28 maggio 2008

FINALE

Me ne stavo tranquilla e serena a pensare ai fatti miei quando empie mani mi sottrassero ai miei affari per espormi al vento levantino della Liguria.
Dovrò raccontarvi questa storia perché in 24 ore sono successe molte cose e non vanno dimenticate, ma non potrò farlo da sola, mi servirò di un umile cronista consciuto casualmente all’ombra di un leccio secolare.
Ciclicamente gruppi di umani maschi e in minor misura femmine si danno appuntamento in luoghi aperti e si sfidano ad un semplice gioco: chi, nell’arco di una giornata, fa più giri vince. Pare una barzelletta ma è così: gli umani adulti faticano ad abbandonare il fanciullino che vive in loro.
A me è capitato di essere rapita e trasportata notte tempo in un luogo bello ma polveroso, e di assistere a tragedie inenarrabili. Vorrei dimenticare ma devo farlo, non posso dimenticare, perché la storia merita di essere narrata.
Sono stata rapita dai lupi, si cari miei, la banda che mi ha sottratto alle mie riflessioni si fa chiamare Los Lobos: alcuni di loro li ho visti aggirarsi con una maglietta con su stampato un lupo ululante. Capite lo spavento di una tremula ragazza nelle mani, anzi nelle fauci feroci, di un gruppo di lobos.
Mi prendono e mi piazzano in bella vista al bordo di quello che capirò essere il campo di gara. Per 24 ore ho dovuto assistere ai reiterati passaggi di uomini e donne in bicicletta e soprattutto ho assistito, ma per lo più ascoltato parole e frasi che le mie muliebri orecchie arrossiscono ancora oggi al solo pensiero.
Occhi lubrichi mi hanno scrutata giorno e notte, mani corsare hanno stretto i miei lombi e palpato le mie mammelle, senza poter far nulla…che vergogna…quale disonore e che imbarazzo.
Questi Lobos sono un gruppo di maschi non più giovanissimi ma ancora prestanti che probabilmente hanno avuto infanzie perigliose e adolescenze onanistiche e che quindi nell’età della maturità hanno bisogno di divertirsi e lo fanno pedalando. Si, cari lettori, scorrazzano per monti e valli allegri come cuccioli di cinghiale, felici di faticare come bestie per onorare lei la vera Dea: di cosa si tratta? Mah per quanto mi è dato di capire si tratta di un oggetto sul quale si siedono e muovendo ritmicamente le gambe lo fanno muovere, stando in equilibrio. Tutto qui! Ma questi Lobos paiono totalmente dediti a tale culto bambino: a vederli mi paiono felici e questo mi ha molto commossa, nonostante il ratto malvagio.
Ho visto un Lobos, uno spilungone con una barba che anche mio nonno, Re Tritone, avrebbe giudicato inguardabile, con un grembiulino nero, si cari lettori, un grembiulino nero tipo…tanto per farvi capire la situazione, cameriera del drive-in, prendere le biciclette, ah dimenticavo, più sopra vi accennavo alla Dea, ecco loro la chiamano bicicletta, alcuni usano un parola a me sconosciuta: singlespeed, ma insomma si tratta di quello che vi ho detto un giocattolo per muoversi.
Prende, questo Lobos, una ad una le biciclette, e le appende per la pancia e le pulisce e le lucida e le smonta e le rimonta penso che lo faccia per preparare le dee alla tenzone ma non ne sono sicura.
La cura che mette nel fare queste operazioni mentre altri del branco bevono birra, ruttano ed iniziano a dileggiare amabilmente ogni oggetto che si muove nei dintorni, sembra quella che uso io nel lavare e pettinare la mia bionda chioma. C’è amore e libidine e molta vanità.
Purtroppo ogni volta che un ciclopedalatore passa devo prepararmi: parole e pensieri indecenti, nuvole di polvere e odori ormonali mi schiaffeggiano maleducatamente.
Ma dimmi narratore com’è questo percorso, dimmi qualche cosa, perché io sono imprigionata in questo altopiano ventoso raccontamelo…
Cara Muse of Finale il percorso è…bello in molti momenti si vede il mare, ma sembra che pochi pedalatori si lascino distogliere da tale bellezza: sarebbe loro fatale.
