21 aprile 2009

PIACERI



Già lo scorso anno notai singolari comportamenti alimentari tenuti da alcuni forti ciclopedalatori dediti alle gare di endurance.
Mi ero ripromesso di tornare sul tema, ed ora dopo la 24h di Cremona il problema si ripresenta.
Un pensiero pregiudiziale mi faceva ritenere che: l’alimentazione di uno sportivo che si ingaggia in una competizione di durata piuttosto estrema debba avere delle caratteristiche ti altissima scientificità.
Questo pensiero si può facilmente giustificare: stai compiendo uno sforzo bestiale che trae il suo carburante anche dall’alimentazione ergo ti alimenterai in modo congruo.
Tieni allo sforzo e all’integrità del tuo corpo, cerchi di alimentarti al meglio.
Ora questi, risibili pensieri, sono stati devastati da alcune esperienze.
Lo scorso anno, alla 24h di Finale, ho assistito alle pratiche alimentari di due forti pedalatori americani.
Ecco in quel frangente le mie ridicole certezze si sono infrante, anzi sono state annegate nella brodaglia puzzolente, (fetido miscuglio di acqua e pasta liofilizzata), di una borraccia, lasciata marcire al sole per ore e poi bevuta avidamente, come fosse ambrosia degli dei.
Ho sperimentato sulla mia pelle un’affermazione che mi è stata gentilmente regalata da Sebastiano, poche ore prima di iniziare la 24h di Cremona di quest’anno: “…ma poi devi mangiare quello che ti piace”. Ecco un punto centrale. Il piacere. In una gara di resistenza, la fatica e il dolore sono la trama e l’ordito sui quali si costruisce l’intero significato di quello che va accadendo.
E allora alimentarsi bene è anche alimentarsi con cibi che danno piacere.
Si apre quindi un ulteriore problema: possibile che il piacere possa passare per l’assunzione di una brodaglia che solo descritta sommariamente produce effetti vomitevoli?
Qualche cosa mi sfugge come sempre.
Però posso dire che rispetto allo scorso anno, senza saperlo bene, ma scoprendolo a posteriori, ho seguito l’indicazione di Sebastiano: mangia quello che ti piace. E aggiungerei io: fallo con un minimo di sensatezza.
I bambini molto piccoli lo sanno fare, gli adulti molto meno: regolarsi con l’alimentazione.
Sabato appena conclusa la pedalata (e per me 6 ore sono un tempo quasi biblico) ho fatto passare 15/20’, in genere fatico a mangiare dopo lo sforzo.
L’odore della carne alla brace era molto forte ed intenso, molto eccitante, ma poi la mia mano si è protesa verso il pane. Si semplice pane senza contorno. E potevo scegliere. E in effetti dopo ho scelto. Ma il primo alimento di cui ho avuto desiderio è stato un carboidrato non certo le proteine o i grassi né tanto meno le verdure cotte o crude che siano. Senza costruirci troppe teorie il piacere in questo caso, mi pare vada a suggerire un comportamento sensato anche dal punto di vista del recupero delle energie consumate.
Durante la gara sono stato superato da una ciclista che ha urlato, all’indirizzo del suo assistente (presumo che fosse una solitaria): al prossimo giro voglio le patatine!
Presumo che irrisorie quantità di patate e pure fritte non siano il massimo dal punto di vista dell’alimentazione da gara. Ma tant’è, quella donna desiderava un alimento piacevole e quindi si era preparata per tempo il suo momento di godimento.
Solo con il piecere si possono spiegare certi oggetti alimentari che Ed si porta alle 24h.
Rimane misteriosissimo l’abbimamento alcool e sforzo fisico. Ma per questo devo ancora esplorare…e dio solo sa quali universi potranno dischiudersi.
Chiudo con l’immagine per me più forte della 24h cremonese: Ed, stravolto dalla fatica, che afferra con desiderio una bistecca cotta molte ore prima e se la divora avidamente.
Quasi un rito primordiale.

2 commenti:

mr. friess ha detto...

ma ema! i carboidrati prima e durante la gara, dopo, le proteine per ricostruire i muscoli distrutti dallo sforzo...

ghido ha detto...

d'accordo sul mangiare ciò che piace, a patto che lo si digerisca prontamente. Ma forse nel concetto "ciò che piace" è gia compresa la digeribilità: è difficile che ti piaccia molto una cosa che solitamente ti si pianta sullo stomaco.

PS comunque i 24oristi sono un fenomeno da studiare... mi incuriosiscono