30 aprile 2010

MEETING POINT

Oggi alle ore 17.15 presso la rinomanta Santa Santissima, sempre Santa, Margherita, il duo Ghid'Ema darà avvio ad un giro nel quale si faranno dei lavori che produrranno delle aspettative di risultato.
Per tutti gli agonisti, gli agognati, gli agonici financo gli agnostici, tutti siete invitati.
Sono molto gradite bici con pochi cambi.

PEDALANDO FRA I CANGURI




Il libro di Alessandro “Alex Adrenalina” Galli si apre con la più classica raccomandazione della mamma: copriti che il sole australiano picchia duro.
Si tratta di un lungo reportage di un viaggio che il portagonista ha fatto in Australia, durato molti mesi.
Il viaggio fuori è anche, e non poteva essere diversamente, vista l’età del protagonista, un viaggio dentro di sé.
L’innesco della dedicisione di partire è dato da un evento imprevisto ed imprevedibile, quello che le statistiche catalogano come incidente stradale: Alex, per evitare un cane che gli taglia la strada si schianta contro il guardarail. Macchina distrutta, lui acciaccato non poco ma vivo. Il colpo di frusta passa rimane un senso di disagio che lentamente si coagula nel sogno: mollare tutto e partire.
Lo fa! Vende casa, lascia il lavoro e si trasferisce per molti mesi in Australia con l’idea di pedalare da costa a costa con la sua fida cavalcatura gialla e il piccolo ma valente scudiero il carrellino che tanto lo farà penare nei primi giorni di pedalate.
Il libro è un lungo racconto in presa diretta che getta il lettore dentro paesaggi e luoghi da favola.
Ma è anche un viaggio interiore, una lunga chiacchierata con se stessi, in solitaria o attraverso gli incontri fatti nel corso del viaggio.
Il viaggi dentro di sé è un percorso di spogliazione e di scrematura: passano i km e lentamente i pensieri che si dipanano cercano di mettere a fuoco la vita precedente.
L’autore prova a capire quali erano i nodi, le incrinature, le faglie che gli rendevano la vita non più piacevole; già nelle prime pagine si apre la domanda cruciale: riuscirò a tornare cambiato e se si in che misura?
Nel “viaggio dentro” si dipanano alcuni temi forti: il lavoro e la sua violenta centralità nella vita di Alex (e non solo), le relazioni con l’altro sesso e più in generale con il mondo degli umani, i criteri di scelta per definire cosa ha valore e cosa non ce l’ha.
Il viaggio fuori è una lunga cavalcata, prima in bici poi in treno o con altri mezzi che fanno scoprire al lettore curioso un mondo quasi magico. Echidna, Ornitorinco, Uccello Lira, Baob, nomi che nella mia memoria risalgono alle letture degli anni pre-adolescenziali. Mammiferi che depongono le uova, coccodrilli di fiume grandi come automobili, orsacchiotti pelosi mobidi come pelouche dalle unghie affilatissime, strani animali che saltano invece di camminare, altri che camminano come camerieri ubriachi ma nuotano come pesci, rettili che solo a guardarli possono ucciderti con il loro potente veleno.
L’Australia è un mondo, almeno per me, magico.
Nel libro si percepisce in modo intenso la presenza di una natura esuberante, che ingloba il portagonista lo seduce, lo scuote, lo divora con le sue bellezze, per poi lasciarlo tramortito.
Il viaggio fuori è un viaggio di incontri. Il libro è pieno di piccoli ritratti di compagni di viaggio occasionali, di luoghi, pub, ostelli, soprattutto, nei quali Alex mette a punto le sue riflessioni sul genere umano e consuma quantita parecchio smodate di birra.
Deve rivedere le sue scale di valori, le priorità che hanno organizzato e dato senso alla sua vita ora, durante il viaggio, non servono più.
Il viaggio fuori è anche un viaggio fatto pedalando.
Una bici, gialla, con un carrellino monoruota, attrezzatura ridotta al minimo e tanta voglia di scoprire il nuovo mondo.
Molte ore, solitario, passate in sella permetteranno di intrecciare continuamente la visione del paesaggio con la riflessione sempre più serrata.
Forse, ma so già come la pensa l’autore, un lavoro di editing si poteva anche fare, sarebbe migliorata la leggibilità, ma la scelta di procedere in presa diretta come un lungo piano sequenza, porta il lettore dentro il viaggio, lo fa accomodare sul tubo centrale della bicicletta e lo predispone al racconto.

Alessandro "Alex Adrenalina" Galli: Pedalando fra i canguri, Minimoimpatto Produktion

29 aprile 2010

PANOPTICON

Carissimo Emanuele Bruno,

se hai una tessera UCI (Unione Ciclistica Internazionale) dovresti pure
conoscere le regole di tale federazione e nel momento in cui hai fatto una
tessera rossa così bella e prestigiosa, le hai anche accettate.
I dati in essa contenuti, se pur sensibili, non sono un segreto, ma anzi
servono agli organizzatori di una gara per poterti identificare.

In quanto al Chip è di gran lunga più vantaggioso tenersi i 10 euro di
cauzione che avere restituito il chip, quindi puoi tenerlo e lasciare a
Chempionchip i 10 euro (non sono nostri).

Quel chip viene messo davanti alla signorina, per rispetto di tutti gli
altri partecipanti che non sono tenuti a credere incondizionatamente alla
tua onestà sportiva (ma forse questo è un concetto troppo basso e di
spicciola praticità, per essere compreso da chi ama la filosofia) e la
tessera trattenuta, come peraltro avviene in tutte le gare UCI, perchè quel
chip tu te lo faccia togliere dalla signorina al momento del ritiro della
tessera, in modo che tutti gli altri concorrenti siano garantiti della tua
condotta di gara regolare.
Già perchè io come direttore di gara non posso imporre agli altri 839
iscritti di fidarsi di un onesto lavoratore padre di famiglia, ma posso
chiedere a te nel rispetto degli altri di indossare un chip e di verificare
poi che esso non sia stato manomesso. (prova un pò a chiedere al saggio
Bernardo, il tuo neurone più anziano, come ci è venuta questa paranoica
idea)
Comunque tranquillo, come abbiamo fatto per gli altri, avremmo mantenuto
riservatezza e non ti avremmo tacciato come un truffatore reietto e
merdaccia (sai anche questi sono dati sensibili).

Se poi il chip era troppo stretto e ti procurava lancinanti dolori potevi,
come hanno fatto altri, recarti dalla signorina che te ne avrebbe
gentilmente consegnato un altro, che avresti dovuto comunque indossare
davanti a lei, più largo, ma probabilmente per te ugualmente doloroso.

Se non costasse circa 1.000 euro a persona probabilmente ti faremmo anche
fare pipì davanti alla signorina, come avviene nelle gare organizzate
dall'UCI (ho fatto il commissario antidoping e ti assicuro avviene proprio
così) di cui sei titolare di una bella tessera rossa, e ti assicuro, non
troveremmo in quelle provette tutte urine di onesti lavoratori padri di
famiglia (neanche in una garetta come la 24h di Cremona).

