24 maggio 2013

VALPOTOUR 2013

“Zio posso provare la tua bici?”
“Certo fai pure…”.



Il mio Valpo Tour inzia così con una semplice domanda e un’altrettanto semplice risposta.
Salgo sulla bici dello Zio aggancio i pedali e mi faccio un giretto.
Io lo Zio lo conosco, ma non sapevo di conoscerlo, dai primi anni novanta. Poi ci siamo persi di vista e ci siamo nuovamente incontrati nel terzo millennio: “La singlespeed ci fa ritrovare dove ci eravamo lasciati nei primi anni novanta!”. Ecco, lo Zio, mi disse questo qualche anno fa ed io capii che avevo vissuto per almeno tre lustri nel buio e nell’oblio di me medesimo.

Pedalo per qualche minuto la bici dello Zio poi rallento, quasi mi fermo, come faccio sempre quando devo fermarmi: rallento, sgancio il piede, quasi sempre il destro lo metto a terra sgancio il sinistro e scendo dalla bici.
Questa sequenza al ValpoTour 2013 ha una variante orrorifica: il piede non si sgancia.

Provo ruotando in modo molto accentuato la caviglia, nulla, la scarpa rimane saldamente ancorata al pedale. Ormai sono fermo, la bici leggermente inclinata a destra. Tento di sganciare il piede sinistro: la bici insiste nell’inclinarsi a destra in modo sempre più marcato e fuori controllo. Capisco che succederà l’inevitabile, mi preparo.
La bici è sempre più inclinata, ormai non serve più a nulla ruotare le caviglie. Mi preparo stoicamente all’urto sull’asfalto antistante la scuola di San Pietro in Cariano.

Provo un’ultima volta, prima che una violenta imprecazione mi squassi lo sterno, sento il duro asfalto che mi schiaffeggia il ginocchio, prima, poi, un attimo dopo l’anca ed infine il polso destro. Il dolore maggiore è quello di non aver capito subito che ci sono vari tipi di speedplay: me lo dicevano sempre da piccolo, studia, studia bestia che l’ingnoranza è una brutta cosa, brutta! Me lo dicevano. Non ricordo più chi me lo dicesse, sono passati tanti anni.
Torno mestamene dalla Zio e riconsegno la bici: “…mi raccomando non agganciare i pedali, che non sono i tuoi stessi speedplay!!”.
“Grazie Zio lo avevo intuito, grazie lo stesso, Zio!”.

Lo Zio lo ritroverò dopo qualche ora a cena, ma è un’altra storia, serve tempo per arrivarci.

Dello Zio non posso dire troppo: fa parte del gruppo ristretto dei Titani produttori di Smart Applicazioni. Io da anni, diciamo da quando ho incontrato nuovamente lo Zio dopo averlo perso di vista per tre lustri, cerco di capire cosa fa un Titano produttore di Smart Applicazioni: nulla, parlare con lo Zio e parlare con Paracelso è la stessa cosa.

Nuovamente mi devo confrontare con l’abissale ignoranza che abita, anzi direi ormai, colonizza la mia mente: studia bestia, studia!

Il mio ValpoTour 2013 poteva durare pochi secondi e invece sono riuscito a farlo tutto tutto, pausa pranzo inclusa.
Mario, il Magister del Valpolicella, ha approntato un percorso molto vario e abbastanza lungo: si scorribanderà per tutta la zona del Valpolicella e oltre.



Partenza ore nove e qualche minuto da San Pietro in Cariano, siamo nel Valpolicella.
Piazzale antistante l’Istituto Tecnico Commerciale: gli studenti dentro a studiare gli adulti, si fa per dire, fuori a pedalare: sono esempi di vita che il giovane studente metabolizza.

Pronti via, svolta a sinistra, forse a destra, poi nuovamente a sinistra poi ancora a destra. Percorsi 300 forse 400 metri: non saprei più ricostruire il percorso a ritroso.

