23 gennaio 2009

LE DONNE NON CAPISCONO UN CAZZO DI BICICLETTE

La settimana scorsa sul blog si è animata una discussione intorno ad un problema che vorrei tentare di amplificare.
Lo faccio da una posizione privilegiata: sono maschio e non capisco un cazzo di biciclette.
Questo è un primo fatto.
La comunità di ciclopedalatori che gravita intorno al blog è una comunità a prevalenza maschile. Questo è un secondo fatto.
Il terzo fatto è che maschi e femmine si sono da sempre arroccati su posizioni difensive del loro ruolo.
La stessa società ha bisogno di definire assetti normativi, impliciti ed espliciti, che disciplinino la relazione fra i sessi.
Dagli anni sessanta in poi questo schema ha iniziato a scricchiolare, ma non certamente a rompersi definitivamente. I sociologi parlano, paralvano anzi, di doppia morale: in termini di principi generali siamo tutti uguali, ma poi nella realtà dei fatti esistono regole di comportamento che governano l’essere maschio e l’essere femmina. Si tratta di assetti valoriali differenti, anche se le varie carte costituzionali parlano per tutti indistintamente.
Dopo anni di femminismo militante, è stupefacente, almeno per me, parlare con ragazzi e ragazzi, nati dopo il 1990 e vedere che continuano a ragionare con categorie dei loro genitori e forse pure dei loro nonni.
Ma veniamo all’affermazione incriminata: le donne non capiscono un cazzo di biciclette. E si potrebbe aggiungere di calcio, di motori e di molte altre cose.
Si ripropone una differenza che pare quasi ontologia: se sei donna non puoi interessanti di certi argomenti. Discorso analogo può essere fatto al contrario: se sei uomo di certi argomenti non puoi capirci nulla.
Cosa serve per capirci qualche cosa di uno specifico argomento? E perché le donne non capiscono un cazzo di biciclette?
Azzardo qualche ipotesi.
La bicicletta è un oggetto meccanico, e pare, secondo un certo modo di pensare che di meccanica le donne non si interessino, ma c’è dipiù non se ne devono interessare. Non interessandosene consegue che non ci capiscono nulla.
Alcuni ambiti hanno per la loro storia una valenza identitaria: se osseravate come utilizzano il proprio corpo maschi e femmine in tenera età già potete vedere modalità differenti. E questo non è dato da variabili genetiche o fisiche, ma principalmente da una cornice culturale differente. Maschi e fammine fanno o non fanno cose diverse, sono educati precocemente ad essere diversi.
Una donna che si interessa di certi argomenti, anzi che ci capisce, mette in crisi un sistema compartimentato di relazioni. Molti di noi danno per scontato che una donna possa lavorare e prodursi il proprio reddito, ma fino a 40/50 anni fa non era per nulla scontato. O pensate alla rivoluzione che gli anticoncezionali hanno portato nella relazione frai sessi: le donne hanno potuto controllare in modo piuttosto preciso e relativamete autonomo la loro disponibilità a procrere. Questo ha radicalmente modificato la relazione fra i sessi.
Bene una donna che si interessa o addirittura “ci capisce” di biciclette non è situabile. E’ donna, ma non ha difficoltà a muoversi fra telai, forcelle, materiali, ect., etc. E anzi la mostra e la vuole riconosciuta, qui a mio modo di vedere sta il punto. Non basta che una donna sappia di biciclette, il salto è quando pubblicamente vuole che questo sia riconosciuto. Questo riconoscimento, da parte del mondo maschile non è dato senza un certo lavoro oppositivo. Si tratta di un cambiamento di confine: prima era tracciata una linea chiara, dopo no. E questo è un problema per tutti. Bisogna ridisegnare il confine e questo avviene sempre attraverso una negoziazione più o meno laboriosa e conflittuale. In genere le donne, hanno dovuto conquistare molti confini che per “statuto ontologico” erano tracciati in modo “definitivo” dagli uomini. La nostra società è maschio centrica, e quella italica ancora più di altre. Se una donna afferma di volersi occupare di biciclette, se lo deve conquistare. In genere questo tipo di azione comporta un doppio sforzo: dal versante femminile, guadagnarsi una conoscenza e un riconoscimento di questa conoscenza, dal versante maschile accettare che questo possa accadere senza sentirsi troppo minacciati.
Se ci pensate un modo comune di appellare una donna che sa fare alcune cose, che in genere sono di quasi esclusivo appannaggio dei maschi è quello di ricondurla all’universo maschile: “è una con le palle!”. L’operazione ovviamente riconosce lo spostamento di confine, ma tenta immediatamente di includerla nel proprio campo. Rimane il problema di relazionarsi con una donna con le palle. Si tratta di un soggetto complesso, donna, ma con le palle. In genere alle donne essere considerate con le palle pone il problema di rivendicare il loro essere femmine senza però dover "aquisire le palle". Per una donna averci le palle può essere ingombrante, può essere una fase di passaggio ma non certo l'approdo definitivo.
Nei nostri tempi soprattutto i maschi devono confrontarsi con questo problema in molti campi.
(Pensate che nei paesi del G8 il dato acquisito è che mediamente, nel sistema scolastico, dalle elementari all'università le femmne hanno, mediamente, risultati superiori ai maschi potete capire che qualche "ontologica sicurezza" si sta sgretolando. poi certo nel mondo del lavoro, vige la legge del maschio: a parità di qualifica lo stipendio è inferiore di un 15/20%).
Forse la bicicletta è uno di questi.
Almeno dal mio punto di vista, la presenza fra noi di Ilaria, è importante anche per questo. Pone dei problemi di integrazione non banali (forse non avrei scritto questo post, se all’affermazione di france non fosse seguita la “ritorsione” di Ilaria, che poneva il problema). Ed in ogni caso, molto superficialmente, si possono notare un certo numero di perturbazioni all’interno del blog, date secondo me dalla presenza di una donna; l’auspicio è che questa presenza si incrementi, e per i Lobos maschi sarà un bel lavoro.