Le signorine del check-in hanno semplicemente fatto il loro dovere, nel
rispetto delle regole, rispetto che con il tuo intervento non mi pare tu abbia
invece riservato a noi organizzatori in ugual misura.

ciao
Chicco

Ema, questa era la risposta seria, ora conoscendoti, capisco il tuo sfogo, ma tu capisci che non sono tutti come te e come la stragrande maggioranza dei Singlespeeder.

In una gara di pseudo agonisti, purtroppo le regole sono queste, senza voler spoetizzare troppo la tua anima, e per semplice tua conoscenza, ti basti dire che abbiamo 5 contestazioni della classifica di cui 4 relative alla classifica SS tra l'altro riguardanti posizioni di rincalzo (peraltro 3 di esse sono giuste e già corrette, causate da un nostro problema nella modalità di chiusura della gara).

Il prossimo anno farò di tutto per compensare il dolore causatoti dal chip, facendotelo togliere "oralmente" da una delle ragazze del check-in, accertandomi prima che a farlo non sia mia moglie!

Se non fossi tu, l'intervento mi farebbe inc@zzare, ma fatto da te ha tutto un altro significato e per molti aspetti, è da me perfino condiviso.

Probabilmente devo smettere di inc@zzarmi, per i chip gli i-pod (Conni, quell'i-pod te lo butto via, mi hai intasato la radio di segnalazioni da parte dei commissari di percorso!) e cominciare ad inc@zzarmi come te perchè mi hanno messo un chip troppo stretto!

bye Chicco

Il mio pizzino "Al limite" ha stimolato un certo numero di sollecitazioni tra cui quella del Direttore di Gara che molto sportivamente scende nella tana dei Lupi.
Premessa: quello che scrivo non può che rappresentare il mio pensiero non certo la "linea" di un intero gruppo per sua natura piuttosto eterogeneo e moderatamente anarco-elitario.
Voglio provare a rispondere a Chicco mi pare doverso. Mischierò serio e faceto.
Punto primo e ci tengo a dirlo, il lavoro fatto per organizzare un evento come la 24h di Cremona penso sia molto e di non facile realizzazione. Il mio scritto potrebbe far pensare, dato il tono volutamente ironico, che io abbia sottovalutato se non addirittura irriso il lavoro svolto dal comitato organizzativo.
Penso molto semplicemente che senza quel lavoro la 24h di Cremona smetterebbe di esistere: nessuno penso si arricchisca ad organizzare una ventiquattrore ne tanto meno penso sia gradevole la posizione di chi deve controllare che tutto vada secondo le regole.
Non sono certo di essere stato irrispettoso: ho fatto quello che mi è stato chiesto rapportandomi in modo assolutamente urbano come il contesto richiedeva. Però, però i pensieri ovviamente vengono, ho provato ad esprimerli in un tono ironico e grottesco, ma certi nodi restano e non tocca certo a me scioglierli. Forse penso possa infastidire il mio tono "saputo" di chi parla, discetta, critica, ma non si sporca le mani. A me darebbe fastidio. E poi non ho soluzioni da proporre.
Il mio campo di osservazione è molto ristretto per esperienza e storia, ma mi pare evidente che all'interno di un contenitore come quello delle 24h coabitano molti stili di partecipazione: ho qualche dubbio sul fatto che possano dialogare, ma siamo ad una gara mica al circolo Pickwick, e soprattutto possano continuare ad esistere.
Ad una gara le regole devono essere chiare, semplici e osservate. Per far sì che questo accada è inevitabile che ci sia qualcuno che si prende la briga di fare il lavoro di controllo.
A mio modo di vedere la 24h di Cremona è una gara, come tutte le gare dalla campestre scolastica alla finale olimpica, tocca far rispettare le regole, sperare che ci sia un autonomo senso di responsabilità ed autocontrollo è semplicemente ridicolo e forse pure inumano.
Bisogna anche dirlo più chiaramente, le regole che invoca il Direttore di Gara sono regole che "parlano" ad un gruppo di riferimento a mio modo di vedere minoritario, ma molto forte, diciamo culturalmente egemone. Su 850 iscritti quanti sono quelli che si avvicinano alla 24h con spirito agonistico (si preparano con metodo, magari alcuni di loro pure si additivano con sostanze dai poteri magici, gareggiano alla morte per vincere l'agognato trofeo)? Azzardo una cifra: 20%. Il restante 80% a mio modo di vedere, e non c'entra nulla l'anima poetica, si avvicina alla 24h con altre motivazioni.
La scommessa delle 24h è quella di provare a tenere insieme modi differenti di vivere il gesto atletico e l'esperienza ad esso connessa. Mondi molto diversi si sfiorano e spesso si scontrano. E' una scommessa: solo chi la gioca può dire se la sta vincendo, se la sta perdendo ma soprattuto se vale la pena giocarla ancora, questa partita. Il chip stretto di cui parla il Direttore di Gara è a mio modo di vedere, oltre che il peso di una responsabilità che comporta la gestione di un certo numero di lamentele anche il segnale che la 24h di Cremona, non so le altre, mostra qualche affanno (inestricabilmente connaturato al tipo di scommessa), a mio modo di vedere più che giustificato.
Io non penso che le operazioni di controllo siano al servizio di 850 persone, non lo penso proprio, sono al servizio di un modo di interpretare (assolutamente legittimo e pure condivisibile) la 24h che si chiama agonismo. 170 persone e le loro culture di riferimento sono quelle che hanno BISOGNO delle regole di controllo: senza queste regole, i 170 sublimerebbero, per riaddensificarsi in altro loco. Semplicemente una gara che non misura perderebbe di interesse non sarebbe una gara.
Se si accettano queste premesse, allora, ci sta pure il controllo delle urine e del sangue. Non cambia nulla si tratta solo di applicare un sistema più idealmente garantente: a me e all'80% degli altri partecipanti i controlli interessano poco, ma non perché non abbiano valore, ma perché appartengono ad un modo di vivere l'evento alieno (ma non certo disumano).
Dal mio punto di vista il problema, se tale lo si vuol vedere, non è risolvibile se non facendo un saltino culturale, ma rimanendo dentro il sistema agonistico le regole sono quelle che sono e vanno rispettate e fatte rispettare.
Non so se le 24h sono pronte a fare a meno degli agonisti, ne so se lo vogliono, ma certamente sono obbligate, se non asservite, a quel modello che sostiene e da senso alla pratica agonistica: il resto direi va da sè.

28 aprile 2010

Silenzio



Prezioso, personale, introspettivo, vitale, rumoroso, rappacificante,
imbarazzante, decoroso, interiore, ermetico.
Eloquente.

