05 maggio 2008

Lobos Pride

Allora cari Lobos sono di ritorno dalla vacanzina ligure e ho maturato due pensieri due in particolare che vi posto prontamente.
Il primo: lo stile.
Pedalando per le strade (piuttosto erte) ho notato che le divise dei ciclopedalatori sono esteticamente mediocri.
Nel senso che si vede che non c'è pensiero dietro ad accostamenti di colore e scritte varie. Si vede, anche un occhio neofita come il mio lo nota, che l'attenzione ai particolari latita, e che forse per essere attenti a certi particolari bisogna avere il cuore che palpita biciclicamente: un po a destra e un po a sinistra in modo alternato e singulare al tempo stesso.
Confrontado la mia maglietta Lobos 24h con altre incontrate strada facendo devo dire che siamo di un altro pianeta.
Magari fanno anche forte, ma lo stile fa parte della bicicletta: e le foto dello Zio Pippo ne sono una probante conferma.
Secondo: la guarnitura.
Nel mio precedente post "Quindicipercento" raccontavo di un'uscita interrotta dalla pedivella svirgola.
Bene mentre mi arrampicavo, era fine marzo, incontrai un ciclopedalatore indigeno, si fece un pezzo di strada insieme e parlando del più e del meno. Gli esposi il mio progetto di inerpicarmi fino a Bajardo (bellissimo borgo a quota 900 m slm) e lui perplesso mi rispose: "ma secondo me con il 39/20 non ce la fai". Ascolto ed essendo neofita pippone mi dissi, forse, l'indigeno ha ragione.
Passa un mese e ritorno sulla scena del delitto. Prima di partire passo da Spiedo e faccio ligurizzare la Legnano: non so come mai mi mette un 41x20. Orpo mi dico non sarà semplice, e in più il solito Marcello che gufa: "ma vai con questi freni...". Si in effetti non ne ho altri penso perplesso assai!!!
Passato il 1 maggio al mare il giorno successivo armo la singlespeed e parto. Il Poggio va liscio come l'oglio, un sole tiepido e un mare azzurro turchese mi spingono ad osare.
Prendo il mio passo e mi inerpico pensando alle parole dell'indigeno.
Pedala che ti pedala arrivo piuttosto fresco all'agognato Bajardo. Uno spettacolo sublime. Il paese è posto su una costa con vista spettacolare su due vallate: all'orizzonte il Toraggio (severissima montagna di circa 2000m meta di sgambate giovanili) e la Valle delle Meraviglie (siamo ormai in Francia) con le cime tutte innevate.
Mi faccio assorbire dal panorama e poi mi getto a "rotta di collo" a valle: 22 km di discesa.
Dopo qualche km riconsidero le parole di Marcello: tocca upgradare gli universal super 68, si caro Marcello hai MOLTISSIMA RAGIONE. E mentre riconsidero, rallento la corsa.
Una bella soddisfazione andare su con il proprio passo sentendo ogni più piccola e fottuta variazione della pendenza senza poter e dover far altro che regolare respiro e frequenza delle pedalate: sembra di riscoprire un modo diverso di andare in bicicletta.
In genere sono piuttosto avaro di rinforzi positivi, ma questa volta devo dire che il mio corpo ha risposto piuttosto bene allo sforzo, anche se il 39x20 forse sarebbe stato più idoneo agli strappi ed ai tornati al 15%. E questo risultato va anche ascritto alla Lobos's Wisdom.
Si parte per Finale con good vibration...

5 commenti:

ghido ha detto...

va anche ascritto al fatto che, rispetto ad un mese fa, sei molto più allenato!

CIAO

ZIO PIPPO ha detto...

Attento Emanuele, stai avvicinandoti troppo al fuoco !!!

Fare come me e Spiedo che se giudichiamo che una cosa in termini di contenuti e di stile non idonea, finisce che la riconduciamo ai nostri parametri o la lasciamo perdere.

Se cominci a vedere il lavoro nascosto dietro il disegno delle maglie sei sulla via buona

"stai vedendo la luce"

Unknown ha detto...

@ ghido: hai ragionissima, ma il post aveva preso una piega romanticheggiante e quindi ho puntato più su altro, ma certamente i garùn sono i miei, ma la cornice è anche Lobos...
@ Zio Pippo: sono in una fase più superficiale diciamo meramente estetica ma seguendo la lezione crociana (l'arte è forma) intravedo alcuni rischi neurologici di una certa entità. Non dimenticare che ho ripreso a pedalare dopo decenni e che la frequentazione Lobos instrada verso un "certo sentire".
Ema

Simone - El G@to - ha detto...

"Una bella soddisfazione andare su con il proprio passo sentendo ogni più piccola e fottuta variazione della pendenza senza poter e dover far altro che regolare respiro e frequenza delle pedalate: sembra di riscoprire un modo diverso di andare in bicicletta."

Lo zio mi ha tolto le parole di bocca: hai visto la luce!

Unknown ha detto...

...e per un miope astigmatico che sta per diventare pure presbite non è poco!
Sono quasi certo che in Brugiana si completerà il miracolo: vedrò anche la Madonna e tutta una schiera di santi che canteranno Osanna nell'alto dei Cieli; me lo sento accadrà al terzo giro quando alzerò gli occhi al cielo scenderò dalla singular e me la dovrò incollare su per la fottuta erta non pedalabile. Lo so accadrà è ineluttabile!