14 marzo 2010

WEDDING TRIP


Uno di noi si marita e allora tocca festeggiare.
Primo tempo: giro in bici.
Secondo tempo: orgia di cibo, alcool e musica.
Nel primo tempo un terzetto di non più giovani uomini, ormai temprati da anni di onorata carriera matrimoniale, si uniscono al "giovane" novello sposo.
L'appuntamento è in Via Pietro da Noceto, a Noceto, ovviamente. Se si stava a Todi sarebbe stata Via Jacopone da Todi o chessò a Lodi allora ci si sarebbe trovati a Via Fanfulla da Lodi e via discorrendo.
Questo per facilitare uno degli over anta che pur se dotato di naviagatore satellitare, iphone superaccessoriato, fatica a raggiungere le varie località che in genere danno l'avvio a giri lobici.
Allora si è pensato: favoriamolo, repetita juvant. Purtroppo molto si dovette aspettare. Ma sempre con spirito affettuso e non giudicante: "...ma ....azzooooooooooo staviiii è mezz'ora che ti stavamo aspettando, fa buio presto a metà marzo! osti!". Lo spirito affettuso e non giudicante si sprigiona potente e incontrollato, in questi casi.
Il quartetto è pronto, il solito cambio di guarnitura all'ultimo momento, sostituzione della serie sterzo con una più performante sempre di Re Chris, una regolatina alla pressione delle gomme, aggiustatina ai gioielli di famiglia e via a trottar per la collina dolce (come già vi dissi, in antico italico idioma, "dolce un par di palle").

