ANTONINO: leggetevi questo, è molto bello è un libro che parla del ciclismo eroico!
FRANCE: ma proprio tu ci vieni a fare il predicozzo, boiafaus, che ti sei pure dimenticato le scarpe, te lo sei forse dimenticato, e poi mi hai fatto andare in quel negozio a Ninove a chiedere la tua anal cream for long pleasure!!
ANTONINO: France….minchia ti sfido all’ultimo salsicciotto con il peperoncino…
LUKE: scusate ma ve lo devo dire siete tutti e due dei bambini, io tengo una nerchia tanta, e la so usare come, dove e quanto voglio…
LA TIGRE: si capisce che siete arrabbiati, ma dovete tener conto di molti fattori, emulare ed ammirare son cose diverse…
TUTTI: ma che stai adddì?
LA TIGRE: se continuate così vengo lì e vi faccio male, siete i soliti maschi testosteronici che passano il tempo a misurarselo e a vedere chi ce lo ha più duro!
Silenzio shakesperiano
EMA: France dovresti chiedere scusa ad Antonino, non si dicono certe cose, non te l’hanno insegnata l’educazione, tradisci le tue origini.
ANTONINO e FRANCE in coro: ma stai zitto tu che mangi solo verdure cotte che fanno cagare….
Ecco sul blog dei Lobos si è consumata una piccola e singolare tenzone.
Qual è il tema del contendere mi son domandato.
La parola eroico sembra aver scatenato l’iradiddio.
Eroi. Chi erano gli eroi. Uomini, figli delle scorribande sessuali di dei troppo soli per accoppiarsi solo fra loro. Gli eroi erano, nell’antichità, personaggi che compivano imprese impossibili, uccidevano draghi e mostri dalle molte teste. Superavano prove ardue per poi tornare fra gli umani onusti di gloria. Eroi!
E cosa c’entrano gli eroi con le biciclette?
Ci sono a mio modo di vedere varie culture interne alla nostra società. Una di queste tende a considerare i tempi passati come tempi aurei nei quali sono accadute “cose” eroiche: oggi tutto questo è scomparso. Rimangono solo le vestigia di quei tempi andati. Alcuni si fanno vestali di quei tempi passati.
La storia del rapporto fra l’uomo (e la donna) e la bicicletta non sfugge a questa idea di storia.
Penso all’alpinismo: nella bella storia di Motti, vengono tratteggiate le biografie e le imprese compiute nei primi 60 anni del secolo scorso, poi l’alpinismo si è contaminato con la modernità, le imprese sono diventate azioni sportive. Fine del mito eroico.
Forse anche il ciclismo ha seguito questa strada.
Non ho le idee chiare ma provo a dipanare il mio pensiero.
Già la parola ciclismo porta a pensare alle gare a quelle che usualmente vediamo in televisione, per chi le vede, e già questo fatto è un bel salto rispetto a cento anni fa.
Le imprese “eroiche” erano documentate dai giornali ma per lo più avvenivano attraverso un’esperienza diretta del popolo che partecipava alla nascita di un nuovo modo di muoversi, completamente diverso dai precedenti.
Masetti che alla fine dell'ottocento partiva da Milano per andare a Londra, poi si imbarcava per New York, ritorno dopo mesi di viaggio e nuova ripartenza, sempre in bicicletta, per San Pietroburgo. E scriveva, Masetti, documentava le sue imprese, contribuiva insomma alla costruzione del Mito del Ciclismo Eroico.
Oggi, ci sono persone che decidono di andare a Pechino in bici, di attraversare i continenti americani dall’Alaska alla Terra del Fuoco e ritorno. Fanno parte del Ciclismo Eroico?
Cosa è cambiato? Mi vien da dire che Masetti era il primo a fare certe esperienze: stiamo parlando della fine dell’ottocento. Non penso che fare la Nord del Cervino a dicembre nel 2011 sia meno difficile o faticoso o pericoloso di quando la fece Bonatti nel 1965. Cambia che Bonatti la fece per primo. Fu il primo che ebbe il coraggio e la “visione” che la via era praticabile a dicembre, ci provò e ci riuscì, mi pare in quattro giorni. Probabilmente oggi un alpinista di punta a dicembre la stessa via la fa in meno della metà del tempo. Ma Bonatti la fece per primo. Con la sua impresa disse al mondo: cari miei si può fare, io l’ho fatta!
Il ciclismo eroico, lo definiamo noi oggi così, fu fatto da persone che credettero nel nuovo mezzo e cercarono di utilizzarlo per fare dei viaggi, delle esplorazioni, delle imprese eroiche; sì certamente, ancora oggi a distanza di un secolo guardiamo con ammirazione a quegli uomini.
