08 giugno 2012

CINGHIALI




Attraverso importanti conoscenze, che ci hanno chiesto di mantenere l’anonimato, siamo riusciti ad entrare in contatto con Francesco Cerchio (Wheel?, Rim, Circle?) il fortissimo biker cisalpino che nel maggio di quest’anno ha compiuto una grandissima impresa: terzo nella categoria singlespeed al Campionato del Mondo di Endurance di Finale Ligure, ridente paese del ponente ligure, terra avara ed aspra, che ha dato i natali all’umile cronista.
Siamo andati a Torino all’indirizzo indicatoci dall’anonima fonte. Incontriamo la moglie che ci dice che Francesco con la bella stagione (da metà novembre a fine ottobre) si trasferisce in collina.
Rimaniamo basiti, la signora prosegue dicendo che lei lo va a trovare ogni tanto, gli porta dei cristalli di sale, alcuni tozzi di pane azzimo, qualche cambio, ma pochi, perché il marito non sopporta che si senta troppo l’odore dell’ammorbidente, dice che infastidisce i cinghiali, che poi dopo si arrabbiano e gli rovinano tutti i sentieri. Lui ama i cinghiali, ci dice la moglie, soprattutto se accompagnati da polenta, ma ama ancor dipiù i sentieri della sua collina.
La collina di cui stiamo parlando è la Collina di Superga. Abbiamo appreso che il fortissimo biker vive là e noi andremo là a scovarlo.
Ci avviamo per un ripido sentiero e dopo qualche passo vediamo in lontananza un uomo di corporatura esile, il viso scavato dalla fatica gli occhi infossati ma vispi intento a parlare con un bell’esemplare di cinghiala (cinghialessa?).
“Tu la devi smettere bella maiala pelosa, tu e i tuoi maialini pelosi dovete andare a grufolare altrove, qua ci sono io sto costruendo un nuovo sentiero e voi mi avete rotto le balle…ci siamo capiti….via di qua!”
Buon giorno, signor Cerchio, sono un giornalista del LobosNews, potrei farle qualche domanda? Guardi ora non ho molto tempo devo ritornare al mio accampamento devo postare alcune nuove foto dei miei sentieri e raccontare ai miei moltissimi followers l’incontro con la maiala pelosa.
Ah, capisco.

Scusi ma lei ha molti followers? Si, moltissimi. Comunque mi segua, non è salutare star qui fermi in mezzo al sentiero, la suina potrebbe ricomparire da un momento all’altro. Sono animali tenaci e ostili alla mtb soprattutto se singlespeed
Ecco vorrei, dopo la grandissima impresa di Finale, farle qualche comanda per cercare di capire meglio come ci si prepara ad una gara di questo tipo e quali sono state le difficoltà che ha incontrato.
Guardi le posso dire che i cinghiali liguri sono bestie, ancora più pelose di questi qua.
Non sentono ragioni…ho provato a parlarci, discuterci, ma niente se non gli sganciavo un paio di kg di patate a giro non c’era verso di passare, con uno, pensi, ho dovuto pure fare a capocciate, l’ho tramortito, ma poi il giro dopo si è presentato con il padre che era grosso il doppio ed ho dovuto sottostare al fio: due kg di patate al padre due al figlio.
Ah quindi lei mi sta dicendo che si portava dietro delle patate durante la gara.
Si ma solo durante le ore notturne, poi di giorno il cinghiale tende ad intorpidirsi e lo passa a sonnecchiare in attesa della notte.
Molto interessante.

Nel frattempo percorsa una porzione di un sentiero molto ben battuto, ci siamo innoltrati in una parte di bosco fitta e per nulla “urbanizzata”.
Dopo 20’ di cammino arriviamo alla tenda del sig Cerchio lo vediamo indossare le scarpe da ciclista e salire su di una spinbike collegata ad un generatore di corrente.
Inizia a pedalare, agile, le gambette secche e pelose, ruotano vorticosamente contemporaneamente le mani armeggiano sulla tastiera di un palmare di ultima generazione.
Scusi ma cosa sta facendo?
Rendo felici i miei followers. Anche durante la gara non ho mai interrotto il contatto con loro. Mi vogliono molto bene e sono sempre ansiosi di sapere come sto e cosa faccio.
Ci può dire come ha preparato una gara così difficile ed impegnativa come il Campionato Mondiale di Endurance estrema?
Ma per lo più pedalando. Uso prevalentemente due strategie che scelgo in base agli impegni di lavoro.