E’ un giro tortuosissimo, nella mia mente si dipana come un serpente attorcigliato. La giornata è assolata e questo, dopo una primavera molto piovosa, rende il ciclopedalatore felice.
Il gruppo molto numeroso favorisce la pratica, piuttosto inevitabile che a lungo andare sbrindella la mia voglia di pedalare: la pausa di riassemblaggio gruppo.

Nelle fasi di riassemblaggio del gruppo sono certo che siano stati cooptati anche ciclisti che originariamente non facevano parte del gruppo. Più il gruppo è numeroso e maggiore è il moto centripeto che produce: attira di tutto. Signore over 70 con bicicletta da passaggio e sporta della spesa, ingaggiate su strappi assassini: spesso non risultano neanche fra le ultime.



Bambini, sì, al secondo raggruppamento sono stati fagocitati diciassette bambini, stavano andando a fare una gita con la loro maestra, si sono trovati a discutere di igiene alimentare con il Prof. Non vi posso dire nulla del Prof, per decoro del corpo accademico, per rispetto della privacy, per tutela della salute pubblica e dell’unità nazionale, del Prof non posso dire nulla.

Al terzo riassemblaggio ormai il gruppo conta 120-130 unità, sta prendendo quota, le dimensioni presto saranno quelle di una supernova: dopo la scolaresca vengono incluse 25 ragazze nord europee, genetica nord europea, garretto nord europeo.

Al quarto riassemblamento del gruppo non si hanno più notizie delle 25 ragazze nord europee, scomparse; come se il gruppo le avesse, divorate, spolpate, polverizzate, inghiottite, metabolizzate. Sono pensieri che se avessi studiato potrei dire meglio, ma non sono un fine dicitore. Studia farabutto studia!

Al quinto riassemblaggio il gruppo non si accontenta più dei ciclisti, è diventato sempre più vorace, ora l’orbita gravitazionale attira moto, motorini, apicar, trattori, fuoribordo, aviogetti, alcune mietitrebbie, qualche triciclo, un peschereccio di San Benedetto del Tronto e pure alcune majorettes.
Ormai il ValpoTour2013 si sta trasformando in un gigantesco flashmob itinerante.

Attraversiamo ubertosi boschetti, pace dell’anima, ma anche cittadine intasate dal traffico locale: un cancro che la Regione Veneto alimenta con metodo e perizia.

Poi ogni tanto dopo uno strappo rigorosamente al 20% la vista si apre e là sotto, qualche metro più in giù, compare il Lago di Garda. Placido dall’alto! Si intuisce, alla vista, l’arteria nera della gardesana, intasata di auto, moto, caravan e trenini pro-ciclistici.

Prima semi tappa al Bike Grill: un bel posto dove fermarsi e bere 5 o 6 birre prima di ripartire per la seconda parte del giro.

Le salite pensate dal Magister non sono mai lunghe, ma a volte regalano strappetti cattivelli che spingono i più ardimentosi a compiere azioni insensate, inutilmente autodistruttive, accolte da un tripudio di voci festanti che riducono il meraviglioso, quanto inutile gesto, ad uno show mariadefilippesco.

Fra tutti brilla la stupenda, a suo dire, condizione pistarda del Prof: non vi posso dire nulla del Prof, sappiate solo che possiede una bici molto ma molto bella!

Ah, le bici! Il ValpoTour è come il Buddhismo Mahayana, il Grande Veicolo: accoglie tutti e tutto.
Ci sono bici carbonchiose, mezzi in acciaio, spicca una Zullo All-Black, Enve ruotizzata, che seduce molti garretti. Poi ci sono mezzi meno prestazionali di cui non dico, per decoro e decenza, siamo nella terra di uno dei più grandi telaisti viventi: un po’ di rispetto.

E poi ci sono mezzi rurali, ruote grasse, mah, molle, molloni, forcelle, forcelloni. Registro anche una bici da ciclocross. Ma forse è un’allucinazione.



Ad un certo punto verso l’ora di pranzo, compare una bici con enormi ruote artiglianti, sono perplesso, in lontananza vedo ciclisti fare foto con majorette rosso vestite: ho molta fame, iniziano le prime forme di slittamento della coscienza. L’abisso sarà raggiunto a tavola: lo Zio!

