25 marzo 2009

I LOBOS CI SONO!

ORTLAND - La rivoluzione avanza silenziosa nelle strade di Portland. La portano avanti uomini e donne senza bandiera, ma con la testa protetta da caschi colorati: indossano giacche di plastica per ripararsi dalla pioggia e ganci alle caviglie per non sporcare i pantaloni. Ogni mattina marciano compatti a un ritmo regolare: quello dei pedali delle loro biciclette. Portland, la più grande città dell'Oregon, universalmente riconosciuta come la città più bike-friendly degli Stati Uniti, da qualche anno è l'epicentro di un movimento che, lentamente ma senza sosta, si sta diffondendo in tutto il paese: l'affermazione della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo alla macchina nei grandi centri americani.
A Portland, buona parte della città si muove su due ruote: le piste ciclabili sono numerose, i parcheggi per bici anche, molti negozi hanno un ingresso riservato ai ciclisti e i fattorini pedalano fra un ufficio e l'altro senza sosta. Le mamme poi girano con bici speciali, con una sorta di grande cesta di plastica nella parte posteriore: qui, assicurati da cinture di sicurezza, i bambini giocano in tranquillità. "Portland non è Amsterdam. E gli Stati Uniti non sono l'Olanda - spiega Jeff Maples, firma di punta del quotidiano "Oregonian" e autore di ""Pedaling Revolution", un libro che racconta l'ultima rivoluzione dell'America - ma il numero delle persone che usano le due ruote negli ultimi due anni è aumentato in tutto il Paese: i ciclisti hanno imposto alle città di creare spazi e regole per loro e nei prossimi anni il trend non potrà che aumentare".
A spingerlo, secondo esperti, ci sarà più di un fattore: la drammatica crisi economica che attanaglia gli Stati Uniti e che spinge migliaia di persone a tagliare ogni possibile costo, comprese auto e benzina. L'enfasi che sempre più medici mettono nella necessità di condurre uno stile di vita sano e di fare movimento. L'aumento dei mezzi di trasporto pubblici (la maggior parte dei quali c'è un posto per le bici). La riscoperta dei centri delle città - downtown - come spazi di vita e non solo di lavoro, con il conseguente abbandono delle villette di periferia che per anni hanno rappresentato il modello ideale di casa degli americani. E la "rivoluzione verde" promessa da Barack Obama: più finanziamenti per energie alternative e trasporto pulito, meno enfasi sulle auto. "Obama - insiste Maples - è stato il primo candidato alla presidenza a parlare di bici come mezzo di trasporto pubblico e a sollecitare l'appoggio dei gruppi su due ruote durante la campagna elettorale".

Così a New York nuove piste ciclabili hanno reso la Grande mela un luogo vivibile per i ciclisti, risultato inimmaginabile fino a qualche anno fa. A San Francisco, i raduni del movimento su due ruote Critical mass raccolgono ogni anno migliaia di persone. E anche a Phoenix, una delle metropoli più estese degli Stati Uniti e una di quelle con il numero maggiore di automobili, i ciclisti cominciano a non sentirsi più come animali rari: "Molti automobilisti pensano che io sia un poveraccio - dice un ragazzo su due ruote femo al semaforo - ma siamo sempre di più a girare in bici, e oggi ricevo molti meno insulti di un anno fa".

"Non credo che arriverà mai il giorno in cui vedremo ogni americano andare in bici: è una cosa che devi davvero volere e amare. Non può essere imposta - conclude Mapes - ma le cose stanno cambiando. E non poco. Dieci anni fa il mio libro non sarebbe mai stato accolto con favore. E cinque anni fa gli automobilisti non sarebbero stati così rispettosi con me e con gli altri ciclisti nelle strade delle grandi città. Andiamo verso un futuro in cui, soprattutto nelle grandi città, ci sarà una sempre maggiore scelta nei mezzi di trasporto. Sempre più auto finiranno in garage. E io sono fiducioso che nelle strade americane ci saranno sempre più biciclette".

(Tratto da la Repubblica del 25 marzo 2009)

8 commenti:

tarantola ha detto...

il problema è che gli spazi ciclabili italiani non sono gli stessi degli stati uniti....
Potrei fotografare un paio di situazioni ciclabili della Piastrella Valley che potrebbero farvi inorridire...

Comunque auto in garage, e sveglia una mezzoreta prima. Andare in ufficio pedalando migliora la giornata!

spiedo ha detto...

I due mesi in estate in cui riesco a farlo sono i migliori dell'anno!

Anonimo ha detto...

Ma non credete mica a quello che leggete sui quotidiani, tutte storie, certo per gli Stati Uniti Portland e` avanti per quello che riguarda la bicicletta e il trasporto alternativo ma confronto all'Italia non direi proprio.
Ho visto parecchie bici in centro storico a Brescia, per altro chiuso al traffico e poi hanno le bici del comune che qui continuano a parlarne ma poi non fanno niente.
L'america e` sempre sul piedistallo li da voi.
Magari se parliamo di ciclocross allora......
Ciao
Dabbo da Portland

Anonimo ha detto...

io uso la bici tutti i giorni per andare al lavoro..è gratificante, ma davvero m'accorgo d'essere un fastidio..oltre che un problema di viabilità è soprattutto mentalità..quanti sguardi in cagnesco o quanti "medi" mi becco! e mica faccio le gimcane come i messengers di Frisco!
LE ciclabili fanno schifo, sono spezzoni quà e là che poi appaiono unite e fanno il numero kilometrico quando la giunta comunale deve far sfoggio degli sforzi fatti..Parlo della mia città, anzi, paesone, ovvero
Forlì. E un mea culpa dovrebbero farlo tanto ciclisti, niente luci, ad esempio alla sera.aiuta ad essere stirati! Comunque io ci sono..rules everyday! ;-)

t'mon (o fullmonti..)

tarantola ha detto...

Toh,
chi si vede.
Ciao Fullmonti

francemtb ha detto...

sono d'accordo, anche se le cose si stanno muovendo lentamente, anche da noi. io sono 10 anni che uso la bici tutti i giorni, lavorando in centro non mi potrei permettere il parcheggio a pagamento, e il ritorno a casa, la sera in bici, mi aiuta ad arrivare in famiglia sereno.
Le piste ciclabili aumentano ma sono uno spezzatino pieno di buchi e che spesso finiscono di colpo senza raccordarsi.
però girare in città in bici è molto più veloce e pratico, basta organizzarsi

Anonimo ha detto...

Grazie Dabbo per la precisazione: pur se accorti e mediamente vispi continuima ad idealizzare gli Stati Uniti!
Grazie
ema

Ilaria ha detto...

Io non potrei fare altrimenti, devo usare la bici e questo mi fa arrivare al lavoro con una carica in più.
Adesso che cambierò casa e andrò ad abitare un po' fuori ho già in mente un piano di battaglia con parcheggio scambiatore... Non mi fermeranno mai!!