27 commenti:

Carletto ha detto...

Io non capisco un ...azzo di biciclette e in mezzo a voi mi sento a disagio, confrontarmi tecnicamente con lo Zio mi crea incubi e tensioni, cerco di evitare sempre lo scontro diretto;capisco qualcosa solo quando c'è da far girare le pedivelle. Mi fa piacere che EMA abbia tirato fuori l'argomento e mi piace ancora di più sapere che c'è Ilaria a farci compagnia. Le donne nel mondo del ciclismo sono affascinanti come lo sono peraltro in tutte le altre situazioni della vita. Il problema è che ce ne sono troppo poche. Quando pedalo, poi, le incontro sempre nel senso opposto e mi pare sgradevole girare la bici e rincorrerle. Nella mia vita ho avuto una sola occasione di incontrare una donna ciclista e di fare qualche uscita insieme, ho dovuto conquistarmi ogni centrimeto del viaggio a fatica le ho tenuto testa, solo con la determinazione e l'orgoglio ho potuto tenere mezza ruota davanti. Accipicchia quanto mi ha fatto sudare.

ghido ha detto...

Mi auguro anch'io che il numero di lobos di sesso femminile aumenti, sarà bello lavorare per stabilire nuovi confini. In un laboratorio di sperimentazione ristretto e sicuramente elitario come i lobos sarà certamente più facile stabilire nuovi confini, anche perchè le persone intelligenti si sanno mettere in discussione più che arroccarsi su posizioni dogmatiche.

PS una che ha fatto sudare Carletto in bici...

Unknown ha detto...

...si anch'io stavo cercando di immaginare la scena: Carletto che si danna l'anima per non perdere la ruota. Orpo la femmina in questione pedalava fortissimo!

spiedo ha detto...

Sono papà di 2 bambini e uno dei miei obiettivi nella loro educazione è quello di non mettere dei paletti o degli ostacoli sul loro cammino che si riferiscano ai cosiddetti "valori tradizionali".

Mi spiego (forse) meglio....

Teresa in quanto bambina mi renderebbe felice anche come pilota di Bmx ed esperta di bici così come sarei felice di vedere Federico con una spiccata sensibilità artistica e una profonda passione per chessò la pittura .

O viceversa o quel cavolo che vogliono.

Il punto è secondo me che comunque i maschi e le femmine (nell'eccezione di Pornobaffo) hanno comunque due sistemi operativi completamente diversi e per lo più non compatibili.

