16 gennaio 2009

DERIVE (parte terza)

Nel frattempo, mentre Ursula prepara il filo del rasoio, il Povero Paziente si avvia per Corso Gastaldi verso la Foce, decide di andare a piedi, fino a Piazza Carignano, dove si trova lo studio del dottor Steel. Si sente troppo scosso per prendere l’autobus e poi un euro sono palanche e con i tempi che corrono il Povero Paziente, preferisce non scialacquare. E poi il sole riscalda l’aria, la primavera inizia a farsi sentire. Vuole organizzare bene il discorso da pronunciare tutto d’un fiato al suo amato dottore. E poi c’è la gamba che si muove da sola. Vuole vedere come si comporta. Ha molta paura, pensava di aver superato la fase ipocondriaca, ma forse dopo gli avvenimenti della notte non è più sicuro di nulla.
All’altezza di via Tolemaide, decide di imboccare Corso Buenos Aires, e si trova quasi per caso ad entrare in una libreria. Si aggira senza particolare interesse fra gli scaffali, si ferma a quello della narrativa italiana contemporanea. Scorre i titoli senza troppa attenzione, ferma lo sguardo attratto da un titolo sconosciuto che lo incuriosisce: Fonderia Italghisa. Prende il volume dallo scaffale lo apre ed inzia a leggere: “Salve suini! Come andiamo a figa? Il Nonno non si può lamentare. Anche quest’anno h arovistato in una mezza dozzina di vagine. Ventenni, per lo più. Carne di primissima scelta. L’unica sfiga, tanto per scendere subito nei particolari, è il sapore. Forse usano troppi detersivi. Oppure se la lavan otroppo spesso. Avete notato anche voi? Si allagano come risaie ma non hanno odore. Non hanno più il sapore acre delle fighe di una volta. Plastica suini. Tutta plastica.” Si ferma alza lo sguardo ruota la testa e osserva la libreria. Vuota. Il libraio, un signore sui sessanta, intento a pestare i tasti di un pc olivetti del cambriano superiore, semi sepolto da libri e cataloghi. Richiude il libro e lo ripone: sbaglia scaffale e lo mette nella sezione giardinaggio e hobbies vari. Prima di uscire si fa dare un pezzo di carta dal libraio e annota l’autore. Ringrazia ed esce. Rimugina sul sapore della vita, sul fatto che molte cose sono cambiate nel suo mondo, e si domanda quand’è stato che ha assaporato l’acre sapore, ci pensa assorto, ma non ricorda. Per un attimo ha scordato la sua gamba.
Allo studio del dottor Steel Ursula prosegue l’operazione di affilatura, mentre il dottor Steel, l’erezione ormai scomparsa, cerca di fare il punto della situazione. Prova ad allacciare un discorso con la segretaria.
-Ursula perfavore, liberami le mani, mi fanno male i polsi, perfavore…
Lei prosegue nella sua attività pare in trance.
-Cosa ti ho fatto di male?
La donna, smette di strofinare la lama lo guarda, flette le ginocchia impercettibilmente e di scatto si alza dalla poltrona, fa un passo verso l’uomo, si accovaccia davanti a lui appoggia la mano destra (quella con il rasoio) sulla sua spalla, avvicina il volto al volto dell’uomo e con un filo di voce chiede: ma secondo te che gusto ha la mia vagina?
Il dottor Steel si sente sprofondare nell’abisso. Pensa a tutti i casi che ha studiato e trattato e non riesce a dire nulla. Il vuoto. Chiude gli occhi e aspetta. Sente il freddo della lama scomparire improvvisamente. Apre gli occhi e vede che la donna si è rimessa a sedere, ha ripreso la cintura e si accinge a riprendere il lavoro interrotto.
Passano alcuni minuti, ma ormai il dottor Steel ha perso le coordinate temporali, un minuto un anno un secolo, tutto è schiacciato in un presente angoscioso e confuso.
Il suono del campanello interrompe lo stato stuporoso dello psichiatra. Ursula invece reagisce come se avesse atteso quel momento da sempre.
Si alza, esce dallo studio, percorre il lungo corridoio e apre la porta.
Sull’uscio due uomini in braghe corte e canotta bianca di cotone da due soldi. Non sembrano italiani. A prima vista. Ma questo non interessa ad Ursula.
-Entrate pure, vi stavo aspettando, ci avete messo molto tempo!
-Il Verdone lo possiamo lasciare fuori? Chiede il più muscoloso dei due.
-Il Verdone? appoggia lo sguardo perplesso sugli enormi mustacchi dell’uomo in canotta, stà per dire qualche cosa ci ripensa e ritorna sui suoi passi, verso lo studio del dottor Steel.
I due uomini in braghe corte e canotta la seguono in silenzio.
(alla prossima puntata, la storia si fa sempre più ingarbugliata)

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Il sapore di f..a!
Che nuance!

M.

Ilaria ha detto...

OOOOOOOOOOOOoHHHHHHHHH CAVOLO!!!!!!!!!!

BOB ha detto...

noo.. vado a letto. Dormo... e domani scrivo un commento........

ZIO PIPPO ha detto...

Mi ricorda qualcosa: Corso Gastaldi verso la Foce (Genova ??)

Piazza Carignano - Torino - "La donna della domenica" anni 70 Fruttero e Lucentini
- Il libro finisce con uno amplesso liberatorio (psicologicamente parlando) tra i due protagonisti - splendido l'amplesso e splendido il libro

Ema invece parla di "gusto", ode al cunnilingus

La faccenda si fa tormentata

cochese ha detto...

Oh mamma... si fa sempre più inrticata ed intrigante la faccenda!!!

Anonimo ha detto...

Fonderia Italghisa è un bellisimo libro di Caliceti edito da Marsilio.
@Zio: ahhh l'Annacarla, che gran gnocca!

ema

Anonimo ha detto...

ema, con la tua vena poetica dovresti farr il regista di pornofilm. se hai bisogno di comparse … conta pure su di me. per ragioni di privacy non mi firmo

ZIO PIPPO ha detto...

@Ema: è vero, gran gnocca, AnnaCarlaDosio, è una delle donne dell'immaginario che avremmo voluto incontrare

Nel film di Comencini tratto dal libro era interpretata da Jacqueline Bisset (**********)
Il film non era gran che nonostante ci fossero Mastroianni (Santamaria), Jean-Louis Trintignant (Massimo)

RICORDO: La Bisset in Effetto Notte di Truffaut ?

Anonimo ha detto...

@Zio: assolutamente, l'AnnaCarla è da incontrare in carne ed ossa. Urusla è di un'altra generazione, altra storia, lontana dall'alta borghesia torinese degli anni settanta.
@anonimo: una piega che il racconto mi stà suggerendo, penso che gli sviluppi andranno anche in quella direzione, almeno così Mnemosine mi ha suggerito questa notte...

ema

spiedo ha detto...

Cavoli e chi lo sente Andrea lunedì in chat con la storia a questo punto con lui e mario protagonisti? Ursula falli neri!

Anonimo ha detto...

@Spiedo: Felipe e Bacì per quanto ci è dato di sapere non hanno mai incontrato l'Icona e il suo fido Gunner! Ma si sà che le storie di vita sono sempre più complesse di qualsiasi racconto. Però concordo su alcune analogie inspiegabili, allo stato attuale dei lavori.

ema