Al diciottesimo riassemblaggio viene cannibalizzato anche Flavio Tosi, Zaia il Magnifico, il nipote di Prandini e un uomo irriconoscibile dai capelli untuosi, grigi, il ghigno stanco a stracciargli il volto. Basta! E’ ora di andare a cena, il gruppo è a rischio implosione.



La cena è stata organizzata presso la fucina di Magister Zullo. Inizia a piovere, vengono approntati i tavoli nella zona accoglienza clienti: si mangia fra telai appesi al muro, foto di altri tempi, banconi ricolmi di pezzi di bicicletta e verdurine crude: mi getto famelico sugli ortaggi.

Non sono solo, è una battaglia a chi intinge prima e più a lungo l’agognato pezzo di SEDANO-RAPA, nell’olio extra vergine di oliva (sarà ligure?!?!) professionalmente preparato dal cuoco più ciuffato della serata.

Fuori, nipotini contemporanei di Vulcano, grigliano metri cubi di carne, carcasse di animali morti da giorni, sfrigolano sulla griglia incandescente. L’odore di carne si espande all’infinito.

Mi siedo, vicino allo Zio: lo devo fare, cerco sempre di trattenermi, ma poi la parte odissea della mia mente ha il sopravvento e capitolo. “Scusa Zio, ma il Brunello di Montalcino…?”, chiedo fiducioso, in attesa di una parola che dia forma all’ignoto.
“Il Brunello è un vino Morto!”. Sono parole che colano come lava nel mio archipallio. Addento con forza un'arancia di Antonino, la trovo, cattiva, amarognola, cheratinosa, senza succo: capisco dopo averla divorata quasi tutta che mi ero scordato di togliere la buccia. Lo Zio!

Ascolto lo Zio che parla di lieviti autoctoni, anidride solforosa, tripla A, terroir e poi quando penso che la conversazione abbia preso una piega prevedibile compare il mio incubo, il terrore dei miei sogni: L’Affinatore di Formaggi dello Zio.

Io, come la maggior parte delle persone, compro il formaggio dove lo vendono (è una cosa di cui un poco me ne vergogno), lo Zio invece si incontra con il suo Affinatore ed hanno esperienze organolettiche a me ignote.

Ascolto rapito. L’Affinatore ha il sembiante di un umano, ma possiede un rinencefalo da due kg, sente l’odore di una molecola grassa ad eoni, e poi domina il tempo, parla agevolmente tre dialetti muffeschi, e soprattutto capisce e soddisfa le richieste dello Zio. Per me l’Affinatore di Formaggi dello Zio è un SuperEroe forse appena meno potente di Silver Surfer, ma con Capitan America se la gioca alla pari.

Poi verso la fine della serata, un pensiero malvagio mi attraversa la mente.

Si tratta di un pensiero che mette in risalto tutta la miseria umana, l’ignoranza bestiale, l’insensatezza feroce che popola il mio sistema limbico; mi sento parlato: “Scusa Zio, ma la mozzarella Santa Lucia, dove me la metti?”.
Lo Zio pare quasi stupito, non capisce subito la domanda, ha in corpo una bottiglia di Valpolicella, una di Amarone e una di Spumante. Mi guarda, diventa tutto rosso ed inizia a piangere.
Vengo portato via a forza, mentre lo Zio sta tentando di brutalizzarmi con una Zullo Vergine color vinaccia.

Forse ho sbagliato magari lui preferisce la Vallelata?

(ndr Le foto sono del Baldio!)

23 maggio 2013

A Paz



Ventitré maggio del 1956 nasceva a San Benedetto del Tronto Andrea Pazienza.
Morirà 32 anni dopo.
Per me, adolescente brufoloso, appassionato di fumetti, fu una scoperta importante e sconvolgente.
Restano i suoi disegni, le sue illustrazioni, il suo nodo di narrare un'epoca.
A quel tempo leggevo molti fumetti francesi: Kaza, Moebius, Bourgeon, e poi i sudamericani: Munoz, Sampayo, Breccia, le avventure di Corto Maltese, e poi la scoperta di Pazienza, Scòzzari, Liberatore, Tamburini, Igort, e ancora altri della "scuola bolognese". Svettava su tutti la forza narrativa di Pazienza. Poi più avanti incontrai Pier Vittorio Tondelli, ma ero già più grande: le storie disegnate cercavano nuove parole per raccontare la vita.
Pazienza rimane nella mia memoria come un grandissimo disegnatore, capace di raccontare, anche in poche tavole, un'Italia meno dicibile, spesso oscura, violenta, tragica, sommamente romantica.
Un saluto a Paz!