Mi sembra doveroso affermare che un uomo o una donna non capiscono un cazzo di bici quando la loro motivazione è: "non mi piace il colore"

E' altrettanto vero che un'osservazione del genere è più frequente/probabile in una donna

Poi ad esempio io distinguo i fiori in rose margherite e altri... e non mi offendo se dicono che non capisco un cazzo di fiori e piante .. o di vino come dice lo Zio...

Ilaria va in bici, gli piace, ha la pazienza di sopportarci, non ho ancora capito se ne sa di bici concordo che servono altre donne del gruppo ma quante ce ne sono come lei?

(punteggiatura, sintassi, consecutio temporum? e che cazzo ne so!)

Unknown ha detto...

@carletto: figura io come sto. Le pedivelle le faccio girare pochetto, pedalo off-road da 12 mesi, ascolto lo Zio come potrei ascoltare un Bramino che predica nella sua lingua! Non è facile, io cerco di fare domande, è l'unico modo che ho per capirci dipiù. Ma uno come te lo Zio non può che amarlo, magari anche invidiarlo un tantinello, ma non può che amarti. Il tuo garage gli procura incubi e tormenti...e non solo a lui

Anonimo ha detto...

Ilaria è molto femmina, in molte cose.
Ma è molto intraprendente, vuole sapere conoscere, fare, disfare.
Per lei non ci sono categorie ben definite o canali all’interno dei quali stare.
Tutto è possibile e non si tira indietro di fronte a nulla

La bici è uno strumento di conoscenza, aggregazione.
Ama la bici anche perché è uno strumento catalizzatore di amicizie.

La bici è poi un oggetto meccanico, ma questo è l’aspetto per lei meno importante.

Personalmente la meccanica della bici mi fa sesso, gli strumenti, i suoi mille componenti, la conoscenza del come e cosa fare per prendersene cura, mi fa andare fuori di testa.
Ecco perché il Moots tra i seni di una donna ci fa impazzire.

Approcci e sfumature che non dovrebbero essere né maschio né femmina!

E poi non mi piacciono le donne troppo femmine!

Unknown ha detto...

@Spiedo: dissento sui sistemi operativi, almeno sul completamente diversi. Sulla compatibilità tocca lavorare molto, ma mai ad annullare le differenze. Si è vero che a livello cerebrale si possono evidenziare alcune differemze, ma i sistemi operativi, come li chiami tu hanno molte similarità e sono culturalmente orientati.

mr. friess ha detto...

per la mia limitata esperienza le donne sono gran pedalatrici, soprattutto su strada hanno una resistenza davvero elevatissima e anche una gran capacità di sopportazione della fatica.
certo che quella che ha messo in crisi carletto doveva essere veramente tosta..
per il resto condivido al 100% quello che dice ema e anche gli altri, sarei felice se altre mogli, fidanzate (compresa la mia) condividessero la passione per la bici o almeno pedalassero un po' seriamente

spiedo ha detto...

Sono evidentemente diversi sin da piccoli quando l'orientamento culturale è ancora molto basso a quanto ho potuto osservare...

Martino cazzo firmati!

ghido ha detto...

Le passioni in quanto tali non possono essere orientate più di tanto, se a uno/una la bici fa cagare c'è poco da fare. Verissimo che negli sport di resistenza il gap presente nelle prestazioni maschio/femmina si riduce molto, ci sono studi su studi che lo dimostrano. così come è innegabile che le femmine a scuola siano migliori dei maschi: nella nostra facoltà a numero chiuso si presentano al 50% ed entra il 70% di femmine (per fortuna...)

Anonimo ha detto...

Cazzo, mi firmo: Martino!

Ilaria ha detto...

