19 settembre 2011

SSIT11 - Saint Nicolas - V. Aosta


Ogni anno in questo periodo si presenta puntualmente l'appuntamento con la single speed, con il campionato italiano. L'edizione 2011 si svolge a casa di Yoda, Marco Nicoletti, presso Saint Nicolas, in Valle d'Aosta.

Ricordo la prima edizione a cui ho partecipato, a Piane di Lama Mocogno, nel 2008, con la Marin rossa, arrivo alla mattina, dopo la pixie, dopo una notte di travestimenti e festeggiamenti. In questo modo mi perdo una bella fetta della torta, ma comunque riesco ad assaporare una dolce atmosfera, fatta di allegria, spensieratezza e follia.

Parli di campionato italiano single speed e tutti pensano ad una cosa seria, ad una gara di agonisti: gambe rasate, tesserini, chip alla caviglia, liquidi mirabolanti nelle borracce, teste basse e volti tesi e perennemente crucciati. No, è tutto un altro mondo, la gara ha un'importanza relativa, è solo il pretesto per incontrarsi, fare festa, bere birra, trovare amici, e pedalare con le nostre single speed. Bici apparentemente assurde che però affascinano, e ci fanno vivere forti emozioni.

Yoda quest'anno si è preso una bella responsabilità nell'organizzare il campionato: studia il percorso, preparalo, fettuccialo, pensa a dove mettere le tende, dove appoggiarsi per pranzi, cene, colazioni, dove mettere i gazebo degli sponsor ed espositori. Organizza le iscrizioni, stampa i numeri di gara, le magliette...e chissà quante altre faccende; insomma, un impegno mica da ridere.

Venerdì sera avviene il trasferimento in Valle d'Aosta, con il nuovo Charlie Brown di Spiedo, il Caravelle nuovo fiammante viene caricato delle bici, tende, bagagli e poi si parte. Siamo in quattro: Spiedo naturally, Ema, il Baffo ed il sottoscritto. A 130 Km orari ci seguono Bob e Mario. Siamo l'avanguardia Lobos e alle 20 iniziamo il montaggio della capiente tenda da 8 posti dello Zio. Arriva France da Torino, l'indomani sarà la volta di Cene, la Gitte, Marcello ed Ilaria.... Ausilia arriva in bici da Pavia, sciroppandosi 180 km in single speed, con un agilissimo 32x21, adatto alla montagna, ma decisamente inconsueto per la pianura. Solo lei può. Grande!

C'è Dirk dal Belgio. Quanta strada che ha fatto per raggiungerci qui in Italia per il SSIT11. Viene spontaneo chiedersi se valga la pena affrontare viaggi così lunghi, per un evento di questo tipo, definibile come "minore" (senza offesa per chi li organizza) se paragonato ad un Giro delle Fiandre, ad un mondiale o ad una grossa fiera internazionale; evidentemente si, Dirk mi è parso sempre felice ed entusiasta di trovarsi con tutti noi. Spettacolari le birre che ci hai fatto gustare! Allo stesso modo hanno sempre dimostrato entusiasmo e voglia di divertirsi i nostri amici dalla Svizzera, capitanati da Christoph. Che ragazzi simpatici! Il mio rammarico è non conoscere sufficientemente bene le lingue per dialogare con loro come riescono a fare Spiedo e gli altri Lobos.

Durante la cena di venerdì al nostro tavolo si presenta Sebastiano, detto Cane Morto.
Ci guardiamo negli occhi. Non diciamo nulla ma riesco a leggere i pensieri dei miei amici... "cane morto", ma dai! Da dove spunta questo nickname! Avrò occasione di domandarglielo e di capire che dietro un soprannome così privo di dinamismo si nasconde un ragazzo simpatico, socievole, e brillante. Come il blu della sua Salsa "El Mariachi". È stato un piacere incontrarlo.

Sabato mattina dopo una bella dormita nel sacco a pelo, ci svegliamo con il cielo che incomincia ad imbronciarsi, un nuvolone grigio scuro è in avvicinamento, oggi infatti prevedono pioggia. Io non sto più nella pelle e saltello qua e là per la voglia di pedalare. Spiedo mi rimette in riga e poi si parte. Non prima però di aver girato la gomma anteriore della bici di Ema, la direzionalità in curva non è un fattore da trascurare... e poi mi vai a sbandare in piega... così non va! Hi hi hi!

Il terreno è asciutto, non piove da parecchio tempo ormai e probabilmente ciò avverrà a breve, la sposa si chiama SSIT e sarà una sposa fortunata.