21 maggio 2013

LENTAMENTE

Ore otto centro di Cremona: il quartetto è pronto per la seconda tappa di avvicinamento alla 24h di Finale Ligure. Ieri erano tre, partirono da Verona e arrivarono a Cremona con tappa al Santuario Ciclistico di Isola Dovarese: i tre scoprirono che da ore stavano pedalando, senza saperlo, Alpen Cross Bike. Ne sono rimasti turbati, ma anche profondamente inorgogliti.

Notte di riposo e poi il terzetto diventa un quartetto, finalmente si ricongiungono al loro Dartagnan: il quartetto è una formazione perfetta. Loro lo sono, l’umile cronista li accompagnerà per qualche ora fino alle pendici degli appennini, poi all’ombra della lupa piacentina li saluterà, con tristezza.
Poche ora ma di grandissima qualità.

Loro sono il Perse, uomo dalla portentosa forza, l’Avvocato, musico dell’anima, imprigionato in un corpo da leguleio, il Baffo, il più pazzo dei quattro, pericolosissimo in discesa, temerario in salita, e poi PonyMoab, l’uomo multitools, posside un materassino specifico per la seduta comoda in ogni luogo. Del cronico cronista non si può dire nulla: pedala una bici francese.

Attraversano il ponte sul fiume Po, in piena, impetuoso, lui che per lunghi mesi, scorre lento, quasi immobile d’estate, ora si mostra color caffelatte, denso di schiume biancastre, velocissimo e ormai dilagante in ogni luogo.
Appena approdati alla riva emiliana, il Perse propone un off-road estremo: giù dall’argine maestro e via per i campi, la traccia è quella non si discute, e nessuno discute.

Qualche km e il quartetto è immerso in una rigogliosissima campagna, a destra il grande fiume eridano scorre veloce, a qualcuno viene da dire che sembra di stare nel Wyoming. L’Avv, allora tira fuori l’armonica a bocca e dipinge di suoni la terra sospesa fra cielo e acqua.

Procedono in silenzio, ascoltano le note struggenti dell’armonica e rallentano il ritmo della pedalata. Ci si avvicina all’infinito. Per un attimo poi tutto torna come prima, o quasi.

L’argine maestro scorre sinuoso, orma segreti sentieri, i quattro costeggiano la piscina di Monticelli d’Ongina, vuota d’acqua; in lontananza la sagoma bianco-tuttira della centrale nucleare di Caorso.
Non se ne curano troppo e procedono.

La lentezza della pedalata sembra aprire la mente, favorire la parola. Conversano i quattro a volte anche con il cronico che si sente immerso in un viaggio che non è il suo, per questa volta, non può che osservare, ascoltare e ringraziare silenziosamente per il magnifico regalo.

Quattro o cinque km prima di Caorso, il quartetto viene superato da un’allegra brigata di pensionati che si stanno facendo la loro quotidiana sgambata.
Si affiancano salutano cordialmente si interessano ai quattro strani pedalatori: bici cariche, gomme oversize tenute policrome ed eleganti.
Il discorso a quattro si allarga, si creano delle nuove coppie, uno dei “vecchietti”, in particolare, si mostra molto curioso.

Il cronista nota una strana appendice telescopica fuoriuscire da uno scatolino nero posizionato sul mozzo posteriore della bicicletta da corsa.
Ad alta voce, come un pensiero dal sen fuggito lo fa notare al gruppo. La curiosità aumenta.
Il più ardimentoso e abituato alle domande chiede: “ma ci ascolta la radio con quell’antenna?”.

