25 luglio 2008

THE GROOVE

E non poteva essere diversamente.
Dopo l'ultimo richiamo sollecitato dalle morbide colline parmensi la truppa lobica non poteva mancare all'appello.
Il parcheggio della trattoria alle ore 19,15 si riempie di macchine, uomini (?) e biciclette di ogni genere.
Ad un osservatore distratto verrebbe subito in mente una domanda: ma come mai ci sono più biciclette che uomini?
Domanda ingenua: ogni uomo porta con se un crogiuolo indicibile di desideri e passioni, quindi a volte accade che le biciclette prendano il sopravvento.
La regina della serata è sicuramente la Motobecane from Germany sfoggiata dal sulfureo Limoncino: un oggetto d'altri tempi che il prode cavaliere cercherà di domare in tutti i modi. Poi ci sono le singlespeed, poche ma di alto lignaggio.
La vincitrice del Tour ovviamente, non poteva che essere una singlespeed: from United State of America, ma la serata ha messo in mostra due pezzi italici di altri tempi nomi mitici: Bianchi e Legnano su tutti. Del pezzo unico dello Zio non si può dire, va solo contemplato, ad una certa distanza in quanto pare che le molle in berillio rilascino pericolose spore tossiche che solo lo Zio riesce a metabolizzare e pare pure avvantaggiandosene (questa è la prova che lo Zio ha un rapporto con i metalli non comune): vista la progressione sull'ultima salita. Si tratta di performance dell'altro mondo.
Il resto un variegato mondo multi gear che hanno cercato di arginare lo strapotere single senza per altro riuscirvi. Un pensiero al gioiello di Bob, roba da Tiffany!
Ma non di questo voglio dire.
Ma di alcune sensazioni che hanno accompagnato la serata pedalatoria.
Ogni biker si è portato il suo mondo appresso, sia la bici che la livrea parlavano linguaggi personali ed esclusivi, tutti però orientati al piacere di pedalare di interpretare l'uso della bici come un mezzo per divertirsi in compagnia.
Osservando il gruppo da dietro (ma porcadiquellaporkissima) è possibile che nei tratti di trasferimento si debba sempre andare a tutta, noi single si fatica non poco a tenere la ruota di certi passistoni di peso, verooo Spiedo) la prima cosa che mi ha colpito è la varietà dei colori e dei mezzi ciclici. In genere quando incontro gruppi di ciclopedalatori la prima sensazione che comunicano è quella di una certa unifornità, che su strada diventa quasi sempre conformismo.
Il gruppo lobico ha un che di brancaleonesco: pur mantendendo una certa coerenza di base ognuno si mostra nella sua individualità.
Guardavo il gruppo e mi sentivo bene ieri sera, mi sembra un modo per me giusto (per me dico) di pedalare in libertà.
Mud dice groove, e vada per l'anglo idioma.
Penso che l'assenza del manipolo di forti pedalatori abbia permesso alla serata di esaltare a pieno i principi di base del Giro: probabilmente anche il critico Prof Ghido potrebbe concordare con me su questo punto.
La carovana di avvicinamento, l'arrivo al ristorante, le telefonate per coordinare i movimenti, il montaggio delle bici, gli scambi di battute, la vestizione, la declamazione delle regole del gioco, la prima fottuta salita, l'attendere l'arrivo ai vari passi di tutto il gruppo, Limoncino a tutta dietro al furgoncino, si tutto questo e molto altro chiaramente mi pare sia lo specifico che rende il Tour un'esperienza che è meglio fare che perdersi.
Va detto che tutto questo per un attimo è stato messo a rischio.
La neomaglia gialla non ha saputo, forse, ma durante la tappa di avvicinamento, la carovana si è inbattuta in una ciclopedalatrice femmina che procedeva in senso contrario.
Rapido giro di telefonate...che si fa?! una così quando la si ritrova, una erettile sferzata ormonale squassa la carovana: sono pochi dramamtici momenti, tutto può saltare, o tenersi miracolosamente in equilibrio. Passano alcuni secondi e poi il piacere di celebrare l'ultima tappa del Tour, per questa volta, può più della gnocca, per questa volta...
Per quanto mi riguarda sono contento, lo spirito che anima alcune esperienze lobiche è quello giusto.
Penso che ciò che rende molto godibile il Tour di Fidenza sia dato dal senso di intensa comunanza che riesce a creare: sono certo che Mud si sia emozionato, nel momento in cui gli è stata data la maglia gialla (per non parlare di Spiedo che gliel'ha confezionata), almeno io lo sono stato: poi certo non riesco a capire perché le salite le prendiamo a manetta quando potremmo inebriarci del panorama bellissimo offertoci dalle morbide colline modenesi, mah...facciamo la volataaaaaaaaaaaaa, daiiii....

1 commenti:

BOB ha detto...

Sono commosso!