Prendo allegramente il primo strappo in salita, pensando di trovarmi di lì a poco in discesa, invece la rampa prosegue... prosegue... prosegue... ancora più in alto. Calma, bisogna affrontarla con calma. Il primo anello si dipana nel bosco, a zig-zag tra gli alberi, con le ruote che affondano in un morbido tappeto di aghi rossicci, sobbalzando tra una radice ed una pigna sfuggita al rastrello laser del Maestro Yoda. Anche nella preparazione e pulizia del percorso Marco si è dimostrato scrupolosissimo, complimenti davvero.

Completiamo il primo anello e proseguiamo per la seconda parte del giro. Si sale per un tratto su asfalto, poi la salita prosegue su sterrato e anche in questo caso è lunga anche se decisamente più semplice da affrontare rispetto alla prima nel boschetto. Arriviamo ad un bivio ben segnalato e iniziamo la prima discesa denominata con DH1. Bella discesa con qualche roccia fissa, qualche radice, ma per il resto molto scorrevole e guidata. In un attimo si è di nuovo giù e ci si reimmette sulla salita percorsa in precedenza. Al bivio si prosegue verso la DH2, ma c'è ancora un bel po' salita da fare prima di scendere.

Ad un certo punto inizia a piovere seriamente ed il Baffo trova una piccola abitazione dove c'è la possibilità di ripararsi dal temporale, sotto ad una tettoia di una terrazza. Cogliamo l'occasione per rilassarci un attimo e scambiarci le prime opinioni sul tracciato. Con il cessare della pioggia riprendiamo infreddoliti a pedalare seguendo i cartelli e le fettucce che delimitano il percorso di gara. La salita è piacevole, mai ripida e piuttosto lunga, poi finalmente ci immettiamo sul single track dell'ultima discesa. Parto per primo, e incomincia subito il divertimento. C'è qualche tratto abbastanza tecnico e occorre prestare attenzione e limitare al massimo i rischi per non farsi inutilmente del male.

Arrivo in fondo alla discesa molto probabilmente con un bel sorriso stampato sul volto. "Che mila cancher" è il mio primo pensiero rivolto a Yoda. È una frase amichevole che uso spesso rivolta a quei simpaticoni a cui piace sempre combinarne una, dei furbetti insomma. Il percorso con questi tornanti è piccantino, stuzzicante per una branca di bikers, però potrebbe metterne altri in difficoltà.

Dopo il giro di prova, andiamo a pranzo e dopo il piccantino della discesa, viene il momento del piccantino della pasta all'arrabbiata, piuttosto incazzata. Mi diverto a vedere le facce di Bob e degli altri Lobos con la goccia al naso. Poi viene voglia di coricarsi e fare la pennichella, ma ho anche voglia di rimettermi in sella, soprattutto per rifare la dh2. Pedalo con Andrea "Cene", che mi conferma la presenza di una certa dose di difficoltà lungo il percorso, non che Finale Ligure sia una passeggiata...

Dopo la discesa DH1 incrociamo Sebastiano con un suo amico, e sotto la pioggia completiamo l'ultimo tratto di salita e la spettacolare DH2. Mi scappa un urletto misto tra adrenalina e esaltazione nel momento in cui per un attimo perdo l'anteriore lungo una curva, il piede destro istintivamente si stacca e  scende verso terra a protezione. Una puntatina e ritorno in traiettoria. Spassoso.

Mi immagino qualche BdB, in particolare Dario, a farmi compagnia... ma per ora a parte Giani, non girano single speed nel nostro gruppo.  Magari per l'anno prossimo... chissà.

Accidenti, ora sono tutto infangato ed i miei vestiti sono bagnati, non ho portato ricambi e domani molto probabilmente dovrò indossare dei vestiti umidi, puzzolenti e bagnaticci; anche le scarpe si sono riempite d'acqua. Metto tutto in tenda, ma non c'è molta speranza che asciughino... amen.

La serata, la festa di sabato è lunga, molto divertente. Prima la cena tutti insieme in una grande sala. Vari antipasti, polenta, spezzatino; abbondante formaggio, risotto, carotine per il sottoscritto. Birra ed un bicchiere di rosso per colorare la serata. Gli HUTR scandiscono il loro slogan in maniera ritmica: sembra un urlo di battaglia di una tribù barbara. Mi immagino i loro volti coperti di fango, gli indumenti gocciolanti del sangue del nemico appena abbattuto a pedivellate. Mi rannicchio impaurito sulla panca mentre continuo a sorseggiare la mia birretta. Arriva il momento della Pixie: la discesa dal pratone è divertentissima, esaltante; i corridori sono travestiti con parrucche, costumini attillati, giacche variopinte, le bici sono il risultato di attenti studi di aerodinamica infatti scompaiono letteralmente sotto il pilota col suo mantello, o il coccodrillo gonfiabile.