Mai domanda fu più ingenua.

No, dirà il pedalatore anziano, “si tratta di un’antenna satellitare, sono collegato via satellite ad un computer che si trova a Maranello. Io sono un ingegnere della Ferrari”.
Da questo momento e per circa mezz’ora si entra in un’altra dimensione.

Il cronista fatica a star dietro al racconto e quindi, paziente lettore, perdonatelo se non riuscirà a riportare fedelmente quanto sentito. L’argine è stretto e le notizie raccontate piuttosto sconvolgenti.
I quattro arrivano a Caorso e vengono invitati a bere un caffè: invito prontamente accolto.
Si scopre così che la banda dei pedalatori cremonesi è composta da quattro persone. Il più giovane, quello con l’antenna satellitare, ha una sessantina d’anni, il più anziano ne ha 86.

Parlano di giri in bicicletta, e si scopre che uno di loro ha fatto il Gavia 39 volte. Il cronista prende appunti, non è particolarmente dedito al gioco d’azzardo, però 86, 39 e 306, poi capirai incredulo lettore, vanno giocati.
Il quartetto dei giovani è stupefatto.

L’ingegnere della Ferrari è a suo agio, parla tranquillamente, riceve una telefonata, inizia a scarabocchiare uno schema di macchina e mentre parla prende a dare “ordini” ad un suo ingegnere in quel di Maranello. Si tratta di sistemare qualche cosa ma il cronista non capisce bene cosa, parla di spessori da aggiungere, di musetto, di livelli…
Il clima si fa fantascientifico. Scoprono che l’ingegnere capo che hanno difronte ha messo in rete una serie di biciclette e “controlla” che i suoi meccanici facciano un tot di km per contrastare incipienti pinguedini. Lui quando rientra, può visualizzare se hanno fatto il giusto moto, e volendo lo può fare anche in tempo reale. Il cronista rimane perplesso e vorrebbe fare qualche accenno allo statuto dei lavoratori, all’articolo 18, parlare di Landini. Ma tace, non è il momento di fare polemica.

Bevuto il caffè gli otto uomini si salutano, ma… ma, si attardano per qualche minuto intorno alla bicicletta dell’ingegnere.

Si scopriranno alcune cosette che prostrano gli astanti.

“Vedete, questi che vi sembrano dei mozzi, normali mozzi Shimano, sono mozzi senza cuscinetti! Sì, stiamo studiando insieme a Shimano dei mozzi magnetici. Ho fatto delle prove in una camera sotto vuoto con altre ruote, su rulli che girano ad altissima velocità e abbiamo visto che questa ruota si ferma un’ora dopo le altre a parità di velocità iniziale”.
A suo dire il materiale in questione è in avanzata fase di produzione: sono in attesa dell’ok dei sistemi di sicurezza internazionali per l’omologazione.

E’ un duro colpo per i giovani pedalatori.

“E poi vedete il movimento centrale: senza cuscinetti pure lui, stesso sistema del mozzo e in più ha una dinamo che coopera con il pannello fotovoltaico integrato, che mostra, accarezzando il tubo orizzontale della bici, permette di alimentare questo apparecchio….”.
Il cronista aveva notato il tubo centrale, una strana tramatura, forse carbonio aereonautico, aveva pensato silenziosamente. No, “semplice” pannello fotovoltaico integrato. Il cronista vede il Perse accigliato con gli occhi gonfi di lacrime.

“La corrente, prosegue, generata dalla dinamo nel movimento centrale serve per alimentare questo, e lo indica, TomTom, ma noi lo abbiamo svuotato, cannibalizzato (il cronista ha un moto di ritrazione testicolare alla parola cannibalizzato) e ci abbiamo messo le nostre cose, ci serviva solo per l’involucro…”.

La Botta Finale. Arriva quando inizia, sempre l’ingegnere capo, a parlare di un cambio in fase di studio: si tratta di un meccanismo composto da due ingranaggi che si dilatano: denti dai 9 ai 41, senza soluzione di continuità. Carro posteriore più stretto, meno peso, archetto più piccolo e, aggiunge l’ingegnere capo: “…e in galleria del vento si ha una riduzione del 4% della resistenza all’avanzamento, che per noi non vuol dire nulla, ma per chi fa le crono….”. Tutti annuiscono.