Eterno

tra un fiore colto e l’altro donato
l’inesprimibile nulla




Basta mi do allo Skate!!

26 aprile 2010

De Ronde

Bruges 2 aprile, arrivo verso le 7 del mattino parcheggio e penso: manca poco.... Scarico la bici, a stento trattengo il sorriso... Saluto con un cenno le decine di ciclisti che incrocio con lo sguardo, lentamente ci avviamo verso il Markt per la partenza. Nella mia mente milioni di pensieri si susseguono, il tempo é buono anche se freddo forse siamo fortunati che non piove... ma un tizio mi dice subito che le previsioni danno vento e acqua! il meteo giusto da Fiandre penso io...

Qualche foto alla partenza, primo timbro al cartellino e poi via! Faccio 20 metri e subito qualcosa non funziona, il cambio fa un rumore strano... mi fermo e guardo: nooooooooo!!! stavo perdendo una rotellina del bilanciere! Panico, per fortuna che le viti erano ancora al loro posto e che ho seguito il consiglio del buon Tiziano Zullo: portate via le brugole che non se sa mai.... Grazie Tiziano!

Serro le viti ben bene e poi via, stavolta davvero mi aspettano 260 km di leggenda, fatica, vento pioggia. Esco dalla città seguendo un gruppo di una ventina di ciclisti che ben presto abbandono per tenermi sul mio ritmo, vanno troppo forte per me... Si va verso il mare controvento ovviamente una costante di tutto il giorno, il vento contro!

I primi 60 kilometri scorrono via tranquilli tutti su pista ciclabile attraverso la campagna diretti al mare verso Ostenda passando per Wenduine e De Haan, la riviera belga, vialoni e palazzoni non un granchè, però le casette fuori città mi colpiscono per le loro finestre giganti e l' assenza di tende, una goduria per i curiosi.... Passata Ostenda si vira verso l' interno proseguendo in ciclabile a lato di stradoni lunghissimi e drittissimi, l' unica variante é che ogni tanto ti fermi al semaforo rosso, perché pedali nel traffico e devi rispettare il codice della strada. Passo Gistel e dopo si arriva a Torhout al primo controllo e ristoro, non male il personale di servizio mi accoglie subito amichevole, per forza ho leoni ovunque.... mi parlano tutti in fiammingo, ma quando gli rispondo in inglese rimangono piacevolmente stupiti che sia italiano. Mangio, bevo, riempio la borraccia e via verso un bel temporale.. Eh sì come riparto inizia a piovere, accidenti e adesso mentre tutti si fermano a indossare la mantellina io penso: cazzo non ho la mantellina!! E allora mi dico vai Mario non fermarti pedala che ti tieni caldo, così facendo il temporale lo supero bene e non perdo tempo prezioso.
Si prosegue ancora per strade diritte più o meno grandi passando per cittadine dai nomi sempre più strani, Hoogelde, Roeselare, Ledegem, Lendelede, Desselgem, leggendo quei nomi coì strani rido e mi passa il tempo senza che me ne accorgo, e arrivo al secondo controllo ristoro. Spettacolo si entra in un capannone stile festa paesana con la musica e luci psichedeliche, questi belgi ci sanno fare con i ristori! Riparto e di nuovo acqua! Penso: ma allora ce l' hai con me!! Così si mette pure grandinare!! Osti, allora mi riparo sotto a un balcone insieme a qualche compagno di viaggio, si perché ormai nel tira molla alla fine ti trovi sempre con quei 6/7 compagni di viaggio, azzardando il gruppo ogni tanto.
Durante il tragitto ci sono le macchine che assistono i più organizzati, li vedi che si fermano ai lati si cambiano, si asciugano, io invece totale autosufficienza... manco la camera d' aria ho per dimenticanza se buco sono fottuto!!!
Ancora nomi strani Waregem, Kruishouten, pensando che non avendo il contachilometri e non essendo segnate le distanze ogni tanto mi chiedo dove sono... manco che ore sono mi chiedo, sono talmente perso nei miei pensieri, dovrebbe mancare poco al primo muro però, infatti eccolo il Den Ast tranquillo, lungo 450 m, l' aperetivo solo che arrivato in cima inizia un tratto di pavè!! Osti mancano poco più di 100 km ad arrivare é ancora lunga spero che il pavè sia poco..... Le vibrazioni sono fastidiose, per fortuna che il vento costante asciuga tutto in fretta.
Adesso si fa interessante la corsa, il paesaggio cambia é tutto un attraversare paesini pieni di gente a bordo strada che ti saluta e ti incita, molti aspettano i loro amici, specialmente sui muri. Si i muri inizia finalmente la fase interessante del giro si sale e si scende Kluisberg, Knoktemberg, Oude Kwaremont, Paterberg, si sale regolare cercando sempre di a distanza da quelli davanti che si possono piantare... perché questi ciclisti nordici sul piano andavano forte, ma sui muri si piantavano spesso....
Guardo il panorama e il sole ravviva le colline bagnate, il vento sempre contro mi tiene asciutto... così si arriva al mitico Koppenberg, la stradina scende leggermente e poi curva a 100 gradi! Ed eccolo papam,lo strappo più duro con punta del 22%! io esclamo ad alta voce "Oh my God!!" E un signore anziano mi incita, bene inizio a salire regolare ma il pavè bagnato é insidioso, faccio zig zag per superare chi si pianta la il meglio deve ancora arrivare, davanti a me cadono un paio di tipi, uno che scende a piedi scivola e quasi mi travolge! Accidenti ce l' avete con me osti, così scendo per qualche metro, aspetto che si liberi la via e poi risalgo per concludere la salita, stica!! Mi fermo per scattare qualche foto e li vedo tutti spingere la bici e rimango li un po a fare il tifo per i miei compagni d' avventura.
Riparto con calma e sono abbastanza tranquillo perché le gambe sono ancora ok, ritmo regolare, mangio e bevo sempre, ogni tanto uno scroscio d' acqua che non fa mai male... Così facendo superiamo altri muri, Steenbeekdries, Taaienberg, Eikenberg, Molenberg, Leberg, ognuno ha la sua particolarità ma non sono troppo duri a parte quelli col pavé bagnato dove devi stare attento a dosare la pedalata. Non manca molto ma ho perso il conto dei muri... meglio così tanto mi ricordo quali sono gli ultimi due...
Il tempo ormai sembra stabilizzato, le nuvole all' orizzonte danno tregua, inizia a calare il sole
e i toni rossastri del cielo danno un bel tocco a questa giornata, affronto gli ultimi muri aspettando impziente il Grammont... Intanto arrivo al Berendries, poi Tenbosse e poi la cittadina di Geraardsbergen entriamo e ho un vago sentore.... ci siamo inizia la salita sono ancora dentro il paese la strada volta a sinistra e su bel rampone.... poi vedo la freccia che indica a destra il pavé: Muur- Kapelmuur ci sono, continuo nella mia pedalata regolare, l' emozione sale insieme alla strada davanti tentennano, allora scatto e la folla si infiammma! Che batticuore, spiana un pelo ma non é finita, solo il tempo di dare un occhio al chiosco delle birre e salsicce a sinistra... quasi quasi mi fermo... e invece no destra e l' ultima parte della salita con l' arrivo alla chiesetta. Qualche minuto di sosta per vedere la gente che mi sta attorno, sono stanchi e felici come me, che bello.
Riparto talmente carico che se non sto attento faccio un dritto contro il muro in discesa.... pochi km ed ecco il Bosberg l' ultimo muro lo faccio a tutta anche se il pavé mi disturba, arrivo in cima, guardo ai lati e vedo tutte le facce amiche, Tiziano, Spiedo, lo Zio, Ema, Ghido, Ed , Marcello, Andrea, Martino, Bob, Luke, France, Carletto, Tarantola, Savana, Il Liutaio, Fabio, Mia sorella, Ilaria, Giuffrè, Zanna, Pigi, Ben, Alex, Turbo, Il Biffi, tutti I Lobos e tutti i miei amici e piango di gioia e ho la pelle d' oca... sono felice e ho due pensieri speciali in quel momento, uno per una ragazza speciale.... l' altro per Angelo che avrebbe voluto essere li con me... e un po mi mancava... magari la prossima volta!
Ma non é finita ultimi 10 km, metto il 53 e via a tutta, l' adrenalina scorre di brutto che le gambe girano da sole fino all' arrivo, eccolo!! Ce l' ho fatta mi ripeto, la gioia é grande i pensieri si susseguono assieme ai messaggi che arrivano senza sosta sul telefono... Sono arrivato in fondo al Giro delle Fiandre, che fantastica avventura! Rimango qualche minuto sotto l' arrivo per godermi il momento in santa pace, che bello, che bello mi ripeto.
Un Grazie di cuore a tutti gli amici che mi hanno sostenuto e pensato in quei momenti, siete stati la mia marcia in più!!


