dover "aquisire le palle". Per una donna averci le palle può essere ingombrante, può essere una fase di passaggio ma non certo l'approdo definitivo.
Nei nostri tempi soprattutto i maschi devono confrontarsi con questo problema in molti campi.
(Pensate che nei paesi del G8 il dato acquisito è che mediamente, nel sistema scolastico, dalle elementari all'università le femmne hanno, mediamente, risultati superiori ai maschi potete capire che qualche "ontologica sicurezza" si sta sgretolando. poi certo nel mondo del lavoro, vige la legge del maschio: a parità di qualifica lo stipendio è inferiore di un 15/20%).
Forse la bicicletta è uno di questi.
Almeno dal mio punto di vista, la presenza fra noi di Ilaria, è importante anche per questo. Pone dei problemi di integrazione non banali (forse non avrei scritto questo post, se all’affermazione di france non fosse seguita la “ritorsione” di Ilaria, che poneva il problema). Ed in ogni caso, molto superficialmente, si possono notare un certo numero di perturbazioni all’interno del blog, date secondo me dalla presenza di una donna; l’auspicio è che questa presenza si incrementi, e per i Lobos maschi sarà un bel lavoro.