È una grande festa, ma pur solleticato e sollecitato da Yoda, mi metto in disparte, pentendomene amaramente. Ho i piedi fradici, il mio unico paio di pantaloni è ridotto in uno stato pietoso e tutto infreddolito mi metto a fare il tifo per gli altri. Quando Yoda mi offre la sua bici per la Pixie Avalanche però ho troppa voglia di provare un po' di pixie. Mi metto dietro a Marcello "Lolli", veramente fuori, un grande. Sei lì con gli occhi a massima apertura per captare la poca luce ambientale e al via scattano mille flashes. Accecato ti lanci all'inseguimento dell'ombra che ti trovi davanti, tra mille urla e schizzi di fango. Mi veniva troppo da ridere, e quando ho visto il Lolli catapultarsi in picchiata giù dal pendio con la bici imbizzarrita, mi è salita dentro una gran voglia di seguirlo. Robe da schiantarsi!

Uno dei momenti più divertenti ed esilaranti del week end. La pixie non si smentisce mai!

Conclusa la folle corsa giù dai pratoni con le bici da bambino, è iniziato il concerto. Musica, danze, danze e musica. Birre e bombardini e noi che giocavamo ad impennare con la nano-bici, spaccandoci la schiena. Il Lolli scatenato che canta a squarciagola, con la moglie che lo osserva impaurita-incuriosita-rassegnata e con noi sempre più contenti di averlo conosciuto.

La balla è dietro l'angolo che bussa, se le apri la porta, puoi portare a casa il premio Marco Panni ed entrare nella storia, o in un centro per alcolisti anonimi. Una piacevole atmosfera ci avvolge, la festa continua fino all'una di notte, poi tutti in branda. Piove copiosamente e nella tenda trafila un po' di acqua: saggiamente qualcuno pensa di trasferirsi in albergo, i più selvaggi, resistono allo stillicidio e all'attacco di diverse specie di funghi sotto alle ascelle e tra le dita dei piedi.

La pioggia termina di scrosciare giusto in tempo per fare un salto in bagno. Una tastatina veloce ai pantalocini da bici e con una smorfia di disappunto me ne vado via a fare colazione. "Avresti potuto prevedere un cambio, invece non ci sei arrivato" - "sei troppo un estremista essenzialista, la prossima volta presentati con un paio di slip, più essenziale di così!"

Torta, brioches, dolcetti con l'uvetta, fette biscottate con miele, pane e marmellata, biscotti, yogurt e cereali, cappuccino... come mi piacciono le colazioni a buffet!
Poi arriva il tragico momento della vestizione. Una capatina in bagno, attaccato al soffiatore d'aria calda per cercare di migliorare la situazione del fondello, maglia intima asciutta, calze asciutte, scarpe bagnate, maglia bagnata e guanti fradici. Arrivano in soccorso Marcello con un paio di guanti e Spiedo con una spettacolarissima maglia Biciclista a pois, già prenotata, tanto è bella. Questi ciclisti fighetti che sentono il bisogno di vestirsi colorati, sulle loro biciclette dai componenti anodizzati.

Yoda richiama i partecipanti sulla griglia di partenza e procede con le raccomandazioni, istruzioni per l'uso. Lo start avverrà a piedi, ognuno dovrà correre a recuperare il proprio numero di pettorale, fissarlo con le fascette alla bici e poi iniziare a pedalare. Ci sono persone che prendono troppo seriamente anche delle gare così goliardiche, tra amici e allora ci si inventa di tutto per vivacizzare, sdrammatizzare se vogliamo la situazione. Partenza pronti e via, si corre, attacca il numero e inizia a pedalare. Qualcuno è già intento a cercare pertugi dove infilarsi per sorpassare: un paio di coraggiosi sfidano Ausilia, che immediatamente risponde riportandosi davanti e sollevando onde tsunami dalle pozzanghere.
Sono dietro di lei all'inizio del primo single track in salita: una radice, un suo attimo di esitazione e la mia ruota anteriore che sfiora la sua posteriore. Un giochetto che Mario ed il Baffo conoscono bene, spero che Ausilia non ne abbia a male e che non mi travolga con una delle sue temibili onde tsunami..

Pietà!

Terminato il tratto più stretto, Ausilia mi invita a superarla ed inizio così a salire sulla mega-rampa infinita. Sono fresco, forse un po' freddo, ma salgo piuttosto bene, vedo bikers a piedi... come mai? Man mano che procedo in salita, con i fiato sempre più corto, la mia spavalderia va affievolendosi, mi sembra di sentire un suono di sax... possibile? Arrivo ad una curva e mi trovo il cugino di Yoda intento a deliziarci con calde note d'ottone. Grazie mille per questo pizzicotto, che ci riporta alla realtà dei fatti: è inutile affannarsi troppo, è una festa, una festa di colori e bici monomarcia.