E poi ci sono le salite e ovviamente le discese; le prime sono molto faticose, le seconde…pure, ma ci si diverte dipiù. E poi sai cara Muse in cima alla salita più dura ci sono dei neri divani, si pare un miraggio ma se lo desideri può riposarti, scendere dalla bicicletta, toglierti guanti e casco sederti e farti accarezzare dalla brezza: non lo farò ma desidererò molto farlo, perché cara Muse of Finale l’incauto narratore al quale chiedi lumi anch’esso pedala con vigore e sprezzo del pericolo.
E poi ci sono i boschi, quelli liguri, scoscesi e pietrosi e poi la macchia mediterranea, bellissima, siamo a maggio ed inizia a fiorire i profumi e presto i colori sono da mozzare il fiato. E’ un dono della natura rivolto a chi lo sa cogliere, poi a luglio ed agosto quando mandrie ottuse e selvagge invaderanno queste contrade, non ci sarà più nulla di tutto questo, ma a maggio si può sentire l’aroma del lentisco o vedere le gemme del corbezzolo, ma che dico i frutti verdi e teneri che il sole feroce di luglio arroventerà di rossi ed arancioni, ah cara Muse, se non fosse che la tenzone invoca velocità e concentrazione sarebbe il momento di perdersi in questa meraviglia.
Ho capito ho capito caro narratore, lasciami sognare, ma devi comunque proseguire nel raccontarmi quello che hai visto.
Nel gruppo dei lupi come ti dicevo ci sono solo uomini, no anzi ad essere precisi ho visto un giovinetto fra loro, magro e allampanato con la faccia imberbe ed il sorriso sfrontato che solo gli adolescenti hanno. Tutti lo incitavano pare che fosse la prima volta che partecipava ad una simile gara: è stato bravissimo. Insieme a lui il suo angelo custode, un omone grande e grosso con i capelli da vichingo e la pelle disegnata. Non lo ha abbandonato un minuto, sembrava di vedere mamma papera con il suo paperotto.
Si caro narratore li ho visti anch’io ed ero molto in pena per il giovane ciclopedalatore e preoccupata, sai lo vedevo sfrecciare veloce, e poi certe volte fermarsi arraffare acqua e cibo e poi ripartire.
Ecco volevo chiederti ma come fanno a resistere senza mangiare per così tanto tempo.
Non lo so cara Muse, sono anch’io piuttosto perplesso ma ho visto cose che forse devono essere raccontate e te le voglio dire.
Ho capito una cosa, le differenze culturali ci sono e sono profonde. Il giovinetto che ti ha tanto colpita viene dalle lontane americhe insieme al suo accompagnatore. Forse ti sarai accorta che nella tana dei lupi si era creata una piccola enclave di questi posti lontani e mitici. Poco vicino alla tana che ti teneva prigioniera c’era il rifugio di Ausilia Biancaneve, una donna ciclopedalatrice dal cuore molto grande e forte e dai garretti d’acciaio.
Bene questa Ausilia ogni tanto si fermava per mangiare e si era preparata delle pappe quasi appetitose: fragole, patate lesse condite con olio di avocado, acqua e poco altro.
Gli umani delle americhe invece hanno mostrato interessi alimentari più vari e inquietanti.
Ma il giovane americano birre a parte ha mantenuto un suo equilibrio. La sua compagna, una fortissima pedalatrice (soprannominata Wiki-Wiki) ha messo duramente alla prova lo stomaco e non solo quello dei Lobos.
Ma dimmi dimmi mio narratore, non celarmi alcun particolare…
Si forse non te ne sei accorta, cara Muse, così presa a pavoneggiarti di fronte a tutti questi testosteronici maschietti, ma dietro le tue spalle si sono consumate tragedie e orrori.
La giovane pulzella americana ha impunemente violato tutte le raccomandazioni che le italiche mamme rivolgono petulanti ai loro cuccioli.
Cara Muse of Finale, ho visto cose che temo ripetere.
Minestre liofilizzate lasciate marcire per ore al sole di maggio e poi ingurgitate come fresche bibite, caramelle che anche un bambino avrebbe timore ad abusarne inghiottite come monete in fameliche slotmachine. Lattine di birra consumate come fossero preziosi integratori salini, si questo ho visto cara Muse.
