22 dicembre 2008

COMPITI PER LE VACANZE



Io in vacanza a rompermi i maroni dai parenti e voi in giro a pedalare arzilli e felici come lontre in amore.
Non mi resta che il lavoro teorico, in preparazione delle lezioni gravitazionali che il Tarantola mi ha promesso.

LE CURVE

di Daniel Naftali

Saper affrontare nel modo più corretto una curva non è utile solo ai corridori di DH. Anche un biker non agonista, che va in bici per divertirsi, sapendo affrontare correttamente una curva potrà scendere con maggiore sicurezza e con maggiore disinvoltura.

La tecnica base è sostanzialmente uguale per ogni tipo di curva condotta (in appoggio su sponde, in piega in piano e su contropendenze). Per altri tipi di curve su terreni smossi (curve trialistiche e curve da affrontare a velocità molto basse) ci sono delle tecniche molto diverse, che tratteremo in altri articoli.

Iniziamo quindi con le regole di base:
1) non si frena mai in curva. Al limite sono concesse delle correzioni col posteriore. La frenata va fatta in ingresso e poi la curva va condotta.

2) se c’è un appoggio tipo una canalina, una piccola sponda può essere utile sfruttarla. Imparare a studiare una linea è molto importante. Affrontare una curva in appoggio, anche se l’appoggio è minimo permette di affrontare la curva con più velocità e con maggiore sicurezza.

3) fondamentale è il corretto bilanciamento dei pesi. Il peso non va ne troppo avanti, ne tantomeno troppo indietro. Il corretto bilanciamento dipende da molti fattori (tipo di terreno, tipologia di bici, pendenza, ecc) ma tendenzialmente un peso al 60% sull’anteriore è il corretto bilanciamento per affrontare una curva.

Passiamo ora alla parte tecnica.

Come impostare la curva: la tecnica di piega.
Una piega corretta va impostata spostando il baricentro verso l’esterno (...)
Il bacino va spostato esternamente verso la perpendicolare del pedale. Questo per fare si che il baricentro si sposti verso il piano perpendicolare al terreno passante nel punto di appoggio ruote (il che tradotto in termici pratici significa maggiore carico sulle gomme e maggiore grip). Cosa molto importante da ricordare è che il peso sul pedale esterno gestisce il grip del posteriore.
Con il braccio interno bisogna esercitare una forte pressione sul manubrio. Questa spinta verso il basso ha la funzione di caricare la ruota anteriore (come sempre vale la regola maggiore carico=maggiore grip) e di controbilanciare la spinta sul pedale esterno. La bici si trova quindi in una posizione molto più inclinata rispetto al corpo del biker.
Il peso come possiamo vedere è piuttosto avanzato, per caricare il più possibile l’anteriore. Questo è molto importante. Infatti dobbiamo ricordarci della regola d’oro: “Se ti scappa la ruota anteriore, al 99% sei per terra. Se ti scappa il posteriore è invece più facile da riprendere (è molto più semplice controllare una derapata)”.
Una volta capito come impostare la curva, passiamo alla fase successiva: come affrontare la curva.
Il segreto per affrontare le curve in velocità consiste nel “pompare la bici“. Pompare la bici significa letteralmente schiacciare la bici verso il suolo mentre si affronta la curva. In questo modo le ruote avranno un carico piuttosto elevato (peso + spinta di braccia e gambe verso il basso) e quindi più grip.
Nella fase di uscita invece si sfrutta la riestensione delle sospensioni, che nella fase di spinta si erano compresse, per guadagnare energia cinetica e quindi velocità. Infatti l’energia che si trasmette nel comprimere la bici, viene rilasciata in fase di uscita dalle sospensioni. Grazie a questa tecnica è possibile uscire più forte della velocità con cui si è entrati, senza dover pedalare.
Facciamo un esempio pratico: prendiamo in considerazione una curva a sinistra. Avvicinandosi alla curva bisogna frenare e impostare la corretta velocità di entrata. Ormai la curva è davanti a pochi metri. Ci si deve schiacciare sulla bici, con gambe e braccia flesse. Una volta impostata la corretta posizione per affrontare la curva (piede esterno in basso, bacino in fuori, peso ben bilanciato), entrando in curva bisogna riestendere braccia e gambe in modo da comprimere la bici verso il terreno. Le sospensioni si comprimeranno. Nella seconda metà della curva, sarà quindi possibile sfruttare la riestensione delle sospensioni per acquisire velocità. E’ un movimento molto simile alla curva a sci paralleli, per intenderci.

Ovviamente la tecnica in teoria sembra molto semplice, ma in pratica imparare ad affrontare una curva nel modo ottimale richiede moltissima pratica. Il segreto è sempre quello di andare per gradi. Prima provare il movimento a velocità ridotta per poi man mano aumentare sempre più la velocità. Ricordiamoci che nessuno “nasce imparato”. Il segreto per migliorare è provare e riprovare, cercando di mettere in pratica la teoria.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessanti lezioni di guida, Ema.
L’esperienza, seppur ancor limitata in downhill, mi ha fatto capire quanto sia difficile affrontare una curva.
Spesso la velocità è troppo bassa e la sensazione di precarietà forte.

Assistere ai mondiali in Val di Sole mi ha fatto ancor più capire come i “Pro” siano anni luce avanti rispetto ai comuni mortali in questo specifico frangente.
In curva non riesco mai a trovare il giusto appoggio e quando questo c’è (paraboliche), faccio comunque fatica a sostenere la forte compressione derivante dall’elevata velocità.

Più curve per tutti!

…Andrea è mio amico!

Mrtn

Unknown ha detto...

@Mrtn: va bene allora facciamo i testimoni insieme. Per gli abiti chiediamo allo sposo (andrea) che saprà certamente guidarci verso l'abisso con maestria e misura.
Io sono totalmente a digiuno, e quindi non posso che tacere. I Pro di qualsiasi disciplina sono di un altro pianeta. Indicano una via...a me interesssa sgodazzarmela con i miei modesti mezzi. Anche una piccola conquista, che dal pt. di vista Pro è ridicola, per me può essere foriera di piacere. Solo scoprire che arretrando il bacino fuori sella si possono superare discese ripide per me è stato ed è tutt'ora una scoperta divertente. Certo le curve in velocità...

Anonimo ha detto...

Che ne dicano tutti, un po' di downill fatta sulle apposite piste all'uopo preparate, insegna molto....
....torno ad incoraggiare un'uscita Lobos durante il 2009 in una di queste amene località...

Mrtn

Unknown ha detto...

Per imparare è necessario avere un certo controllo di alcune variabili: la pista ben preparata è una variabile che rende più agevole apprendere la tecnica.
Parole sante, Mrtn parole sante...il 2009 dovrà essere anche gravitazionale.
Ahh dimenticavo Kallistè potrebbe essere un sito di un certo interesse :-)

Anonimo ha detto...

accidenti, mi sembrava di aver dimenticato qualcosa free ride jd

ghido ha detto...

http://lnx.inpista.it/node/6

questa è la tecnica che preferisco! ma quando i lobos si faranno attrarre dalla gravità ci sarò!

mr. friess ha detto...

una delle cose che apprezzo della bicicletta, soprattutto in fuoristrada è l'aspetto legato alla tecnica di guida, che diventa un elemento fondamentale nell'esperienza ciclistica.
un fattore non secondario è che in mtb non finisci mai di imparare, anche se sei un pro, ci sarà sempre qualche aspetto da padroneggiare meglio o da migliorare.