La prima è quella che definisco COMBO TRAINING. Si tratta di pedalare al mattino su strada e al pomeriggio fuori strada. Si può anche fare il mattino fuori strada e il pomeriggio su strada. La cosa importante però è che la sera dopo cena si faccia defaticamento sui rulli: 2 massimo 3 ore. E’ molto importante defaticarsi bene, altrimenti poi il giorno dopo non si rende a sufficienza.
E l’altra strategia? lo incalza il giornalista.

La riservo solo per i periodi dell’anno nei quali ho molto tempo libero. Si tratta dell’EPIC RIDE MAI FATTO DA NESSUNO.
Scusi perché Epic?
Beh ho fatto il classico si tratta di una questione di cultura di base: etica, fonetica, estetica, vabbè che sto a dire a lei queste cose, che vedo che le sta calando potentemente la palpebra. Certo mi permetta di dirle che gli Ormezzano, i Clerici, i Brera, io sono stato abituato a parlare con giornalisti di un certo livello…ma lasciamo perdere. Bene, quest’anno ne ho fatti tre prima della gara di Finale Ligure. Il primo mi ha portato a Ulaan Baatar, in bici ovviamente. Senza cambi, mangiando solo cibi vegetali e bevendo acqua piovana.
E poi, quando è arrivato in Mongolia cosa ha fatto?
Ma che domanda del piffero mi fa, son tornato indietro per la stessa strada, ma cambiando il rapporto, dal 39x14 son passato al 39x13…per fare un po’ più di fatica mi sono trascinato dietro una cinghiala suina degli urali, mi hanno detto che sono più docili pensavo di farla accoppiare con alcuni cinghialoni di qua per vedere se nascono dei cinghiali più rispettosi ed educati. Non ci spero troppo.

Il secondo Epic Ride mi ha portato a circumnavigare in giornata il Monte Bianco…
Il giornalista ha un’illuminazione, ma scusi mi pare di aver sentito che c’è un altro fortissimo biker che lo ha già fatto il giro del Bianco.
Si ho sentito ma io l’ho fatto con la graziella di mia nonna…ad onor del vero devo anche ammettere che poi tornato a casa non ho fatto il defaticamento.
Vabbè passiamo al terzo signor Cerchio.

Ecco il terzo Epic Ride: ho scalato il Gavia 10 volte di fila con la ss mangiando solo carne di cinghiale secca e bevendo birra ceka molto luppolata.
Deve essere stata un’esperienza terrificante!
Abbastanza, soprattutto per la discesa, con la fissa devi pedalare continuamente…e dopo un po’ spacca le balle.

Ma durante una gara così lunga come ha gestito l’alimentazione?
E’ stato molto difficile, nelle prime sei-sette ore ho mangiato panini con prosciutto alternati a panini con la marmellata, poi però verso le ventitre mi è venuta voglia di bagna cauda. Fortunatamente quest’anno mia moglie mi ha accompagnato nella mia impresa. Allora le ho chiesto di preparare la bagna cauda ed io avrei pensato alle verdure.
Così durante i giri notturni mi sono messo a cercare cardi selvatici, radici, tuberi e altre verdure che questa bellissima terra (certo piuttosto avara e misantropa) dona a chi sa cercare.

Così verso l’una, forse saranno state le due, mi sono fatto una bella mangiatona, con mia moglie ci siamo bevuti una barbera del 2007 molto tannica con sentori di savana al tramonto e retrogusto piede di odalisca…e poi sa il cibo, il buon vino, il clima allegro e spensierato della gara, ci siamo addormentati per qualche minuto, poi spinti dal richiamo selvaggio della foresta ci siamo amati. E’ stato bellissimo. Poi ho ripreso a pedalare con più vigore e soddisfazione.
Scusi mi sta dicendo che lei durante una gara di endurance estrema, ha trovato il tempo per amare sua moglie?
Si certo lo faccio sempre durante le gare di endurance estrema: a me piace l’endurace!
Capisco, lei rivoluziona tutte le conoscenze sull’umano agire.

Ma lasci perdere, ci fossero qua gli Ormezzano, i Clerici, i Brera, si potrebbe parlare dell’amore nell’epica europea post carolingia…ma cosa le dico a fare certe cose, tanto lei non capisce una fava.
Prego? il giornalista intuisce che l'intervista sta prendendo una piega non prevista dai manuali.

Vabbè le racconto cosa mi è successo alle tre della notte. Mentre sto spingendo come un dannato per superate uno strappo piuttosto difficile mi accorgo che al mio fianco si è messo un cinghiale suino locale. Mai vista una bestia simile. Cento venti forse cento trenta kg. Ho avuto paura, ho pensato che volesse abusare di me…sa a volte i cinghiali ci provano, ma qua in collina li conosco ormai tutti e riesco a parlarci…ma quello…non lo conoscevo certamente

Continuo a spingere con vigore e lui, la bestia pelosa, sempre a fianco silenzioso, leggiadro, per essere un cinghiale, arrivato in cima quasi mi fermo per prendere fiato, ed è in quel momento che il cinghiale mi parla.