Mario

PICCOLE RIVELAZIONI



Domenica di inizio primavera, aria tiepida, colline ubertose e fiorite, gruppo di pedalatori. Questo basta per riconcigliarsi con la settimana.

Si scopre che nel gruppo ci sono uomini dalle eruzioni pilifere esuberanti.

Si nota che le bici con i cambi progrediscono meglio di quelle senza cambi.

Si vede che chi ha i cambi scambia e chi non li ha spinge da dietro.

Si evince inoltre che certe bici frenano poco altre ancora meno: lo Zio si esibisce in un drittone con urlo.

Passata la paura parte la bordata di fischi, insulti e denigrazioni varie.

Si nota un fenomeno piuttosto conosciuto in letteratura: dato un gruppo di maschi di età superiore ai 30 anni, i fenomeni regressivi portano il gruppo medesimo a comportamenti che anche alla scuola materna verrebbero sazionati come immaturi.

L'extra dilatazione del glande unita al femore da 93 della bionda pannonica, producono strane reazioni nello Zio.

Tutti ridono insistendo sull'extra dilatazione del glande. Sono momenti di puro trash.



Emerge chiaramente che il pedalare in compagnia è un balsamo per lo spirito.

Il cicloturismo è in la Gran Fondo è out.

La birra è virile, il succo di frutta no!

Si conferma che lo Zio e Antonino messi a stretto contatto parlano una lingua ai più sconosciuta.
Si rileva uso estremo di apparecchiature ipertecnologiche: lo Zio, durante la pausa pranzo, in pochi attimi produce una tabella excell nella quale, grazie all'utilizzo di segrete funzioni dell'ipod, registra tutti gli angoli dei telai presenti in loco.

La tabella è stata prontamente secretata dal Mossad, lo Zio trasportato di conseguenza in un reparto di massima sicurezza dell'OPG di Castiglione delle Stiviere, la sua bici donata al Moma, che pare l'abbia messa in vendita.

Si nota che Ghido ed Ema sono delle fottute fighette: mentre tutti girano con emormi zaini contententi ogni ben di dio loro si ostinano a pedalare come se fossero al prologo, contre la montre, del Tour de France!

E' molto evidente che i ciliegi in fiore sono stupendi, ma le montagne sventrate per cavar inutile marmo, che fanno loro da sfondo, lo sono molto meno.

Lo dico senza mezzi termini: la bici di Mario è molto ganza ma forse ha un paio di leoni di troppo, quello in sella direi che basta!

Questo mi pare sia tutto.

Grazie di cuore, pedalare fra i Lobos è sempre piacevole.


PS: piccola aggiunta. Rivedendo le foto mi sono scordato di evidenziare che le livree sfoggiate dal gruppo hanno dimostrato, qual'ora ce ne fosse ancora bisogno, che i Lobos sono anche molto belli ed eleganti, e alcuni fra loro sono pure portatori sani di magrezze inconcepibili!
Biciclista rulez.

25 aprile 2010

- Polar Express per due -



Ci alzeremo dal letto,saliremo sul treno e ci prepareremo per il viaggio della nostra vita!Affronteremo montagne che sembrano giganteschi ottovolanti,campi ghiacciati su cui slitteremo, ponti altissimi sospesi nel nulla da attraversare come equilibristi,mentre camerieri ballerini ci serviranno della cioccolata calda,sorprendendoci più di quanto possiate immaginare.Sarete con noi sul Polar Express!
"Devi credere!"dice un misterioso vagabondo.
Vedrete miracoli!E crederete!!!!
In biciclettaaa!

24 aprile 2010

Organizziamoci per tempo

Buongiorno dalla Segretaria organizzativa Lobos.
Manca un mese alla 24h di Finale Ligure ed è tempo di darsi una regolata.
Le questioni da gestire sono le seguenti.
JD Fuentes penserà al trasporto materiali ovvero del gazebo ufficiale con tutti i suoi orpelli (luci ecc.), Inga, tavolino ecc.
Abbiamo il permesso firmato con il sangue da Limoncino di grigliare della carne e impestare tutto l'accampamento quindi JD porterà anche la griglia e la relativa carne stoccata nel frigorifero del suo furgone. (Forse questa non è una grande idea! Lo spazio è poco e ci vorrebbe qualcuno che seguisse la cosa dall'inizio alla fine... meglio se ci rinunciamo??)
Viste le due precedenti il furgono di JD non può essere utilizzato come trasporto biciclette, quindi si prega ognuno di provvedere a trovarsi un compagno di viaggio per ridurre il numero delle automobili (non abbiamo il parcheggio del campeggio) e di conseguenza anche il numero delle tende (prendete pure questo suggerimento come uno stimolo alla promiscuità!)
Chi avesse a diposizione sedie, poltroncine, sgabelli, panchine e simili è pregato di portarli.
Se Andrea sarà vivo per Finale e volesse portare anche il suo frighetto muccato lo faccia!
Ogni singola squadra si adoperi per essere autosufficiente per quanto riguarda gli attrezzi.
Detto questo ricapitoliamo la composizione delle squadre:

Lobos Attacks Racing:
Mario - Luke - Perse - Alex - Turbo - Christoph - Seba (vinciamo!)