Schiantati. Il Baffo sembra un tarantolato, Perse piange, PonyMoab ha già prelazionato tutto il prelazionabile, pagamento anticipato senza ricevuta: solo contanti. L’Avv, scopre che ha una ruota a terra e un po’ si abbatte, ma con calma, manca un’ultima storiella dell’ingegnere capo.

Racconta della fatica di far stare motori di formula uno dentro Ferrari normali, per poi provarli in strada: sembra che sia vietato farlo nel circuito e poi una chiusa di puro orgoglio italico.

Qualche tempo fa si trovava in autostrada fermo ad un autogrill a far benzina. Arriva un’Audi, da cui scendono due persone. Lui fa benzina, lei si avvicina alla Ferrari e inizia a guardarla con interesse e voluttà. Si avvicina all’ingegnere capo e gli confida che non è mai salita su una macchina simile. Lui galante le chiede dove è diretta: Venezia risponde la donna.

"Se vuole ce la posso portare". Detto fatto lei sale sulla Ferrari lui li segue a ruota o quasi.
“Non sono uscito dall’autogrill che ero già in sesta…”. I quattro tutti insieme contemporaneamente hanno la più granitica delle erezioni: torrenti di sangue allagano spugnosi tessuti.

L’ingegnere capo è stato giovane e la sa lunga.

“Ad un certo punto nota che la signora guarda con apprensione il conta km…ma stiamo a trecento all’ora?...si per la precisione 306!, ma lui ci verrà dietro dice ansiosa? sì penso di sì dovrebbe arrivare fra una ventina di minuti”.

L’erezione di massa diventa vibrante: Italia batte Germania per due a zero senza i supplementari.
Saluti affettuosi; l’ingegnere capo deve rientrare a Cremona, nel primo pomeriggio è atteso a Maranello.
I quattro giovani sono devastati, totalmente sedotti, orgogliosi, turbati.

Non passa un minuto che dovranno fare fronte al disastro dell’Avv, gomma a terra, nastro tubeless esausto.

Basta girare l’angolo e cambia tutto: c’è un ciclista, Gitan Cicli, pronto e gentilissimo offre la sua officina. Nastratura nuova di pacca e il D'Artagnan del gruppo si incarica di pulire il copertone dell’Avv. Non ti posso narrare, oh sensibile lettore, lo schifo liquamoso contenuto nella povera gomma: l’ultima pulizia degna di tale nome risale al cenozoio inferiore. Odore nauseabondo. Grumi placentari ovunque. L’orrore estetico assoluto.

Optano, dopo breve conciliabolo e provvidenziale asportazione di fetida spina, per una messa in sicurezza della ruota: come per magia esce da una sacca alaskana una bella camera d’aria che prontamente riporterà il sorriso sul volto dell'Avv.

Ormai è tempo di saluti, il quartetto arriva a Piacenza attraverso un giro tortuoso che solo D'Artagnan conosce, come per magia sbucano all’inizio della Via Emilia.
E tempo di saluti, il cronista torna mestamente verso la pianura cremonese, i quattro invece sono attesi dalle prime salite appenniniche. In linea d’aria la pianura non è poi troppo lontana, in linea d’aria. Ma per loro la linea più breve che collega due punti, non è rettilinea. L’Alta Via dei Monti Liguri sarà il loro calvario e la loro estasi: faranno tutta la fatica che si meritano!
Resta nella mente del cronista la visione oscena e totemica di un uomo che cannibalizza un TomTom! Oltre Cuore di Tenebra. Oltre il Generale Kurtz. La cannibalizzazione del TomTom...

Son Partiti in sella alle loro Alpen Cross* !


* Sino ad ieri non erano consapevoli che le loro bici fossero delle Alpen Cross ma un rapido saluto allo Zio li ha illuminati!

16 maggio 2013

Le Icone originali!


Valpo Valpo Valpo Valpo!!!