Nella mia vita ho sempre bazzicato gruppi con una percentuale femminile molto bassa, forse perché amo il movimento, lo sport, forse perché non ho paura di essere ridicola e di mettermi in gioco, cosa che purtroppo molte donne non fanno, e gli uomini mi hanno sempre fatto più ridere, e a me piace ridere.
A me piace la gente, l'affetto, lo scambio delle esperienze e delle conoscenze. Non mi sono mai preoccupata se a darmi queste cose fossero uomini o donne, per me non cambia. Mi interessa quello che trovo, non dove lo trovo.
Sono cresciuta da sola con una madre cocciuta e determinata, ma anche piena di dubbi, che mi ha saputo insegnare ad essere libera dai preconcetti e dagli stereotipi. Penso che l'educazione che mi ha dato sia stata fondamentale.
Personalmente credo che gli uomini che lasciano trasparire il loro lato femminile diventino ancora più interessanti e non perdano nulla del loro essere "maschi". O forse anche tutto questo parlare di lato femminile e lato maschile è scorretto. Ci sono tante, troppe sfumature per pensare di creare degli schemi predefiniti.

Martinooooooooo...... mi conosci... grazie. ;))

Luca ha detto...

@Ghido mi pareva.. infatti.. che avessi scelto una facoltà per amore degli animali :)

Per quanto mi riguarda quoto in pieno questa frase: "La bici è uno strumento di conoscenza, aggregazione. Ama la bici anche perché è uno strumento catalizzatore di amicizie."

E aggiungo: come strumento di aggregazione mi sembra quello più ONESTO. Uso questo termine consapevolmente, dato che costa fatica, passione, abnegazione e chi più ne ha più ne metta. Le soddisfazioni che ne trai sono quasi tutte "tue" e un po' meno del mezzo. E' anche per questo che il fatto di essere un esordiente assoluto, in questo, mi mette un po' d'ansia..

Ilaria ha detto...

P.s.: di bici non ne so ancora abbastanza perché in fondo sono ancora una neofita... ma imparo in fretta, non temete.

tarantola ha detto...

la bicicletta è un settore di nicchia, dove le donne è vero non sono afferratissime, ma quelle poche che si cimentano superano l'uomo... certo forse non in performance atletica ma primeggiano sicuramente nella classe che esprimono...

Vedi per la mtb Jaquie Phelan, Anne Caroline Chausson, Missy Giove... ed altre.

Esempio ecclatante che non centra nulla con la bici: Michèle Mouton quando vinse il rally di Sanremo nel 1981 arrivando davanti a tutti gli ometti

Anonimo ha detto...

due cose:
- la prima: cazzo ema il tuo modo di spiegare e scrivere le cose è incredibile, dopo aver letto il post ero stupefatto di aver capito tutto, trattandosi di un argomento piuttosto ricco, intricato e pesante...!!!
- la seconda: le donne non capiscono un cazzo di bici solo perche noi siamo forti dal punto di vista numerico, come dice ghido se ci fosse un pari numero di maschi e femmine ad andare in bici noi faremmo la la figura peggiore!
noi ci proteggiamo grazie alla superiorità numerica, tra l'altro sconcertante, purtroppo, credo proprio che sarebbe tutto un altro mondo (non solo ciclistico) se avessimo più donne che capiscono di bici!
è una fortuna che ilaria e sara e auisilia siano con noi....spesso mi trovo in soggezione... ma è per me molto positivo! WLF...ops mi è scappato (dai scherzo)!

ZIO PIPPO ha detto...

Non so che dire, post pesante e tanti pesci nella rete.
Voi giovincelli non avete le mie stratificazioni storiche (femminismo, post-femminismo, pre-aids, post-aids) che per anni hanno condizionato il mio atteggiamento nei rapporti inter-sessi.
Da un certo punto in poi ho deciso di non differenziare il mio comportamento rispetto al sesso del mio interlocutore, ma solo rispetto al "valore intrinseco" dell'interlocutore
Questo spiega perchè riesco a dire puttanate indipendentemente che il mio interlocutore si femmina o masculo
Rimaniamo in tema, la bici non c'entra niente, i Lobos non vivono di bici, ma di rapporti, forti, intensi e concreti, chi, indipendetemente dal proprio sesso si sente di buttarcisi diventa un lobos.

PS: non dimenticate Ausilia, bisogna far sbocciare il lobos che c'è in lei

ZIO PIPPO ha detto...