Scusi mi dice, ma perché si ostina ad usare una bici senza cambi? Sa che, ormai da molti decenni, hanno inventato uno strumento che permette di variare il rapporto di pedalata, riducendo la fatica ed ottimizzando lo sforzo.
Resto basito, capirà pure lei che non è un Ormezzano, ne un Clerici ne tanto meno un Brera.

Fatto sta che il cinghiale mi dice che vive in Liguria da alcuni anni prima stava in Toscana, fra Pisa e Castiglioncello. Per un certo periodo ha seguito alcuni master alla Normale di Pisa, ha pure conosciuto D’Alema e Mussi, andavano insieme, ma io non ci ho creduto a questa storia, a bere birra e a sputare le bucce dei lupini in testa ai portuali di Livorno.
Comunque il cinghiale, mi invita ad una festa. Gli chiedo scusa cinghiale, non ha voluto dirmi il suo nome, ma dove starebbe questa festa?
Vieni e seguimi, continuare a girare dentro questo anello ti farà male.

E lei è andato ad una festa invitato da un cinghiale locale vissuto in Toscana? E magari mi vuol pure far credere che si è divertito? Con il cinghiale…

Senta la festa si teneva al Forte Diamante sulle alture di Genova…è stata duretta arrivarci per boschi e vallette, ma il cinghiale conosceva moltissimi sentieri fantastici…l’ho invitato in collina per il prossimo mese, gli ho detto che ci sarebbe una cinghialessa suina degli Urali con la quale potrebbe accoppiarsi…mi ha risposto che deve pensarci su, è in un periodo di riflessione, ha iniziato a parlarmi della fine del post moderno, ha fatto alcuni riferimenti al neo realismo di Ferraris, poi mi ha parlato delle identità multiple e mutanti, in definitiva, per sintetizzare, che lei ormai l’avrà capito non è un Ormezzano, ne un Clerici ne tanto meno un Brera, il cinghiale in questione mi ha fatto capire che la sua identità sessuale è in transito.

Un caso di omosessualità suina, dice trepidante il giornalista, sarebbe il primo caso al mondo.

Voi giornalisti sempre a cercare lo scoop, sempre intenti a dividere il mondo in buoni e cattivi…ma cosa vuole che le dica…se fosse un’Ormezzano, un Clerici, un Brera, un Soriano, guardi anche un Pastonesi, si potrebbe ragionare, ma lasciamo perdere.

Scusi ma poi alla festa si è divertito?

Moltissimo.

Potrebbe, per i lettori del LobosNews sarebbe molto importante, dirci qualche cosa in più circa la scelta di utilizzare una bicicletta monomarcia. Ah dimenticavo di chiederle (sa non sono un Clerici ne un Ormezzano) ma che bici usa?

Uso una Dean in titanio.
Il giornalista ha un sussulto cinefilo: ma usa il modello James?
Prego?, incalza il sabaudo.
Ma sì il modello James della Dean, James Dean, l’attore, sa quello che è…

Ma lei è deficiente naturale o ci fa! Ma perché non ci sono più i giornalisti di una volta.
Allora torniamo alla prima parte della sua domanda. Perché uso una bicicletta senza cambi?

E’ una filosofia di vita. Durante la notte alla festa al forte di Genova, ne ho molto discusso con il cinghiale. Siamo giunti alla conclusione, per ora solo parziale, che il mezzo ideale dovrebbe essere un mezzo tipo quello utilizzato da Napo Orso Capo.
Immagino sappia chi è Napo Orso Capo?

Il giornalista è confuso, vorrebbe ammettere la sua totale ignoranza, ma teme che il forte biker cisalpino possa infastidirsi ed interrompa l’intervista.

L’ho capito che lei non sa nulla di Napo Orso Capo, e immagino che non sappia nulla neanche di OrzoWei?
Il giornalista si sente scoperto, affogato nella sua meschina menzogna, arrossisce.

Cerchio si alza va dentro la tenda, si sentono dei rumori metallici, ne esce dopo qualche secondo con una chiave da 32 in mano, la porge all’atterrito giornalista con l’invito a percuotersi con vigore il femore destro. Il giornalista esegue l’ordine con impegno ed abnegazione. Tale atteggiamento sembra molto apprezzato dal forte biker cisalpino.