15 maggio 2013

Like


Mi piacciono bici con questi schemi colore un po' alla Mondrian (Ilaria mi perdoni), tanto che trovo sopportabile persino una bici francese...
FINIRO' COSI'?


14 maggio 2013

Al SSIT ho vinto!



ora, si tratta solo di pianificare il viaggio!

(grazie a https://www.alpkit.com/ )



Riciclo interessante

10 maggio 2013

Si va in Briansa!


no dico..



Ma chi sarà più RADICAL CHIC?


08 maggio 2013

Perchè oggi è così

06 maggio 2013

Ma chi è veramente..????


Manuale per affrontare il primo Olimpico senza ansie, cronache dalle retrovie.
 
Sto parlando a te ciclista amatoriale che mi hai conosciuto in qualche speed date della bassa..! Tu mi chiedi cosa si prova al debutto?
Per prima cosa non fare domande del cazzo e leggi senza soffermarti su cognomi e nomi di fantasia che userò per citare i soliti Mario Rossi e Domenica Melalavo!
Dunque sappi che ti potrai ritrovare ad un casello autostradale, dico Affi stavolta, per raggruppare un gruppo di atleti e pensare all'ambiente da bravo ecologista! Fallirai nei tuoi intenti perché: Vareschi esternerà il bisogno di defecare nel parcheggio del casello, ma desisterà di fronte ad un caffè+wc del MC Donald's; viaggerai solitario ai 140km/h per tenere almeno qui il passo di AudiCarlessoBrottoPasi e OpelVareschiOrtolina.
Forse Caldaro, visto il calendario, sarà la tua prima prova!
Io ci sono stato! Il lago appena arrivi con il tuo mezzo a motore si mostrerà a te piatto e tranquillo; bene sei un'idiota se solo ti lascerai ammaliare da quello specchio!  
Forse potrai chiedere lumi a Ortolina su come affrontare l'acqua mentre di rechi al ritiro del pacco gara, tipo:
Domanda:"tu al primo olimpico cosa pensavi in acqua?"
Risposta:"io ero nelle nazionali giovanili di nuoto"
Silenzio:"...."
Molto bene!
Tutti i tuoi amici ti schernano per le dimensioni del tuo pene? Tu digli che è più pacco del "pacco" di Caldaro! La t-shirt nera potrà essere donata al culo di Vareschi al casello del tuo prossimo raggruppamento!
Hai mai conosciuto Rigo? No? Nemmeno io, nemmeno noi! Forse ti doppierà in bici o di corsa e penserai tra un passo e l'altro "ma non doveva essere ad Affi, al ritiro pacchi, in zona cambio, ai cessi, al riscaldamento, alla punzonatura, alla partenza, con noi?".."vedi che sei un idiota!".
Ma torniamo al pene!
Sei rimasto scottato da Ortolina quindi meglio non chiedere come affrontare la frazioni in bici se uno ti si presenta con un cognome da finto etero: "BOYS"...lassa star e pensa a fare il tuo passo.
Ho detto pene! Ah già!
Il sole di caldaro ti cuoce quello e non solo! E le allucinazioni sahariane sono così reali e potenti che vedi un Munari che in zona cambio si porta uno spolverino antivento! Nessuno durante le premiazioni citerà sul palco il suo gesto che in fondo era scaramantico!
Se in zona cambio il Paro ti si avvicina con del borotalco hai tutti gli elementi che sentirti ben accetto in questa comunità di froci occulti. Si perché, anche se Carlesso ha una moglie al fianco, ti consiglia dove metterti la vaselina e Munari si sta infilando un guanto bianco. Ma se vuoi fare outing non farlo in zona cambio, arriverà il momento giusto!!!
Affrettati a mangiare riso in bianco o pasta in bianco alle 11.00 di mattina perché fa figo! E' la moda! I tuoi amici fanno così? Imitali! E con un percentile del 99% di congestione fulminante va a proar la muta e l'acqua del lago dopo n'ora dalla pasta, tanto iè solo casade quelle che te insegna sotto l'ombrelon a rimini!