Lobos Attacks:
Zio - Ema - Ilaria - Fabiodj - JD Fuentes - Adriano (ne troviamo un settimo?!?!?!)

Lobos Attacks Squallidi:
Marcello - Antonino - Cecile - Silvia - Martino - Borz1 - Lapo (gli unici con due donne, occhio alla promiscuità...)

Vista la mancanza del Maestro di Cerimonia Supremo Lo Re Spiedo e pure di Bob is The Man (maledetto tirapacchi dovevi venire a fare il meccanico...) ogni capitano pensi a controllare i suoi sudditi e a farli rigar dritto almeno nella fase organizzativa.
Se a qualcuno viene in mente altro lo dica!!

P.s. per Andrea: try not to be sick!!! (scritto in inglese, mi raccomando)

23 aprile 2010

Domenica 25 aprile

Domenica io, Marcello e Antonino si farà un giro road in Valpolicella, con ritrovo indicativamente alle ore 10 nei pressi di Negrar e percorso in via di definizione... Chi volesse unirsi si faccia sentire!

20 aprile 2010

Dry Dusty Trails.....


So you all stay in Italy for the good weather and 24 hour racing. Maybe the wrong choice?
SSEC 2010 is done. Crazy sunny weather, dusty trails and fine singletrack.
2011 is with the crazy people from Belgium - it WILL be good. The one victory for Italy was in the bike throwing contest :-). In the race Milk was maybe a little delayed by the collected pile of 30 On-Ones at the start (traditional at UK ss races).

Olè!

Lost and Found 24hr



Dobbiamo ridare al proprietario i reperti nelle foto:

2 Luci LED marca AERO da Manubrio
1 Luce LED piccola
1 Paio di occhiali Kuota!!! (qui nascono sospetti...)
2 Confenzioni di "Energia Professional" qualcosa (i sospetti sono ancora più forti)
1 Barretta "Tecnica" (voglio proprio sapere di chi è)
1 Lampada Frontale

Il proprietario o i proprietari sono pregati di fare outing al più presto!

Al Limite

-Nome prego: Emanuele Bruno; -Cognome: Gandolfo.
Consegno la tessera UCI.
La signorina scartabella un pacco di fogli, scrive i miei dati e mi consegna la liberatoria. Firmo e aspetto.
-Vai a quel tavolo, che ti danno il chip e il pacco gara.
-Grazie!
Penso al pacco gara, gli assoni delle mie pochissime cellule cerebrali attive iniziano una danza panica, urla di gioia indescrivibili squassano le meningi.
In questo stato estatico mi avvio garrulo verso l’agognato dono.
Mi sposto all’altro tavolo, consegno il primo foglio e aspetto.
Mi danno il chip e si requisiscono definitivamente la tessera UCI insieme alla solita cauzione.
Ho un primo segnale di un’incipiente diverticolite.
Perché! Strano, è normale, vai in un posto ti chiedono chi sei e cosa fai lì e se hai il titolo per farlo, e poi si prendono un pezzo di plastica con foto e dati sensibili.
Forse mi dico si tratta di una strategia per aumentare la probabilità che le persone riconsegnino il chip, visto che perdere 10 euri va bene, ma privarsi della tessera che permette di partecipare alle garette domenicali può far male.
Forse insisto, mentre il dodicesimo diverticolo inzia a pulsare con più vigore, il “sequestro della tessera” non è altro che un indizio che si sta entrando in un mondo a parte.
Si viene privati, temporamenamente della propria identità, per assumerne un’altra, nel migliore dei casi. Nel peggiore si è condannati all’anomia. Brutta storia penso, bruttissima.
Sono lì al tavolo dei chip che contemplo questi pensieri e sento una voce di donna che mi invita perentoriamente ad agire.
-Il chip te lo devi mettere adesso, qui e davanti a me!
-Prego?!
Fatico a riemergere dai fumi dei miei pensieri, ma sento che il tredicesimo diverticolo si è formato.
-Si il chip te lo devi mettere adesso, qui e davanti a me!
-What?!
Ritorno in me.
-…e perché devo fare una cosa del genere?
- per evitare che poi ve lo scambiate il chip!
- ehhh, ci scambiamo cosa?
Il tredicesio diverticolo sta ormai gocando a briscola, in coppia, con il quattordicesimo diverticolo.
Eseguo l’ordine, mi metto il chip e torno da dove ero venunto.
I passaggi sono così articolati: “sequestro dell’identità”, brevissimo momento di crisi e poi nuova identità.
Pochi minuiti e bisogna riconfigurare il proprio essetto mentale.
Sono stato obbligato, penso, a fare un’azione per me senza senso ma l’ho fatta.
Non sono per nulla sereno.
Nella mia vita civile una sola istituzione si permette di sequestrare temporaneamente la mia identità: il carcere.
Strano mi dico, cosa c’entra il carcere con la 24h di Cremona. Non saprei dire, ma l’analogia si pone evidente.
Si pone in modo ancora più evidente quando mi invitano a fare un’azione che dovrebbe evitare il rischio di commettere azioni fraudolente.
Straniamento, forte senso di vertigine, il quattordicesimo diverticolo scende a bastoni, boom, si becca un vaff sonoro dal suo compagno di squadra il tredicesesimo diverticolo.
Si mi dico io sono qui per farmi un giretto in bici e passare qualche ora piacevole con degli amici. Mi dico. Ma mi devo dire che forse non tutti sono lì insieme a me per farsi un giretto in bici con gli amici.
Vengo trattato come uno che potrebbe commettere azioni illecite come scambiarsi un chip. Penso tre cose. La prima quella che mi fa più male: non ho capito dove mi trovo.
La seconda l’organizzazione è una struttura paranoica e si copporta di conseguenza. Possibile! Meglio assecondare.
La terza: ci sono stati episodi di scambio di chip e allora l’organizzazione è corsa ai ripari. Se possibile mi sento ancora peggio.
Sento Bernardo il neurone più anziano che mi è rimasto che inizia ad innervosirsi.
Penso a persone come me, umani, genitori di figli minorenni, lavoratori onesti, magari moderatamente evasori, con una moglie, degli amici, dei vecchi genitori da accudire, penso a tutto questo e provo a pensare a queste persone che si scambiano i chip, si mi immagino il tipo che consegna il suo chip a mazinga z che fa il giro in due minuti netti mentre lui con il prezioso profilattico, omaggio birichino dell’organizzazione, si accoppia voluttuosamente con la serie sterzo di ultima generazione in fantacarbotitanato.
Si penso alla scena e mi vien da sorridere, e intanto mi incammino verso il Lobos Village.
Mi guardo in giro vedo facce come la mia, corpi più o meno atletici, sento voci, vedo persone che parlano che preparano le loro bici che sistemano le brandine per la notte. Vedo la scena del tipo che stantuffa nella serie sterzo di ultima generazione mentre mazinga z fa il tempo con il suo chip. Mi vien da sorridere, ma anche da chiedermi che ci faccio qui, io. Un reclusorio, privato della mia identità e trattato come un potenziale truffatore.
Tutto ciò è profondamente indecoroso.
Sento il chip che pulsa alla caviglia, vorrei strapparlo e buttarlo via, ma poi penso che non mi ridarebbero la tessera UCI, che è rossa di un rosso molto bello. E allora desisto, penso anche che se buttassi via il chip poi dovrei subire un processo pubblico nel quale tutti direbbero che ho barato, che ho tradito lo spirito della 24h di Cremona, che sono una merda d’uomo, non potrei più guardare mia figlia, perderei gli amici, tutti sputerebbero a terra al mio passaggio, tutto per un fottuto chip di merda. Verrei espulso da Cremona e mandato a Stagno Lombardo in esilio a zappare la terra senza sosta per anni. E tutti passando diranno ai loro figli: “ ecco lo vedi quello là è uno di quei pezzi di merda che si scambiano i chip, è un truffatore un reietto una merdaccia da cui tenersi lontani!” Ecco questo direbbero. Un colpo non forte ma inatteso mi riporta al presente, mi giro è Giulio Tremonti che mi chiede conto dell’Unico 2009. Scappo a gambe eletave urlando frasi indicibili.
Il chip pulsa e stringe la caviglia. Fa male!
Sono arrivato ormai al Lobos Village mi avvicino e vedo da lontano una sedia da regista, seduto mollemente adagiato su di essa un uomo occhi chiari, capello fluente atteggiamento molto blasé, in attesa, guarda l’orizzonte. Non possono esserci dubbi è JD e siamo alla 24h di Cremona.
I diverticoli hanno ormai concluso la loro partita a briscola e dormono sereni il sonno dei giusti.
Io mi sento a casa, riconosco i volti amici, ogni reclusorio ha i suoi spazi di libertà.
Mentre mi sto cambiando mi fermo e penso: “ e se il prossimo anno mi chiedono di pisciare davanti alla signorina per l’indispensabile analisi, sa, ci sono persone che si prendono sostanze dopanti…dobbiamo vigilare”.
Sorrido a denti stretti, stringo il cinghino dello scarpino metto la testa fuori dalla tenda e mi avvio verso la partenza…il chip stringe forte la caviglia, e fa male!