Dico guardiamo, ma non son certo che tutti la pensino così. Io certamente lo penso, e penso la pensino così molti pedalatori lobici e non.
Ora si affaccia un nuovo problema: chi raccoglie il testimone lanciato da quegli uomini e come?
Lo “scatto” di France nei confronti di Antonino mi pare vada in quella direzione.
Solo chi “coltiva in modo adeguato” il mito eroico ha diritto di parola. Ma soprattutto solo chi “coltiva in modo adeguato” il mito eroico può pensare di incorporare quelle antiche esperienze e il loro alto Valore.
Chi non coltiva adeguatamente stia in silenzio.
Sto enfatizzando e tirando per i capelli una discussione nata e morta sul blog.
Utilizzo le parole dette per animare un mio discorso: non voglio dire che quel che scrivo sia il pensiero di chi si è esposto nella discussione.
La domanda per me cruciale è come far vivere quel mondo perduto nell’oggi della nostra pratica ciclopedalatoria.
La seconda domanda cruciale, che forse andrebbe esplorata ben prima della precedente è: ma di cosa era fatto quell’eroico ciclismo?
Il ciclismo dei primi tre decenni del secolo scorso non può essere espiantato dal suo contesto storico culturale, e qui dico una ovvietà quasi banale.
Cosa rimane, dopo il setaccio del tempo, che ancora possa esser usato dai moderni ciclopedalatori?
Dai discorsi accennati a voce con il France mi par di capire che si tratti di un codice etico di comportamento. Rimane quello, poi certo si può pure fare l’Eroica nel Chiantishire con la bici del nonno ma se non metabolizzi quel codice, mi par di capire serve a poco pedalare arnesi obsoleti e pesantissimi.
Si tratta di etica?
L’etica rimanda ai valori e quindi ai comportamenti, ma prima ai valori.
Di quali valori stiamo parlando?
Quali sono i valori che gli eroici pedalatori ci hanno indicato?
Quali?
Chiudo ribadendo che la zucchina trombetta ingauna è figlia di un'eroica lotta che il rude contadino ligure combatte da secoli contro una natura matrigna che non ammette incertezze. Lunga vita alla zucchina trombetta ingauna.
25 ottobre 2011
EROICI
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14 commenti:
Bentornato Ema scrittore!!! a ridaje con sta zucchina,uno di questi giorni te la ritroverai per davvero....
Dove merita di essere....
ma la zucchina trombetta ha un sapore diverso dalle altre zucchine?
France non hai mai assaporato la zucchina trombetta ingauna bollita e condita con olio extravergine di oliva di pura taggiasca e una "presina" di origano di montagna di Valcona Soprana! Potrei scrivere un piccolo trattato sulla consistenza materica della zucchina trombetta ingauna, ma non lo farò!!!
ema
Ema direi che hai dipanato bene la questione. Io ammiro quelle persone che vengono raccontate nel libro,per me sono eroi xchè erano pionieri e con quelle strade quasi mai asfaltate) con quelle bici non dimentichiamo che non avevano i cambi(all'eroica ho provato a sollevarne una dei primi del '900 e quasi mi viene il mal di schiena) facevano cose estreme ai limiti delle umane possibilità e non si drogavano o almeno non più di tanto. p.s. la zucchina trombetta spacca ma anche il cecio la fava e la cicerchia
Mmmmm... devo leggere con più atenzione...
urge organizzare una serata verdure e legumi
non saro' dei vostri
Quindi, cerchiamo di rispondere ai tuoi quesiti? Quali sono i valori etici che i pedalatori eroici ci hanno indicato?
I pedalatori Eroici si sembrano eroici perchè facevano imprese in condizioni per noi inusuali con attrezzature per noi obsolete... loro erano semplicemnte giovani pieni di voglia di esplorare il mondo e usavano questo nuova Macchina, la Bicicletta, per farlo. GLi eroici della nostra generazione sono coloro che hanno iniziato per primi a fare Skate, ad usare lo Snowboard ecc....
quindi eroe è colui che fa per primo qualcosa di particolarmente impegnativo?
e quelli che vengono dopo non sono nulla.
No parlo di pionierismo, che poi alla lontana viene etichettato come eroismo!
Non sono d'accordo. Non riesco ad associare uno skater con qualcosa di eroico nemmeno sforzandomi. Pionierismo è un'altra cosa.
e come la mettiamo con Sebastiano o Ausilia che fanno cose estreme "gite fuoriporta sulla neve" al di fuori del normale ma non sono pionieri visto che qualche decina di persone hanno fatto la stessa impresa prima di loro ?
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