06 agosto 2008

PERVERSIONI



Non ve l'ho detta tutta.
Domenica a Piane di Lama Mocogno ho avuto due visioni che mi hanno turbato.
Della prima ho già detto: spero di poter rivestire il prestigioso e terrifico ruolo di tail gunner, ma dell'altra nulla ho detto.
Ma si può tacere un simil orrore metabolico (la quota di Piane come ormai dovreste sapere ha un effetto devastante sul mio fragile nonché vetusto sistema neuronale); no!
Bene superato il trauma da mostro verde pochi attimi dopo si apre un nuovo fronte eccitatorio: Carletto.
Non fraintendete, lubrichi lupi della bassa; Carletto va come un treno sia in salita che in discesa, della pianura poco posso dire, pur se le Piane di Lama Mocogno, dovrebbero regalare meravigliosi (Piane ostrega!) tratti non pendenti; visto poco, ma non divaghiamo.
Quello che mi ha turbato non è Carletto (so che se potessi allenarmi per 10 o 15 anni, più volte alla settimana, forse potrei pure tenere la sua ruota) è la sua bicicletta.
Scruto l'oggetto metallico, titanio ovviamente, forma tra le più belle, fra quelle da me incontrate: poche, ma inizio a farmi alcune ideuzze. Si tratta solo di uno sbandamento come chessò camminare per Corso Campi (tanto per non essere troppo snob) ed essere sfiorati da Naomi Campbell, la vita prosegue, ma in quell'attimo uno ricapitola tutta la sua vita, e tutte le reincarnazioni che lo hanno condotto al momento fatale.
Annoto mentalmente (e vista la quota si tratta di un compito di una certa rilevanza) il nome della bici: Crisp. Non mi dice assolutamente nulla.
Poi a casa mi getto come feroce mangusta sul computer. Ho la mia soddisfazione.
La bici di Carletto fa bella mostra di sé, insieme ad altre notevoli creazioni titaniche.
Una in particolare mi turba, ed è quella in foto!
Ne sono certo tutto è iniziato l'11 maggio del 2008 nel viaggio in macchina Finale Ligure-Cremona: al volante c'era lo Zio Pippo.

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