19 aprile 2010

Bella Ghenga!

http://www.flickr.com/photos/biciclista/sets/72157623763303559/
Cliccate sulla foto per vedere il set di Antonino su Flickr!

Hammer Time.

16 aprile 2010

Los Lobos della YO MAMMA!!

7am and I'm out freezing my nuts of in 2 degree Celsius weather!

Dawn Till Dusk 2010! Last year it got canceled because of bad weather, this year the course was hot, dry, and dusty. I did the race in my own typical "Sac Style Racing" this means you eat whatever you want and do it completely unsupported out of a brown grocery bag you lay next to the trail! This race I chowed down on some chunky peanut butter/ nutella sandwiches, some hummus in Peta bread which gave me vicious garlic breath, some super greasy burritos, and a protein shake I whipped up the night before that had me off the side of the trail squatting down with some mean diarrhea!! At the end of the 12hours I had ridden 10 laps putting in 202km of single track riding and SURPRISE; I finished in 2ND place!

They had awards in some creepy warehouse and we all won some really weird Native American ornaments...See, I'm not kidding when I say New Mexico is ghetto! At the end of the day I was tired and my bum hurt, but that's how it always is. Now if only there was someone at the race who could make a really good vacuum cleaner noise....now that would have been neat.

Abbiamo i Bicchieri......Siamo Pronti!!!

Belle Bici, Stane Bici, Vecchie Nuove Bici...



Click on it!

Think positive: se c'è un problema c'è anche la sua soluzione...


http://blog.nau.com/2010/03/09/get-nau-by-doing-good/

At this point we have a pretty good list of the problems that exist in the world, and a decent-but-growing list of the causes. What we're lacking is a list of solutions. Some would say the pressure is on the scientists, politicians, and business leaders of the world to develop those solutions. But why not you? You know that riding a bike is better (environmentally speaking) than driving a car, in the same way that reducing your beef intake is beneficial. Yet we have a hard time committing to these improved practices.

With this project, we're hoping you will think about what's preventing you from acting on these positive impulses, and what inventions might remove those roadblocks. Do you not bike because you live somewhere rainy? Maybe you could invent a handlebar umbrella attachment. Do you hate the way tofu tastes? Maybe you could create a recipe for deep-fried delight. The possibilities are endless.

UPDATE: This Project is now closed to new submissions. We'll put up a post with everyone's entries tomorrow, April 2, 2010.
the OBJECTIVE:
Devise a simple, creative solution to a pressing global problem.
the ASSIGNMENT:
Our atmosphere may be filling with carbon and our oceans may be filling with plastic, but we global citizens have never been more filled with hope or creativity. We want to tap into that energy.Using your best DIY know-how, come up with an elegant solution to a global problem of your choosing. Maybe you think people drive to much; how could you get them to ride bikes? Maybe you feel like food packaging is wasteful; how could it be reduced?The best solutions should be easy to understand and even easier to replicate. Bonus points for an idea so original and so simple that it makes us slap our foreheads in disbelief that we hadn't thought of it before.
the REQUIREMENTS:
Post a comment, tweet @GOOD, or e-mail projects[at]goodinc[dot]com with a pressing global problem and your creative DIY solution. Your response can take the form of a paragraph, a sketch, an annotated photo—whatever you think will best convey your idea. Deadline is March 31st (and winners will be announced on April 6th).
the PRIZE:
The best three entries, as judged by our panel of in-house experts, will receive a $500 Nau gift card.

15 aprile 2010

Pioggia in arrivo!


Ma terremo duro! ... a parte Ema....

MAROON IS THE NEW BLACK




Così almeno sembra dalle immagini della nuova SC Butcher con il nuovo sistema di sospensione APP




I'M GOING PARTIALLY MAD!


14 aprile 2010

La Gnocca: Punto!