Prima però scocciati un gelletto sulla canna della bici! Anca quello fa figo e non curante dei 1000kj che hai appena incollato va a salutare l'uomo biafra ZoppiMan! Ridi alle sue battute sempre, potrà tornarti utile quel gesto innaturale di mostrare i denti bianchi!
Dai che devi ungerti e indossar la tua bara da viaggio!!! E conscio di ciò doni gli unici oggetti che non puoi portare in gara (chiavi Golf TDI 1.6 ER621XT + iphone 4 bianco) con te a moglie ragazze e buoi degli amici tuoi! Con la morte ci devi giocare e così esorcizzala: "ilBaldio riposa nel lago di Caldaro, ti ricordi che bella giornata che c'era quella volta che è morto?".
Salto i preliminari veri e propri per descriverti com'è bello nuotar da solo per 36 minuti e...!
Sulla cuffia potrà capitarti che il tuo numero finisca per 17, ma tu non ti farai di certo condizionare da ste troiade scaramantiche visto che il nuoto rilassa il corpo e la mente!
Dopo 10minuti tra qualche bracciata a stile e a rana a me è capitato di voltarmi e veder dietro di me solo una quindicina di pesci neri! 500 squali neri prima di me stanno bevendo spritz campari e ballando sul molo, da dove forse non mi sono mai staccato, sulle note di "moonlight shadow"! Ecco forse è meglio nuotar prima che venga notte e i sommozzatori cerchino i miei resti sul fondo di queste acque! Sorriderai sempre pensando a tuoi amici IDIOTI che ti avvisavano sulle pacche che si prendono al giro di boa! Ai giri di boa se fai come me ci arrivi in solitaria, come il "vecchio e il mare"! Che stronzi i triatleti, arrivi al molo e non trovi nemmeno un'oliva e una patatina, che feste del cazzo! Fanno ape da 30 secondi e non aspettano nemmeno i ritardatari! Va in cul, mi vò a casa in bici!
La bici! La tua amica! L'unica che in questi mesi te l'ha data con regolarità! Che puttana! Alla prima salita della vita, alla prima difficoltà, nemmeno vuole un confronto e siamo già in crisi! Cazzo!
Tutte troie..appena vede il 33 di Gregoretti si accende e gli si mette dietro per guardagli il culo, solo che Gregoretti non è un GAY come tutti i tuoi amici finocchioni e vuole ciucciare il culo della tua ragazza! "Senti Gregor te ghè una IM di Ironman tatuata sul polpaccio destro e due braccia come le coscie di Munari, tra tutti i 550 partenti proprio al 517mo dovevi chiedere i cambi???".
Vacca dè che caldo che c'è, finisco la boraccia e vedo Vareschi ed Ortolina che stanno salendo di corsa una rampa d'erba! Che figo sto zugo, te fè tutto e te bei solo quando gli altri i gà sparecià!!!
Anch'io voglio zugar! Via, spiega alla tua ragazza che è finita che è una storia che vi ha logorati. Metteti le prime scarpe che trovi e va a sfogare la tua delusione facendoti, vedi tu, 10 km di scarico! 10??? Zio Can 10 li faccio la domenica non il sabato! Dai che è la parte più bella..E' vero vedo tutti quelli di Affi e non solo! C'è Ferrari davanti a me; Munari che dice "ho i crampi" ("io ho solo scampato la morte in acqua fa ti"), saluti Ragazzi che da bravo amico non ti aspetta, vedi Carlesso, Brotto, Rigo. Rigo? Chi è Rigo? "Boh mi han detto di citarlo ogni tanto e così faccio, da buon scriba"! Toh ci sono pure le moglie e ragazze dei buoi tuoi...! Cazzo è una festa a sorpresa??? Speta che faccio un altro giro così le saluto meglio! Speta che non ho visto Zoppi!
Mona Zoppi l'è sa arivà!
Ah già, speta che alora ciapò el primo che capita e gli prendo la mano e faccio OUTING sotto il traguardo!!!
Che presa per il culo sto sport! Te rivi desfà ma te rivi con na FERRARI!
 
 
ilBaldio

02 maggio 2013

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