Poco dopo raggiungo Seba, un ciclista di un altro livello, un alto livello. Trovarmi qua con lui è una gran soddisfazione, ma alla sua prima esitazione gli sono davanti. Mi ricordo del percorso, ora c'è un tratto a piedi, poi discesa fino al traguardo; si respira! Non ho modo di incrociare molta gente, e appena trovo Ambro, mi affianco e gli domando se è tutto ok.
Inizia lo sterrato e poi finalmente la prima discesa. Zig zag ed è già finita... orco can, sono di nuovo qua e mi tocca salire... Dai che tra un po' c'è il ristoro... ho una sete...

Scende qualche goccia d'acqua, ma poca roba. La birra del ristoro ci voleva proprio; con un paio di zucchine trombetta alla griglia ed un paio di tomini, mi sarebbe andata ancora meglio, invece c'è solo della salamella. Gentilissimi comunque Yoda e lo staff di cuochi dell'Hotel Saint Nicolas per la disponibilità nella preparazione di ottimi piatti privi di carne.

Fermo al ristoro vedo arrivare Seba e mi bevo la seconda birra mentre lui sgranocchia una salsiccia. Ripartiamo insieme e proseguiamo per la rampa. In realtà la birra e la salsiccia apriva l'accesso alla strada asfaltata e alla salita dolce. Penso comunque che ben pochi siano saliti per l'asfalto. Il primo tratto a fatica si riesce a superare, poi c'è un'ulteriore impennata che ti costringe a camminare per qualche metro. Nel momento in cui riprovo a mettermi in sella, Seba mi da una leggera spinta di aiuto.. ma che grande! Finalmente spiana e mi avvicino alla bella DH2.

Che gran divertimento, il terreno poi, con la pioggia si è compattato ed ora risulta veramente uno spasso guidare e fare numeri. Si, come dice Ghido, la mia guida è da show, sicuramente non è veloce come quella di chi va diretto al dunque: io tergiverso sollevando molto spesso la ruota posteriore anche dove non serve. Però così mi diverto. Trik trak e anche la DH due se ne va! Ora rimane da ripercorrere l'anello fatto all'inizio, quello con la rampona infinita e poi siamo arrivati. Questa volta a metà mollo e mi metto a camminare: passettini veloci che mi portano su senza fatica. "Ma chi è che di nascosto mi ha cambiato il pignone!" La prima volta non era così dura la salita, anche il tratto finale prima del traguardo, nell'erba, mi fa bruciare le gambe. Arrivo davanti al traguardo ed impenno, come vengono bene le impennate con questa bici, che divertimento! Qualcuno mi dice che sono arrivato terzo; "ah, bene, gli rispondo io" mentre riprendo fiato. Vado a salutare il Lolli, e tutti gli altri che vedo arrivare man mano. La pioggia cresce d'intensità e inizia a soffiare un vento gelido, meglio togliersi questi vestiti  bagnati prima di ammalarsi. Così mi infilo i miei pantaloni umidi, e mi tengo addosso le scarpe da bici, che sono bagnate ma non troppo, fortunatamente almeno maglietta e felpa sono asciutte. Ritorno sul traguardo in tempo per salutare stringere la mano a Spiedo e sotto lo stand di zeta la formica bike components, al riparo dalla pioggia, vedo l'arrivo di un sacco di bikers tutti col sorriso sul volto. Una bella immagine.

L'edizione 2011 del campionato italiano single speed si è conclusa così, col sorriso.
Grazie a Yoda e allo staff con cui ha lavorato per l'impegno e la passione che ha dedicato all'organizzazione dell'evento. Un ottimo lavoro che ha dato buoni frutti.

L'anno prossimo ci si vede in Toscana dagli amici HUTR: chissà che accadrà, chi verrà se la spasserà!

9 commenti:

Ilaria ha detto...

Bravo! ;)

France ha detto...

Ben detto!

cochese ha detto...

Brao Perse!!

il lolli ha detto...

bravo perse,oltre a pedalare scrivi da paura!!!

Sebastiano biciconducimi ha detto...

Bella Perse!!!

Carletto ha detto...

Quando ho visto tutte quelle lettere, tutte quelle righe pensavo che Ema si fosse espresso e poi noto stupito che l'autore non era uno strizzacervelli ma un cinghiale. E bravo cinghiale, scrivi come pedali o pedali come scrivi, sei forte!

gallinarandagia ha detto...

ottimo perse! non son potuto venire ma mi son consolato con la tua telecronaca minuto per minuto!

spiedo ha detto...

Perse ti ammiro!

Chicco27 ha detto...

....sigh!

Grassie Perse....non è come esserci stato ma "piuttosto che niente è meglio piuttosto".

bye Chicco