LA LAVATRICE: EVOLUZIONE E PROCESSI




La lavatrice è una macchina utilizzata per il lavaggio dei tessuti. Per effettuare il ciclo di lavaggio utilizza come mezzo primario l'acqua in abbinamento a detergenti ma esistono altri dispositivi di lavaggio che eseguono il lavaggio "a secco" facendo uso di solventi organici, di solito utilizzati in esercizi specializzati.
Si distingue fra lavatrici finalizzate all'utilizzo domestico e quelle per l'uso industriale.
Nell'uso industriale lo scopo delle lavatrici non è solo quello di lavare vestiti ma di operare anche su fibre tessili non lavorate, filati e pezze di stoffe.Il lavaggio può essere finalizzato alla rimozione di sporcizia, di residui di tintura o di filati d'appoggio utilizzati durante la lavorazione.La lana appena tosata viene lavata per eliminare lo strato di grasso presente sulla fibra.
Il primo esemplare di macchina per lavare fu sviluppato nel 1767 da un teologo di Ratisbona, Jacob Christian Schäffern. I primi modelli di macchine meccaniche risalgono alla fine del XIX secolo; come è accaduto per moltissime invenzioni, ci si è inizialmente ispirati a meccanizzare il processo manuale: le prime lavatrici, infatti, furono concepite come macchine atte a "sfregare" i panni, simulando così l'effetto manuale del modo più diffuso di lavare la biancheria. Le macchine così realizzate, il cui movimento fu inizialmente manuale, poi elettrico, presentavano però l'evidente svantaggio di provocare un'usura eccessiva dei panni, nonché risultati di lavaggio decisamente deludenti. La prima soluzione efficace fu l'adozione dell'agitatore: il principio era quello di forzare la soluzione detergente attraverso le fibre dei tessuti e non di agire meccanicamente su questi. Sviluppata in America, questa tecnologia è sostanzialmente ancora oggi praticamente la più diffusa nel mondo. Negli anni '20 ci fu qualche tentativo di adottare nuove tecnologie di lavaggio, con la comparsa delle lavatrici a cestello (ad asse orizzontale) specialmente per le applicazioni industriali, ma i modelli ad agitatore si imposero più rapidamente sul mercato, e furono via via dotati di ulteriori funzionalità: resistenze per il riscaldamento dell'acqua, mangani a rulli per la strizzatura della biancheria. Lo sviluppo di questo modello vide la realizzazione delle cosiddette "twin tub", cioè delle lavatrici a due vasche: una, con agitatore, nella quale si effettuava il lavaggio dei panni, l'altra, con cestello ad asse verticale, dove i panni venivano risciacquati e strizzati per centrifugazione; questo modello è tuttora piuttosto diffuso, soprattutto nei paesi asiatici e africani. Il modello con vasca unica e cestello ad asse orizzontale, tipicamente europeo, non ha invece riscontrato grande successo negli USA, anche se ci sono aziende (Bendix, Westinghouse, Whirlpool) che hanno realizzato numerosi modelli di questo tipo.
Dopo la seconda Guerra Mondiale, lo slancio industriale che caratterizzò soprattutto l'Europa occidentale vide nascere nuove esigenze e desiderio di benessere: a livello domestico (anche per il ruolo della donna che stava considerevolmente cambiando, soprattutto in Italia) le industrie elettromeccaniche iniziarono una fervida attività di ricerca e produzione di lavatrici. La Germania, che già prima della guerra aveva iniziato la produzione di lavatrici, riprese continuando sulla scia della tecnologia inizialmente adottata, che vedeva una decisa scelta per i modelli a cestello ad asse orizzontale. le lavatrici tedesche, anche prodotte dopo la guerra, erano però caratterizzate da notevoli problemi statici, poiché prive di sospensioni (la vasca era solidale con la scocca della macchina) che ne rendevano piuttosto complicata l'installazione: dovevano infatti essere fissate al pavimento. Erano però le macchine più evolute esistenti, dotate già di automatismi (timer, pressostato) che ne consentivano il funzionamento in maniera pressoché autonoma. In Italia, invece, si adottò inizialmente il modello americano, con agitatore ad una vasca e mangano per la strizzatura (Candy modello 50, prodotta nel 1947), poi il modello classico a due vasche, semi-automatico (Candy bi-matic, prodotta nel 1957, Rex-Zanussi mod. 250, prodotta alla fine degli anni '50) e, con l'adozione anche in Italia dei timer, finalmente i modelli automatici (Candy Automatic, 1959, Rex-Zanussi modello 260 etc.) ulteriormente evoluti nelle superautomatiche a seguito dell'adozione delle vaschette per il detersivo separate (per pre-lavaggio, lavaggio, additivi di risciacquo). Le lavatrici hanno raggiunto la maturità di prodotto e la ricerca, negli anni successivi, si è concentrata sull'efficienza energetica (riduzione consumo di acqua ed energia elettrica) e sul rispetto dell'ambiente (riduzione dell'utilizzo di detersivo). Si deve osservare come l'evoluzione della lavatrice sia segnata, negli ultimi anni, da due fattori importanti:
1. - l'orientamento prevalente verso l'utilizzo di tessuti misti o interamente sintetici, colorati, che "si sporcano meno" e "si lavano più facilmente" ha comportato la necessità di sviluppare programmi di lavaggio sempre più a medie-basse temperature e la pressoché totale abolizione del "prelavaggio";
2. - i detersivi, sempre più efficaci, contribuiscono decisamente alla riduzione dei tempi e dell'azione di lavaggio.
Le lavatrici moderne

Tra tutti gli elettrodomestici moderni, la lavatrice è quello che ha maggiormente cambiato il modo di vita di tutti i giorni, dal momento che prima della sua diffusione il lavaggio degli indumenti assorbiva una grande quantità di tempo e di energia, soprattutto da parte delle donne. Per questo la lavatrice viene considerata un elemento importante nella storia dell'emancipazione femminile. (Sul ruolo sociale della lavatrice, v. Asquer 2007)

Abitare in una lavatrice - La caratteristica struttura ad oblò, tipica del diffuso elettrodomestico, che contraddistingue in maniera inconfondibile i balconi di un complesso edilizio situato sulla collina sovrastante l'autostrada dei Fiori in corrispondenza del quartiere di Pegli, alla periferia occidentale di Genova, ha fatto guadagnare ad esso il nome di complesso delle Lavatrici; un nucleo residenziale popolare molto discusso fino dalla sua edificazione a causa di alcuni difetti strutturali che ne hanno reso da subito precaria l'abitabilità.
La prima lavatrice elettrica fu lanciata negli Stati Uniti nel 1907 da Alva Fisher. Attualmente esistono due tipologie di lavatrici:
A carica dall'alto, nelle quali lo sportello di carico è posto sulla parte superiore della macchina. Solitamente sono di dimensioni minori rispetto alle lavatrici a carica anteriore e vengono semplificate le operazioni di carico e scarico della macchina.
A carica anteriore, che invece hanno uno sportello rotondo sulla parte frontale della macchina, il cosiddetto oblò (sono le più diffuse). Il vantaggio di questo modello è che permettono la sovrapposizione di un'asciugatrice.
l'introduzione del microprocessore in questo elettrodomestico, ha permesso di facilitarne l'uso, migliorare il lavaggio, e nel contempo ridurne l'usura. Il timer permette di posticipare con precisione l'ora di partenza del lavaggio, i sensori di posizione del cestello collegati al processore, permettono l'avvio della centrifugazione solo quando la biancheria è stata distribuita uniformemente, in modo da non sollecitare eccessivamente i cuscinetti di supporto del cestello, a fine lavaggio con partenza autonoma, il cestello può ruotare di mezzo giro a intervalli regolari per non far impaccare la biancheria già semiasciutta.
Uno dei limiti delle lavatrici elettroniche rispetto alle vecchie lavatrici meccaniche è la mancanza di una funzione di resume: il programma di lavaggio non si può interrompere e riavviare a partire dal punto al quale era rimasto.