Bene ora possiamo riprendere, dove ero rimasto, ah sì a Napo Orso Capo. Allora la conclusione a cui sono arrivato, anche grazie all’opera maieutica del cinghiale, è che la bici ideale non esiste, dovrebbe essere come lo moto usata da Napo Orso Capo: frutto della fantasia. Totalmente immateriale per permettere un contatto estremo con l’ambiente, senza strumenti tecnologici che medino tale rapporto. La singlespeed è una scelta accettabile.
La presenza di un solo rapporto semplifica ma al tempo stesso rende più impegnativo ogni percorso. Puoi fare affidamento solo sulle tue forze e sulla tua capacità di graduarle: non puoi sprecare nulla. E un po’ come stare sul trapezio al circo Togni ma senza avere la rete sotto.

Il giornalista ascolta con vivo interesse, e cerca, si sforza, di corrispondere alle aspettative dell’interlocutore.
Ah si il circo, esordisce, le piace Le Cirque du Soleil?

Scusi, ma stiamo parlando di biciclette di filosofia di senso della sofferenza e lei mi fa questa domanda imbecille!
Su, si percuota ancora per qualche minuto il femore destro; non indugi.

Il giornalista si applica con maggior impegno: la chiave da 32 cala implacabile sulla carne martoriata, sotto l’occhio distratto del biker, intento a postare nuove immagini per i suoi molti followers.

Bene torniamo alla singlespeed. E’ un mezzo che permette di entrare maggiormente in contatto con la fatica e la sofferenza, pur non essendo il mezzo ideale, nel senso che le ho illustrato prima con l’esempio di Napo Orso Capo, permette al ciclista di assaporare in un modo molto preciso e profondo i propri limiti. Si impara ad essere umili.

Scusi ma il suo cognome è proprio il suo o se lo è dato lei, per enfatizzare agli occhi dei suoi followers, tutta la passione smisurata che la spinge a fare così ardue imprese ciclistiche?

Ha ridetto un’altra sciocchezza: ora con la 32 inizi a percuotersi con vigore il dorso della mano sinistra…su via dia inizio ai colpi. Che siano ben ritmati, la cadenza è molto importante.

Il giornalista ormai stremato dall’ardua intervista, con la coscia dolorante prende a martellare con ritmica rassegnazione la propria mano.
Dopo qualche minuto sviene.

Si desta, dopo circa un'ora di sonno senza sogni, sente un vento caldo e umido che gli lambisce le gote, un odore di muschio e terra bagnata, denso come resina, gli cola nelle narici. Apre gli occhi e vede la sagoma possente della cinghialessa degli Urali che lo scruta immota.
Sa che mi ha fatto prendere un bello spavento. Ma le pare il modo di comportarsi! Per qualche colpetto della 32, lei sviene come un pivello qualsiasi. Ah non ci sono più i giornalisti di una volta. Senta io non ho molto altro tempo da dedicarle. Ho promesso a Trudy, sì non mi guardi con quella faccia da pesce lesso, la cinghiala degli Urali, anche lei ha nome, che l’avrei portata in po’ in giro per sentieri.

Il giornalista rimane pensieroso qualche minuto, e poi si sente di dire: ma Trudy non era il nome della fidanzata di Gamba di Legno?

Guardi mi sento di dirle che forse è meglio che la 32 se la porta a casa per un paio di settimane. Dopo cena tutte le sere si deve mettere sul divano e con la mano destra afferra la 32 e se la sbatte con forza tre volte sul ginocchio sinistro, va bene?

Ok, sarà fatto, aggiunge il giornalista.
Ok, va bene, rivediamoci fra due settimane, ribatte pronto il biker.

Mestamente il giornalista si avvia verso la città, si volta per qualche secondo e vede che Francesco ha caricato la cinghialessa sul cestino posteriore della graziella della nonna. Li vede allontanarsi nella luce crepuscolare di un tramonto di quasi estate. Lei fischietta un motivetto alla moda mentre lui cerca di spiegarle che i sentieri sono importanti, servono per tenere vivo il bosco e per far divertire i ciclisti, non vanno rovinati troppo. Lei annuisce e continua a fischiettare sempre più forte.


Quello che avete letto corrisponde al vero, noi umili cronisti abbiamo solo raccolto e trascritto la confessione del povero giornalista, incontrato qualche giorno fa, nel reparto di ortopedia dell'Ospedale Maggiore di Cremona.



5 commenti:

Martino ha detto...

Fantastico!

spiedo ha detto...

Ema keep it up! Dai osti!

cochese ha detto...

Scrivi dannazione!!

Anonimo ha detto...

Spettacolare Ema!

France ha detto...

Grande Ema, come sempre!