Il quartetto di divide equamente in apocalitti ed integrati. I primi sono i savonarola della bicicletta: i cambi sono un preclaro esempio di corruzione dei costumi e di degenerazione dello Spirito, vanno tolti e gettati nella fucina più prossima, sputando sull'uscio e gettando manciate di sale dietro le proprie spalle. In questa congrega di apocalittici si annoverano poi alcuni adepti, della corrente archeo-obsoleta che hanno in odio anche i sistemi frenanti. Non potendoli toglie dalla bicletta pena l'esplulsione dal consesso dei ciclopedalarori lobici, li montano ma di foggia e tipo arcaico, dalla funzionalità ridicola, inutile, inefficacie.
Nel quartetto anche questa corrente era rappresentata.
Gli integrati sono ciclisti che vivono la pratica della bicicletta come un mezzo per mostrare al mondo la loro passione, non disdegnao le "moderne tecnologie" e sono in aperto contrasto con la corrente degli apocalittici.
Gli apocalittici dubitano della sessualità virile degli integrati, gli integrati pensano che gli apocalittici limitino troppo il loro appagamento copulatorio a vantaggio di solitarie pratiche onanistiche.
Tutti però sono d'accordo nel ritenere che in ogni caso pedalare in buona compagnia sia preferibile al menarsela con inutili distinzioni.
Si parte a tarda ora, in genere i ciclisti assennati rientrano, loro invece vanno.
Breve riscaldamento e le dolci ondulazioni orografiche delle colline parmensi si srotolano veloci.
Lo Zio non resiste, scatta, si alza sui pedali, frulla, un vero folletto.
La gambetta si scalda con dolcezza e ci si ritrova dopo pochi minuti in cima ad una costa, la Beverly Hills de noartri: un po' di villoni con giardino, cancello autamatico e cancelletto in ferro battuto, con vista spettacolare, a nord la fetida plaga padana a sud le colline e ancora più in sfondo le montagne innevate. Uno spettacolo di placida bellezza.
Breve riflessione sul senso della vita, chi siamo da dove veniamo e poi giù verso la prossima costa, teatro di momenti di puro dramma umano.
Il novello sposo, trotta come un puledro, ogni più piccolo dislivello è segnato da un clic, slend, scratch: catena che vola sui rapporti come le mani affusolate di una segretaria sulla sua Olivetti Lettera 21.
Gli altri più composti, non avendo i cambi, non cambiano, pedalano e pensano: "ma ci sarà pure un motivo valido per cui hanno inventato il deragliatore?". Sono schegge impazzite, di pensieri, frutto di una degenerazione nichilista della mente che non possono trovare spazio nella mente intorpidita dallo sforzo.
Lo sposo è noto per l'estremo realismo condito da una insana ed insazibile attività ludico-sadica.
Lo Zio dice: "allora oggi le facciamo un po' di salitelle, mi sento in forma!".
Ecco scatta l'agguato.
Prima di gettarci nell'orrida discesa, il novello sposo dice, e io lo vedo, vedo un aggregato bestiale di neuroni, li vedo, agitarsi in modo sulfureo, si muovono nella testa come metallari poganti. Aspetto, e sento: "vedete quella strada, ecco andiamo là!".
Io vedo la strada e vedo la gioia fanciullesca negli occhi dei miei altri due compagni di viaggio, faccio rimbalzare lo sguardo e sento le risate beffarde del manipolo neuronale ormai abbandonato a gesti di empia lussuria. Io vedo tutto ciò e so, perchè già fui vittima di tal scherzo malvagio.
La salita è nastro anacondesco che si stende sul versante più impervio di una di quelle colline che i geni del markenting provinciale definiscono "dolce", dolce un par di palle di toro chianino.
Il mio occhio scorre lento lungo la strada che fra pochi minuti suggerà il nostro sudore, l'ho già fatta, era estate, e vidi nell'ordine: La Beata Vergine Maria in braccio a Coppi, Naomi Campell che mi si donava in tutta la sua felina lussuria, Giuliano Ferrara che amoreggiava con Luciano Lama, Nostradamus, che mi continuava a ripetere "te lo avevo detto, te lo avevo detto..." e poi quasi in cima il Presidente de Consiglio che mi voleva vendere un pacco di condom al gusto di anguria. Fu una brutta esperienza ma la superai, poi dopo nulla fu più come prima.
La salita in zona è soprannominata: L'Agonia dell'Apocalittico. Anche questa volta non si smentirà.
La salita ha due livelli di insidia: il primo, i ripetuti tornanti che disorientano, fiaccano la gamba e indeboliscono lo spirito puro dell'apocalittico; il secondo: pare concludersi poco sopra e invece, si snoda sinuosa ed erta dove lo sguardo non riesce a poggiarsi.
L'intergrato, lo sposo novello, a segnare la strada, dietro i due apocalittici, e in coda l'altro integrato che sulla sua De Rosa azzuro alta quota, arranca in un silenzio altero ed ostile.
Primo tornante, via, va che è un piacere, secondo tornante, osti, di quell'osti, via abche questo passa, meno due; terzo tornante, il manubrio inizia a flettersi, la schiena si arcua, l'acido lattico prende ad allagare le miofibrille come acqua nelle risaie. Il cervelletto inizia a fumare, poco ma con costanza preoccupante.
Quarto tornante, gli incisivi hanno saldamente arpionato lo stem in prezioso metallo, fottendosene allegramente della sua composizione chimica.
Via il quarto tornante, il quinto è quello del giro della morte, si narra di gente che ha tentado di affronarlo il più stretto possibile ed è stata catapultata in pianura, via come un colpo di fionda. La strada è viva ha una sua dignita e non ama essere irrisa.
Al quinto tornante lo Zio si ferma, scende dalla bici e la getta nella scarpata: dobbiamo telefonare a Chris King che impiegherà più di un'ora a convincerlo a riprendere il mezzo. Prima si era provato con Aida Yespica ma dopo pochi minuti ha dovuto desistere.
Antonino con calibrata flemma sicula progredisce verso la cima sempre più scuro in volto, lo sguardo assassino dietro le lenti scure, scintilla come brace, continua a ripetere: "cornuto...cornutazzo...cornuto...cornutazzo, ma che panorami!...cornuto cornutazzo...".
Si arriva in cima breve pausa, gli animi si sono rasserenati, il novello sposo non resiste e dice: "visto in che posto vi ho portato!" Viene accolto un uno squillante vafff...Ma in cuor loro ognuno è grato all'altro per l'occasione di pedalare in compagnia, ma certi scherzetti....
Discesa e poi nuova risalita, ma questa volta molto più dolce, si ascende verso Miano, qua il quartetto darà prova che anni ed anni di furibonda educazione cattocomunista non sono stati vani.
Quasi al passo, prima di imboccare la discesa che porterà il gruppetto verso casa Antonino viene fermato dalle grida accorate di una giovane pulzella.
Oibò cosa succede cosa non succede si scopre che la giovane e tumida pulzella si era da poco appartata con un altro giovane pregno di spermatozoi volenterosi e vitali , ma di sesso complemantare al suo, per darsi a lui al di fuori, si presume, del sacro vincolo matrimoniale.
Il novello sposo, sensibile alle sfumature etiche inizia a rampognare i due ragazzi: lui contrito, lei in preda ad un attacco isterico trattiene a stento le lagrime.
Lo Zio e Antonino, uomini concreti e di mondo hanno già approntato un piano per disincagliare la Golf impantanata.
Loro inziano a spingere il novello sposo arringa, la ragazza annichilita sta, e il quarto che fa?: guarda, osti, si guarda in tipica conformazione italica. "Dai cazzo, vieni a darci una mano, cazzo, dai cazzo, porca troia, tocca spingere, cazzo..." E' tutto un fiorir di peni evocati, la ragazza, di aspetto muliebre, arrossisce, non si sa se per il desiderio o per l'imbarazzo. "Dai cazzo, vieni a darci una mano!!!. "Ma mi si rovinano le scarpe, cazzo, le tacchette, cazzo, non riesco a fare presa, cazzo..! sono nuove, osti, cazzo..." Appena la ragazza sente "mi si rovinano le scarpe" scoppia in un pianto inconsolabile: lei è lì con la macchiana affondata nel fango e nella neve e questo non si vuol rovinare le scarpe. Le lagrime scorrono copiose e ottengono il loro risultato: il quarto pedalatore si unisce al gruppo.
Il giovane maschio accellera e sotto la spinta vigorosa dei quattro ciclisti la macchina riprende la via di casa.
Soddisfatti per la loro magnifica buona azione riprendono la strada di casa.
Purtroppo sono le ore 19: c'è buio ormai! Quasi buio in realtà, a ponente la luce del sole ancora illumina debolemente le montagne all'orizzonte, un senso di pace e di quieta tranquillità si stende sulla terra innevata, il gelo inizia a farsi sentire, qualche luce punteggia le colline più prossime. E' un momento impagabile, ma dura poco, bisogna rientrare, toranre al mondo civilizzato.
Tutti i manuali del perfetto ciclista al capitolo sicurezza recitano: "se potete cercate di rientrare quando fa molto buio, evitando di portare con voi qualunque tipo di luce onde evitare di infastidire gli altri utilizzatori della strada con inutili segnali luminosi".
Ma è la festa del novello sposo i nostri quattro sono protetti da Santa Pedivella e San Titan: nulla di male può loro accadere!
Per gli approfondimenti tecnici dell'uscita contattare l'IPhone dello Zio: là c'è tutto, ordinatamente catalogato, e forse, c'è pure il numero della Yespica, se lo Zio non l'ha cancellato!!!
Volete sapere qualche cosa del secondo tempo?
A tempo debito!