MOUSSE MOLECOLARE


La cucina internazionale si sta proponendo con forme innovative di rappresentazione della materia.
Destrutturare è la parola d’ordine, modificare con processi alchemici.
Chimica e Fisica si fondono e prestano le loro leggi e teoremi all’arte del deliziare il palato.

I principi della Dinamica entrano in cucina e con loro i bilanci molecolari.
Riscaldare, cuocere, raffreddare e congelare lasciano il posto alle operazioni tipiche di un laboratorio chimico.
Si può cuocere sfruttando le proprietà dell’alcool e congelare utilizzando l’azoto liquido, quest’ultimo conservato alla rassicurante temperatura di -196C.
La cucina tradizionale ha sempre sfruttato la chimica per modificare e trasformare i cibi, ma mai si era spinta così avanti nell’utilizzo di tecniche che presuppongono ricerca, conoscenze e dominio di materie meno che curriculari per uno Chef.

Tecniche atte a cambiare i punti di vista, mantenere intatte le proprietà delle materie prime, moltiplicare le sensazioni, proporne di inusuali.
Metodi meno violenti, tecnologia che osserva il cibo dall’interno, dalla sua struttura molecolare appunto, cercando di mantenerla intatta.


Copio ed incollo qualche descrizione:

“Si può scoprire che l’alcol ha il potere di coagulare le proteine dell’uovo senza alterarne il sapore e si può così ottenere un uovo solido come se fosse cotto mantenendogli la leggerezza e i sentori del crudo. Si può cuocere il pesce in una miscela di zuccheri fusi, anziché nell’olio, e scoprire che il nuovo "liquido di frittura" dimezza i tempi di cottura e che la sua densità e viscosità permettono di trattenere l’umidità all’interno del pesce. Perché non sia dolce, basta avvolgerlo in due foglie di porro. Oppure si può ottenere un gelato istantaneo utilizzando l’azoto liquido a "meno 196°" e scoprire la sensazione piacevolissima di un gelato che non raffredda la bocca e permette di gustare il sapore con la stessa intensità dall’inizio alla fine. La cagliata d’uovo, per fare un esempio, è una sorta di crema semisolida e morbidamente malleabile, ottenuta per cottura dell’uovo in alcool etilico a 95 gradi. Per ovviare all’odore di alcool, un risciacquo sotto l’acqua. Come dire, la scoperta dell’acqua calda.
O il rombo assoluto, ben definito dal nome, filetto di rombo avvolto in foglie di porro e cotto in una miscela di zuccheri fusi. Dolce? No, perché le foglie di porro, poi utilizzate per fare la salsa di accompagnamento, lo preservano dal contatto con lo zucchero. Nessun grasso, una frittura perfetta che mantiene una consistenza soda delle carni del rombo e il gusto del pesce fresco grazie alla fluidità e alla temperatura costante del liquido di cottura, che non lascia sfuggire alcun liquido né vapore dalla carne, mantenendo così un sapore eccezionalmente intatto”.


La curiosità mi appartiene, fa parte del mio DNA.
Di fronte a funamboliche evoluzioni, alternativismi forzati, mi pongo delle domande e qualche volta mi fermo concludendo: “ma vai a quel paese!”.
Sono per l’innovazione ragionata.
Ma qui l’abbinata scienza e cucina mi solletica, forse anche perché andrei a coinvolgere una parte molto sensibile di me stesso: il palato.
Sono pronto!

13 aprile 2010

CarbonEMA




Alll'inizio era perplesso...
...poi si sono accoppiati felici!

Con la bici, se avevate frainteso.

12 aprile 2010

RIP IT!

Found this picture on the "world wide web" from a 2nd place finish at a XC race back in early March...Grip It and Rip It...Los Lobos style!

SHIT!


quest'anno niente campeggio Ferrin durante la 24 ore a Finale
il sottoscritto si è mosso troppo tardi e lo spazio a disposizione è esaurito!
(limonare duro con la proprietaria del campeggio non è servito a niente)
rimane comunque valida la possibilità di appoggiarsi al campeggio per servizi e docce.
ora cercherò di corrompere gli organizzatori perchè lo spazio a noi riservato possa essere abbastanza grande da permetterci una organizzazione sufficente!

Lobos Village


Ragazi direi che ci siamo quasi venerdì si prepara il Village per la 24Hr.

Io porto:

Furgone VW con veranda
Gazebo 3x6 con neon
Gazebo 3x3 leggero per zona officina
Cavalletto e Attrezzi

Direi di replicare al post con i vostri contributi e la disponibilità a venire a preparare venerdì pausa pranzo e dopo le 18....

11 aprile 2010

Fatto!



Oggi siamo andati a vedere i ciliegi in fiore
gallery su flickr

09 aprile 2010

Valpo Tour



Attenzione: si é deciso di fare un giretto su e giù per la Valpolicella questa domenica... Ritrovo a S.Pietro in Cariano ore 09:00, facciamo un bel giretto e poi mangiamo in qualche bel posto in zona.... Fatemi sapere qualcosa anche via sms Mario

Il mio numero 3472733313 così prenoto un più o meno....

Ciao

Il Leone!!

Subbaqqua goes Alaska!



Ausilia è stata ammessa all'Iditabike 2011!!!

stiamo seri, osti! (ma anche no)


Somewhere I read

si la compact ha dei limiti
non riesco a pedalare fuorisella
il 50 non mi supporta
ve lo dico

06 aprile 2010

Sto cercando una casa in affitto alle Manie chi mi aiuta?


More Mountain Biking >>

Night ride with the Lion!



The Day : 8 April

The Place: Cremoab

The Time: 7:00 Pm and beyond
Special Guest: Mario the Lion of Flanders!


An big Pizza and Beer right after!
Reply the post to confirm your presence please.

03 aprile 2010

Mario è un Leone!


Ha finito il Fiandre al primo tentativo in meno di 12 ore nonostante pioggia, grandine e qualche piccolo inconveniente tecnico.

Ti ammiro amico!

02 aprile 2010

I Senatori Lobos.

01 aprile 2010

Go Mario go go gooooo!!!


Ore 6:47 San Gottardo (Pioggia)
Ore 9:16 Francia (Cielo velato)
Ore 11:46 Francia, quasi a Nancy (Vento Forte)