Ma cosa mi racconti pavido narratore, lo sai che io mi cibo solo di sushi nipponico e formaggi macrobiotici, si lo so lo so che tieni molto alla tua linea, ma devo anche dirti che è successa una cosa che ha scosso l’intero branco.
Era ormai notte e la forte pedalatrice ha fatto una pausa più lunga per rifocillarsi e cambiarsi d’abito. Certo, anche nella tenzone le giovani pulzelle tengono alla loro livrea.
Ma nessuno nel branco dei lupacchiotti era pronto ad assistere ad un simile evento che ha definitivamente scosso la già fragile mente di molti di loro.
Si mi pare, caro narratore di aver percepito come un silenzio inquietante, la quiete prima del rombo del tuono, ma sai dalla mia posizione non potevo vedere molto bene e poi ormai il buio aveva avvolto i miei occhi.
Si Muse è successo l’irreparabile, la ciclopedaltrice si è denudata e rivestita come se fosse tranquillamente seduta sul divano di casa sua laggiù nel profondo nord.
Tu hai avuto modo di sentire sui tuoi lombi le ferine mani lobiche, ebbene, i lupi non erano preparati a questa eventualità.
Immagina cara Muse una ragazza giovane e bella, seduta su una sedia attorniata da uomini nerboruti che decide, nel cuore della notte di spogliarsi per cambiarsi d’abito. E lo fa come fosse una cosa normale quasi con noncuranza.
Questo forse accade nelle lontane americhe, chi lo può dire, ma nella fredda notte finalese si è consumata una privata tragedia. Ogni Lobos è stato avvinto da pensieri probabilmente indicibili, ma tu mi spingi a dire ed io non posso tacere. C’è chi ha reclinato gli occhi per imbarazzato pudore, chi ha stramaledetto mamma e papà per averlo fatto nascere in posti troppo morigerati, chi si è offerto di aiutarla, chi invece si è allontanato per fare le sue riflessioni al riparo di cisti e ginestre, altri hanno guardato negli occhi del vicino il proprio abisso lussurioso, tutti comunque convinti che quello che stava accadendo non era reale, ma frutto del desiderio delle loro menti malate e dei corpi schiantati dalla fatica dell’agone. Oh! ma cosa mi dici mai impenitente narratore, ora capisco quale pericolo ho corso, durante selvaggio e proditorio ratto.
Pare che nei giorni successivi, matrimoni solidi abbiano subito telluriche scosse, pare pure che alcuni abbiano chiesto asilo politico agli Stati Uniti, addirittura addetti alla pulizia del parco gara hanno riferito di aver trovato uomini ormai adulti abbracciati a lentischi rinsecchiti, piangere come bambini, urlando frasi sconnesse in lingue ignote, si cara Muse of Finale, tutto non potrà più essere come prima.
Ma ora mi devo riposare cara Muse of Finale, devo andare, ho appuntamento con il mio psichiatra di fiducia, devo raccontargli un sogno nel quale ho visto una ragazza che mangiava caramelle bevendo minestra rancida e poi si spogliava…e poi…vado che sono in ritardo, il Dr Steel non è molto flessibile, basta poco per innervosirlo…ciao alla prossima, so che altre avventure ti aspettano ma non voglio anticiparti il futuro, questo si che sarebbe un brutto segno e il Dr Steel disapproverebbe fortemente…ma posso consigliarti, cara Muse of Finale, di tenere a portata, di mano ombrello e impermeabile, verrò presto a chiedere il tuo aiuto e poi molte altre storie sono successe a Finale, ma questo…devo andare sono in ritardo il dottore mi aspetta…non posso altro favellar.

5 commenti:

Limo ha detto...

Inga dal garage saluta e ringrazia.
Ed io lo faccio per il link al blog.
Ciao

Unknown ha detto...

...sii galantuono, la poveretta. nelle ultime settimane ha fatto una vita spericolata.
ciao

BOB ha detto...

Ciao Inga!.. Cosa fai Sabato sera??
Chiamami..

Simone - El G@to - ha detto...

geniale!

Limo ha detto...

Pensa te il caso! Molto probabilmente Inga Sabato è a Cremona! Ti faccio chiamare!