Non so che dire, post pesante e tanti pesci nella rete.
Voi giovincelli non avete le mie stratificazioni storiche (femminismo, post-femminismo, pre-aids, post-aids) che per anni hanno condizionato il mio atteggiamento nei rapporti inter-sessi.
Da un certo punto in poi ho deciso di non differenziare il mio comportamento rispetto al sesso del mio interlocutore, ma solo rispetto al "valore intrinseco" dell'interlocutore
Questo spiega perchè riesco a dire puttanate indipendentemente che il mio interlocutore si femmina o masculo
Rimaniamo in tema, la bici non c'entra niente, i Lobos non vivono di bici, ma di rapporti, forti, intensi e concreti, chi, indipendetemente dal proprio sesso si sente di buttarcisi diventa un lobos.

PS: non dimenticate Ausilia, bisogna far sbocciare il lobos che c'è in lei

ZIO PIPPO ha detto...

Non so che dire, post pesante e tanti pesci nella rete.
Voi giovincelli non avete le mie stratificazioni storiche (femminismo, post-femminismo, pre-aids, post-aids) che per anni hanno condizionato il mio atteggiamento nei rapporti inter-sessi.
Da un certo punto in poi ho deciso di non differenziare il mio comportamento rispetto al sesso del mio interlocutore, ma solo rispetto al "valore intrinseco" dell'interlocutore
Questo spiega perchè riesco a dire puttanate indipendentemente che il mio interlocutore si femmina o masculo
Rimaniamo in tema, la bici non c'entra niente, i Lobos non vivono di bici, ma di rapporti, forti, intensi e concreti, chi, indipendetemente dal proprio sesso si sente di buttarcisi diventa un lobos.

PS: non dimenticate Ausilia, bisogna far sbocciare il lobos che c'è in lei

gallinarandagia ha detto...

personalmente su questo aspetto cerco di essere pratico...per mesi mia moglie mi accusava di possedere più bike di quanto le mie gambe potessero gestirle e spingerle...da quando le compro del colore a lei gradito...non si accorge che ci sono più bike a casa mia che fili d'erba nel prato...

Anonimo ha detto...

Ecco qui qualche parola scritta da una femmina che non ne sa davvero nulla a livello tecnico di bici e a cui neanche interessa conoscerlo,che scorre via senza attenzione le pagine delle riviste del settore riportanti le ultime novità del mercato ,ma che "sente" la bici per quello che le sa trasmettere e che sa prendersi cura del suo mezzo per quello stretto necessario per il quale il suo mezzo non la tradisca mai o quasi mai ......avete presente un bambino che per la prima volta dopo aver tolto le rotelle dalla bici si scaglia a tutta velocità per prendere il vento in faccia?...ecco quella sono io e la mia bici...solo sensazioni belle e intense...e per l'aspetto tecnico grazie al cielo ho trovato i Lobos!!!!

Ilaria ha detto...

Ausilia vieni con noi!!!!!!!!! :)))

Unknown ha detto...

@biancaneve: lo spirito è quello Lobico. Anche se piccola, la comunità femminile è agguerrita, la competenza tecnica e lo stile non mancano. Cosa stai aspettando?
Noi, con la consulenza di Carletto, si mette in caldo la tigellatrice e si fa un grande festone a base di porco e tigella.
Se poi ti senti bambina, noi abbiamo un bel campionario di uomini e donne che coltivano con dedizione il "loro bambino".

ghido ha detto...

"una femmina che non ne sa davvero nulla a livello tecnico di bici e a cui neanche interessa conoscerlo"

Ausilia ha colto un aspetto delle differenze nell'approccio al mezzo meccanico che non era stato completamente sviscerato, ma che spesso ha un peso rilevante (credo)

Unknown ha detto...

Certo che l'affermazione è chiara. Ma mi domandavo: possibile non sapere nulla di bici e farsi la Parigi-Brest E RITORNO? O Ausilia è fortunata, o qualche cosa sa ma non ce lo vuole dire!

spiedo ha detto...

Ausilia ha come angelo custode uno che si chiama Tullio Campagnolo come minimo....

ZIO PIPPO ha detto...

Possiamo ritenere conclusa la discussione con i seguenti intendimenti:
- Non capire niente di bici, non è un fattore di preclusione, sia che il praticante sia uomo o donna
- Valore fondante è la passione, la voglia di incontrarsi e di dare

Come dire gli uomini non capiscono niente di donne e le donne non capiscono niente di uomini, ma si va avanti comunque da due diversi punti di vista