6 commenti:

spiedo ha detto...

Per fortuna c'è Ema, ho molto sofferto a non venire con voi ma la lettura del racconto mi ha restituito almeno in parte quanto ho mio malgrado dovuto perdermi...

ZIO PIPPO ha detto...

Un giro stupendo, la miglior salita della zona
Tutto ha contribuito a rendere magica l'uscita:
1) L'ora tarda con il tramonto rosa
2) La neve, e che neve
3) Sale e sporco sulle strade, ragazzi lavate subito le bici
4) Le salite belle dure
5) La forma
6) Il freddo in discesa
7) Il buio pesto al ritorno

Un solo rammarico abbiamo pedalato solo 3 ore

Alla prossima

ghido ha detto...

Stai attento Zio! la zona ti riserberà altre sorpresine...

BOB ha detto...

Verrà un giorno in cui, tornato a pedalare, farò parte della combricola pedalante.
Tranquilli, quindi!
Vedrete che con me al seguito, le ore in sella aumenteranno in modo esponenziale.

cochese ha detto...

non vedo l'ora di assaggiare le colline parmensi...

gallinarandagia ha detto...

azz...!! ema ! sei il mio mito...era solo un giretto in bike...e se andavamo per terre lontane con bagagli appresso ..che confezionavi...?? l'apocalisse ?? ...cmq mi ha fatto bene ..leggere te è quasi meglio che pedalare...